Regno Unito: anglicani, nella diocesi di Hereford il “catechismo della domenica” con il videogioco Minecraft

“Sunday school”, “Il catechismo della domenica”. Anche questa tradizione radicatissima nel mondo protestante, che risale al diciottesimo secolo e prevede lezioni di religione a bambini e adolescenti prima della funzione domenicale, ha dovuto trasferirsi online a causa della pandemia. A collegarsi via computer sono i catechisti e centinaia di piccoli e ragazzi in tante parrocchie della Chiesa d’Inghilterra ma anche delle altre denominazioni, metodisti, battisti e “Free churches”, le Chiese indipendenti. Nella diocesi anglicana di Hereford, nell’Inghilterra nord occidentale, hanno deciso di andare oltre e utilizzare Minecraft, il popolarissimo video gioco, usato da 126 milioni di utenti tra gli undici e i diciotto anni in tutto il mondo. In questo mondo virtuale nel quale si costruiscono intere città, bambini e ragazzi costruiscono una piccola Gerusalemme, la Torre di Davide, le tavole dei dieci comandamenti. Preghiere vengono appese sul muro di una casa così che tutti i partecipanti al gioco possano leggerle insieme. Per simbolizzare l’amore di Dio che ama in modo incondizionato, sempre i catechisti della diocesi di Hereford invitano i bambini a scegliere e piantare i fiori che ritengono più belli. A questa insolita sessione di “Sunday school” ci si può collegare anche se non si ha accesso a Minecraft. Bastano carta e matite colorate benché occorra arrivare online con un computer.

‘Caro Gesù. Insieme ai bambini’: una striscia quotidiana di catechismo che si rivolge ai bambini. Dal lunedì al sabato su Tv2000

PER LE FAMIGLIE

Segnalata  una bella proposta  che potrete utilmente diffondere attraverso i vostri social: Tv2000, a partire da lunedì 23 marzo, dedica una programmazione speciale ai bambini e alle famiglie costrette dall’emergenza coronavirus a restare a casa. Alle ore 12.20 dopo il telegiornale, e nel corso del programma ‘Il diario di Papa Francesco’ alle ore 17.30, in onda ‘Caro Gesù. Insieme ai bambini’: una striscia quotidiana  che si rivolge ai bambini. Dal lunedì al sabato risposte alle domande che i telespettatori più piccoli, dagli 8 ai 12 anni, rivolgono attraverso brevi clip da loro realizzate.

I video saranno pubblicati sul canale YouTube di Sat2000 a questo link. Il primo video della striscia quotidiana  si può trovare a questo link diretto

PAPA CAMBIA IL CATECHISMO, PENA DI MORTE SEMPRE INAMMISSIBILE

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LA CHIESA SI IMPEGNA PER LA SUA ABOLIZIONE IN TUTTO IL MONDO La pena di morte è sempre inammissibile. Da oggi è scritto nel catechismo della Chiesa cattolica, per decisione di papa Francesco. Nella nuova versione, ‘rescritta’ dal cardinale Luis Ladaria, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, stabilisce che ‘la Chiesa insegna, alla luce del Vangelo, che ‘la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona’, e si impegna con determinazione per la sua abolizione in tutto il mondo’.

Nuovo Anno Catechistico “Io ho scelto voi perchè andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”

"Io ho scelto voi perchè andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga"
Le parole di Giovanni al capitolo 15 versetto del canto al Vangelo della XXVII domenica del tempo ordinario sono state il filo conduttore della mattinata di domenica 8 ottobre, quando, con la celebrazione della S.Messa presieduta dal parroco Don Daniele,concelebrata dal collaboratore Don Fabrizio e
arricchita dal battesimo di Riccardo, ha preso il via il nuovo anno catechistico.
Durante l'omelia Don Daniele, commentando il Vangelo, ha sottolineato come i verbi che si riferiscono all'intervento del padrone nei confronti della sua vigna sono i verbi della Chiesa.
In particolare si è soffermato sul verbo "affidare" riferendosi in particolare alla vita familiare e alla testimonianza della comunità che si manifesta specialmente nei confronti dei bimbi e dei ragazzi attraverso la presenza dei catechisti e formatori.
Al termine della celebrazione nei locali dell'oratorio i ragazzi del gruppo di quinta hanno accolto i nuovi arrivati di seconda, il gruppo di prima ha incontrato i nuovi catechisti con cui condivideranno il cammino verso il sacramento della Confermazione, insieme ai ragazzi di tutta l'unità pastorale, mentre gli altri gruppi hanno sottolineato la gioia del ritrovarsi con alcuni giochi di animazione.
In chiesa, intanto, Don Daniele ha illustrato alle famiglie le tappe che compiranno quest'anno i diversi gruppi.
Infine ai genitori è stato chiesto di scrivere un piccolo messaggio, un augurio, una preghiera per loro figli all'inizio di questo nuovo percorso.
I messaggi sono stati poi attaccati a dei piccoli fili
che rappresentavano i tralci della vite alla quale siamo tutti invitati a rimanere innestati per portare frutti duraturi.
Genitori e figli si sono quindi ritrovati con i catechisti e i sacerdoti in cortile per un momento conviviale che ha concluso in fraternità questa mattinata ricca di doni.

Come fare catechismo?

Il titolo del libro di Silvia Meli e Daniela Giovannini –Catechesi: come farla? Accordi e sintonie per comunicare la fede – era invitante. Ho cominciato a leggerlo e poi ho “collaudato” un capitolo con i catechisti (o meglio le catechiste, tranne uno) in parrocchia. La cosa che mi è parsa subito interessante è l’attenzione al lavoro da fare con i genitori, in modo non parallelo ma complementare a quello che si fa con i figli. E quindi l’attenzione a collegare i vertici di due triangoli: il primo catechisti/ragazzi/parroco e l’altro catechesi/figli/genitori. Non casualmente un capitolo ha per titolo “Accordi: al servizio delle relazioni”. La terminologia (accordi, relazioni, come pure sintonie, difese, bisogni, confini, brainstorming ecc.) attinge a un lessico consueto alle autrici le quali, oltre ad essere catechiste parrocchiali, sono counselor professioniste ed esperte di pedagogia e di formazione.

Altro aspetto positivo è quello di affrontare l’impegno catechistico – e tutto ciò che gli ruota intorno – con una visione positiva, ottimistica ma non facilona, fondata sul valore e sul bene che ciascuno – ragazzi e catechisti – è ed ha, su ciò che ciascuno può fare ed essere, tirare fuori da sé e dal gruppo. Un approccio che mira a far sì che tutto l’impegno di catechesi di una parrocchiale diventi servizio che accoglie e incoraggia, che scommette sulle persone e sui loro talenti. Questo mi sembra un buon antidoto per la serpeggiante depressione pastorale di una parte (spero minoritaria) di noi parroci.

Al centro i ragazzi

D’altra parte, si può programmare la catechesi parrocchiale senza condividere l’atteggiamento di Gesù verso i bambini? Il testo fa un esplicito richiamo a Matteo 18: «Se non diventerete come bambini…», a cui aggiungo il monito del successivo capitolo: «Non impedite che i bambini vengano a me». Rifuggendo da inutili sentimentalismi, mettere al centro il bambino – né idolatrato né sottovalutato – vuol dire fare nostro lo sguardo di Gesù sui piccoli, denso di insegnamenti per la Chiesa di noi adulti. Papa Francesco sta dicendo cose interessanti anche a questo proposito quando insiste sulla tenerezza.

Una parte del testo tratta della formazione e della crescita del gruppo, con l’interessante parallelismo con quel che avviene nella crescita dell’individuo. Di grande utilità è la distinzione tra le caratteristiche dei ragazzi dell’arco di età 8-11 e quelli 12-14, il passaggio dalla fiducia totale del bambino all’età della tempesta che precorre l’adolescenza e poi altre differenziazioni di atteggiamento (loro) e che chiedono di adeguare l’approccio (nostro).

Interessante è l’uso di alcune immagini lessicali, come quella del semaforo verde nel senso di un’attenzione educativa volta a trovare la strada e dare fiducia, senza omettere la consapevolezza su rischi e pericoli; come anche l’accettazione del distacco che prima o poi ci sarà. Tutte indicazioni che mi sono parse utili non solo per la catechesi, penso al volto di una Chiesa in cui abbondino meno i divieti e più l’attenzione ad aprire strade e educare alla libertà.

Con quale stile

Parlando degli strumenti di una buona catechesi, il testo si sofferma sulla qualità e il ritmo da dare a ciascun incontro, cioè a quell’ora settimanale in cui si gioca non solo la relazione catechisti/ragazzi, ma probabilmente anche l’immagine di Chiesa che molti si porteranno dietro per tutta la vita. Mi limito a richiamare alcune affermazioni: proporre delle esperienze più che fare delle lezioni, diventare accompagnatori piuttosto che proporci come maestri (anche Gesù ce l’aveva con maestri, dottori della legge e simili….) e, in definitiva, diventare capaci di appassionare. Il verbo rimanda al passaggio decisivo della passione del Signore, e non posso non ricordare che per Giuseppe Ungaretti il cuore di Cristo «è la sede appassionata dell’amore non vano».

Altri interessanti passaggi, pescando qua e là nel testo:

– rendere i ragazzi soggetti attivi, protagonisti della loro fede, dare forza ai contenuti che noi proponiamo con la vitalità e l’intuito che essi possiedono. Qualcosa di simile avviene nella vicenda biblica (1Sam 3) del dialogo tra il giovane Samuele e la sua guida Eli, che non esita a staccare il ragazzo da sé perché incontri personalmente il Signore, e con lui la sua missione nella vita;

– l’importanza dei “riconoscimenti”, definiti «unità di misura del tipo di relazione che intessiamo»; una relazione capace di non sminuire, non deprimere e invece di incoraggiare. Anche qui è utile l’accostamento tra il diverso atteggiamento di Gesù e dei discepoli prima del prodigio dei pani (in Giovanni): Andrea ritiene insignificanti i cinque pani e i due pesci di un ragazzo («che cosa sono per tutta questa gente?») mentre Gesù accoglie e apprezza: li “prende” e a partire da quelli sfama la folla;

– la correzione e il rimprovero (riconoscimento in negativo), stando attenti a non umiliare, saper dire a un bambino “Hai sbagliato” senza che lui capisca: “Sei sbagliato”;

– il suggerimento di modalità di conduzione/animazione che valorizzano la partecipazione e il coinvolgimento del gruppo: leggere un testo del Vangelo a più voci, rappresentare episodi della vita di Gesù assegnando le “parti” oppure mimando.

Anche le carezze

Le autrici propongono un coraggioso e azzeccato collegamento con gli Esercizi Spirituali di sant’Ignazio di Loyola, vedendo nel cammino catechistico la possibilità di suscitare la volontà e il desiderio verso la padronanza di sé e provocando i catechisti a una sempre più piena consapevolezza della meta verso cui stanno camminando con i loro ragazzi. Netta e pienamente condivisibile è l’affermazione che, senza un «atteggiamento di rispetto, l’educazione non è che addestramento. Ma che cosa può diventare quando da parte del ragazzo, del giovane o dell’adulto manca il desiderio di crescere? Una pedagogia attiva, e per Ignazio non ce ne può essere un’altra, è prima di tutto proposta e promessa: nessuno si metterà in cammino verso una maggiore umanità se non ha incontrato uomini e donne adulti e felici di esserlo» (p. 139).

Un’ultima considerazione: si parla di carezze, termine con cui la psicologia definisce tutto ciò che serve a manifestare al bambino (e all’adulto) considerazione, apprezzamento, fiducia nelle proprie capacità, possibilità di buone relazioni con gli altri e col mondo. Tutte cose di cui soprattutto i bambini hanno assoluto bisogno per crescere.

Anche papa Giovanni, alla sera dell’apertura del Concilio, chiese alla folla che assiepava piazza San Pietro: «Fate una carezza ai vostri bambini!», esempio ineguagliabile di comunicazione verbale e non verbale che è entrato nel cuore della gente. Se la catechesi delle nostre parrocchie non arriva a toccare il cuore, forse stiamo solo perdendo tempo.

Daniela Giovannini – Silvia Meli, Catechesi: come farla? Accordi e sintonie per comunicare la fede, ed. Paoline, Milano 2016, pp. 176, € 13,00.

settimananews.it

Catechismi da rifare?

«Catechismi da rifare». Fatico a non dar ragione a questo titolo, che campeggia in un dossier sull’ignoranza religiosa dei giovani italiani pubblicato da un mensile fortemente e tradizionalmente apologetico, «Il Timone». Pur se il testo dell’articolo, firmato da una catechista di ventennale esperienza, approda a conclusioni parzialmente diverse dalle mie, devo ammettere che gli attuali catechismi approvati dalla Cei per i fanciulli (attuali, ma ormai risalenti agli anni Novanta!) in effetti funzionano poco ­- anzi, a mio debol parere di antico catechista non hanno mai davvero funzionato.

Ha ragione l’articolista: «Ho provato più volte a chiedere ai bambini cosa avessero capito di quelle pagine: il risultato era sempre deprimente… I catechismi della Cei sono certamente molto verbosi: i bambini si perdono, non riescono ad afferrare cosa ci sia di importante da conoscere… un bla bla incessante… Nella memoria non si imprime nulla se non qualche pensierino tra il vago e il banale… I catechismi della Cei difettano di organicità e di drammaticità: portano “a spasso” il bambino per anni, dicendo che Gesù ci vuole bene, ma non si capisce dove vada a parare… I bambini amano le sfide: se si sta solo al loro livello, dopo poco si annoiano. Invece i termini che maggiormente incontrano sono “camminare insieme”, “pace”, “volere bene”, “essere buoni”».

Forse un po’ forte ma vero, anche se poi il rimedio indicato dalla catechista è un ritorno al (presunto) rigore del passato. Di fatto mi pare innegabile che -­ similmente a quanto accaduto più in generale in tutta la pedagogia dell’ultimo mezzo secolo – anche nell’educazione religiosa la volontà (in sé corretta) di sfuggire al mero nozionismo ha condotto ad annullare o quasi i contenuti, sostituendoli con esortazioni «morali» che però alla fine suonano come i buoni moniti della nonna. Il risultato è che ­- da una parte – ai bambini usciti dal percorso di iniziazione cristiana mancano le basi di conoscenza oggettiva dei contenuti della fede cattolica, anche soltanto per rifiutarli (ma a ragion veduta, almeno) e ­- dall’altra – nemmeno il comportamento etico trova supporti maturi per eventualmente sussistere.

Il cristianesimo viene ammannito come una favola per bambini, ovviamente a lieto fine, col risultato paradossale però che i bambini si annoiano a sentirla perché è buonista anche per loro. Non c’è avventura, non c’è conquista, non c’è dubbio né domanda: tutto volutamente reso troppo facile, dunque banalizzato. Non credo che il problema sia tornare a un senso del sacro solenne ed austero, distante e terribile; ma il gusto di affrontare un «mistero» – nel senso pedagogico, teologico e anche liturgico del termine – quale altra età, se non l’infanzia, ha il potere di coglierlo, di farsene coinvolgere?

Non so se i catechismi debbano essere rifatti (nemmeno so se siano gli strumenti giusti, oggi). La mia netta impressione è che «non prendono», come in genere «non prende» la catechesi parrocchiale odierna: che non lascia cultura e nemmeno curiosità. Ma qui passo la palla all’amico Gilberto Borghi, nel cui terreno di caccia mi sono addentrato forse a sproposito. Termino con l’osservazione di una conoscente, stavolta molto anziana e sempre in sincera ricerca: «Se ti fai delle domande, hai finito di credere». Avrà mica ragione lei?

fonte: vinonuovo.it

Impegni gruppi catechesi S. Stefano Reggio dal Giovedì Santo fino alla Cresima 24 Maggio 2015

comunità parrocchiale
S. Stefano – S. Zenone

GIOVEDÌ SANTO
ore 19 S. Messa in “coena Domini”
con lavanda dei piedi ai ragazzi
della 1a comunione IV Elementare
a seguire Adorazione notturna

DOMENICA DI RISURREZIONE
S. Messa ore 10

LUNEDÌ DELL’ANGELO
S. Messa ore 10

DOMENICA 12 aprile
ore 15.30 PRIMA CONFESSIONE

SABATO 9 maggio
ore 15 CONFESSIONI
e a seguire PROVE DEI CANTI
e della 1a COMUNIONE

DOMENICA 10 maggio
ore 10 1a comunione

DOMENICA 24 maggio
ore 11 CRESIME IN DUOMO

catechesi

Catechesi… Papa Francesco: dare ai ragazzi esempi di fede, non parole

Per trasmettere la fede a bambini e giovani di oggi, e aiutarli a fare esperienza “della verità e dell’amore”, gli adulti devono offrire loro esempi più che tante parole. Lo ha affermato Papa Francesco durante l’omelia della Messa in Casa Santa Marta, alla quale era presente un nutrito gruppo di bambini e adolescenti di una parrocchia romana. Il servizio di Alessandro De Carolis

Come si trasmette la fede ai nativi digitali? Con la modalità che più di altre può far presa su chi vive costantemente stimolato dalle immagini: l’esempio. Nel giorno in cui una parte dei banchi della cappella di Casa Santa Santa Marta sembra una Gmg in miniatura – con un gruppo di ragazzini di una parrocchia romana che dopo la timidezza iniziale si scioglie in un vivace botta e risposta con il Papa – Francesco si cala nei panni del catechista e contemporaneamente del formatore dei catechisti. Sembra di essere alla “Messa dei ragazzi”, dice, e guardare ai ragazzi, prosegue, “è guardare a una promessa, è guardare al mondo che verrà”. Ma al nostro futuro, si chiede, “cosa lasciamo?”:

“Insegniamo quello che abbiamo sentito nella Prima lettura: camminare nell’amore e nella verità? O lo insegniamo con le parole, ma la nostra vita va da un’altra parte? Ma per noi guardare i ragazzi è una responsabilità! Un cristiano deve prendersi cura dei ragazzi, dei bambini e trasmettere la fede, trasmettere quello che vive, che è nel suo cuore. Noi non possiamo ignorare le piantine che crescono!”.

Tutto, afferma Papa Francesco, dipende dall’assumere il giusto atteggiamento verso i ragazzi. E “com’è – si chiede ancora – il mio atteggiamento? E’ un atteggiamento di fratello, di padre, di madre, di sorella, che lo fa crescere o è un atteggiamento di distacco: “loro crescono, io faccio la mia vita…?”:

“Tutti noi abbiamo una responsabilità di dare il meglio che noi abbiamo e il meglio che noi abbiamo è la fede: darla a loro, ma darla con l’esempio! Con le parole non serve, con le parole… Oggi, le parole non servono! In questo mondo dell’immagine, tutti questi hanno il telefonino e le parole non servono… Esempio! Esempio! Cosa do loro?”

A questo punto, il dialogo decolla. Il Papa comincia a chiedere ai ragazzi il perché del loro essere a Messa e qualcuno dopo un po’ prende coraggio e ammette: “Per vederti…”. Papa Francesco ricambia – “anche a me – replica – piace vedere voi” – quindi si informa se abbiano ricevuto chi la Prima Comunione, chi la Cresima e ripete a tutti che il Battesimo “apre la porta alla vita cristiana” e che, subito dopo, inizia un “cammino lungo tutta una vita”. Il percorso descritto dal brano della Lettera di Giovanni ascoltato poco prima: “Camminare nella verità e nell’amore”. Più avanti, indica il Papa, arriveranno altri Sacramenti come il matrimonio. Ma questo cammino, ribadisce, “è importante saperlo vivere, saperlo vivere come Gesù”:

“In questi Sacramenti – vi domando – la preghiera è un Sacramento?… Forte!… No! E’ vero, no! La preghiera non è un Sacramento, ma dobbiamo pregare. Non sapete se dovete pregare? Ecco, bene… Sì! Pregare il Signore, pregare Gesù, pregare la Madonna, perché ci aiutino in questo cammino della verità e dell’amore. Avete capito? Siete venuti per vedermi, chi lo aveva detto di voi? Tu. E’ vero. Ma anche per vedere Gesù. D’accordo? O lasciamo da parte Gesù? (bambini: ‘No!’). Adesso, viene Gesù sull’altare. E lo vedremo tutti! E’ Gesù! In questo momento dobbiamo chiedere a Gesù che ci insegni a camminare nella verità e nell’amore. Lo diciamo insieme? (tutti insieme) ‘Camminare nella verità e nell’amore’”.

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Catechesi mercoledì in Santo Stefano ultimi incontri 2013- 2014

Gli incontri di catechesi del Mercoledì ore 16 si svolgeranno nella data del 9 Aprile prima delle festività Pasquali…

Gli incontri saranno sopesi il 16 Aprile…

Mercoledì 30 Aprile festa di chiusura anno catechistico (dalle ore 16 alle 17 “Festainsieme”, ognuno porta qualcosa da condividere per la merenda)

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Incontro ragazzi catechesi di 1^ e 2^ media sabato 16 novembre a partire dalle ore 15.00

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comunicazione dei catechisti:

… vi comunico che stasera, in occasione della riunione dei catechisti, si è stabilito per motivi organizzativi e concomitanza con altre iniziative, di rimandare la nostra merenda con i ragazzi di 1^ e 2^ media del Catechismo a sabato 16 novembre a partire dalle ore 15.00.

A un momento comune di preghiera e di canto seguirà un’ora circa di festa per fare conoscenza tra i due gruppi e condividere qualcosa da mangiare.

I ragazzi e noi catechisti siamo pertanto invitati a portare qualcosa da mangiare o da bere (il necessario per una piccola merenda) da mettere in comune con gli altri.

Resta invece fissata la nostra animazione per domenica prossima 10 novembre. Se qualche genitore fosse disponibile a leggere, sabato dopo il catechismo assegneremo le letture e consegneremo il foglietto della S. Messa agli interessati.

Per quanto riguarda la programmazione delle iniziative del periodo di Avvento del sabato e della domenica (a partire da domenica 1 dicembre), vi aggiorneremo quanto prima.

Grazie per l’attenzione e buona settimana a tutti.

Elena e Davide

Avvisi su inizio Anno Catechesi 2013-14

L’anno catechistico Parrocchiale avrà inizio Domenica 6 Ottobre con la Celebrazione all’interno della Santa Messa delle ore 11 in Santo Stefano aperta a tutti  i gruppi. In quell’occasione i catechisti riceveranno il Mandato Parrocchiale.

Mercoledì 9 Ottobre ore 16: inizio catechesi gruppi elementari

Sabato 12 Ottobre ore 15: inizio catechesi gruppi I e II Media

Scarica la locandina di inizio Anno Catechesi >>> (file publisher)

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Il Catechismo su tablet e smartphone

Dopo aver annunciato la nuova “app” e il programma per la Giornata dei Catechisti, monsignor Fisichella auspica un miglioramento della formazione catechetica per gli adulti

CITTA’ DEL VATICANO, 19 Settembre 2013 (Zenit.org) – In vista della Giornata dedicata ai Catechisti (25-29 settembre), la Santa Sede ha annunciato alcuni dati, novità ed iniziative nell’ambito di una delle tappe cruciali dell’Anno della Fede.

Ne hanno parlato stamattina in Sala Stampa Vaticana, il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, monsignor Rino Fisichella, monsignor José Octavio Ruiz Arenas e monsignor Graham Bell, rispettivamente segretario e sottosegretario del medesimo Dicastero.

In primo luogo, il vicedirettore della Sala Stampa Vaticana, padre Ciro Benedettini, ha riferito le statistiche dell’Annuario Statistico della Chiesa, relative al numero di catechisti nel mondo, stimati in totale come 3.125.235.

Il Continente con più catechisti è l’America (1.850.197), seguita dall’Europa (554.219), l’Africa (400.834), l’Asia (303.807, ma mancano i dati di Cina e Corea del Nord) e l’Oceania (16.178).

Di seguito monsignor Fisichella ha annunciato il lancio di una nuova App che consentirà la lettura del Catechismo della Chiesa Cattolica e del relativo Compendio su tablet e smartphone.

L’applicazione, scaricabile gratuitamente, è stata resa possibile grazie al contributo della Conferenza Episcopale Italiana e permetterà, attraverso l’indice, di leggere automaticamente il numero del Catechismo desiderato. Sarà inoltre possibile digitare e rintracciare parole-chiave e “linkare” i testi di riferimento su Facebook e Twitter.

Relativamente alle Giornate dedicate alle Catechesi, Fisichella ha ricordato il Consiglio Internazionale per la Catechesi, in programma mercoledì 25 settembre. “Compito di questo Consiglio è quello di studiare le più importanti questioni della catechesi per favorire un servizio unitario alle Conferenze episcopali e permettere lo scambio di esperienze tra gli operatori della catechesi”, ha spiegato il presule.

Seguirà il Congresso internazionale di catechesi, in programma nell’Aula Paolo VI dal 26 al 28 settembre. “In un periodo di profonda frammentarietà culturale – ha commentato monsignor Fisichella – il Congresso intende proporre alcune strade per la formazione unitaria dei catechisti con il desiderio di offrire alla comunità cristiana una nuova spinta dinamica nella riscoperta della ricchezza della fede e del suo innegabile valore per portare senso alla vita personale”.

I congressisti saranno ricevuti da papa Francesco che impartirà la sua catechesi, venerdì 27 settembre, alle ore 17. Al congresso sono stati invitati i rappresentanti delle Conferenze Episcopali e delle diocesi per l’evangelizzazione e la catechesi, con una risposta positiva da parte di 104 delegazioni, da 50 paesi diversi, per un totale di 1600 partecipanti.

La terza tappa dell’evento saranno le Giornate dei Catechisti (28-29 settembre), che culmineranno con il tradizionale pellegrinaggio sulla tomba di San Pietro. 14 vescovi divisi in cinque gruppi linguistici (italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese), terranno le loro catechesi in varie chiese nei dintorni di San Pietro, dove si svolgeranno le adorazioni eucaristiche e sarà possibile ricevere il sacramento della confessione.

Per quest’ultimo evento, che culminerà con la Santa Messa, presieduta da papa Francesco, domenica 29 settembre, alle 10.30 in piazza san Pietro, sono attesi oltre 100.000 pellegrini, ha riferito monsignor Fisichella.

“Tutto questo evento nella sua globalità avrà come tema caratterizzante l’espressione: Il catechista testimone della fede – ha aggiunto il presule -. Quanti, infatti, sono chiamati ad assumere la grande responsabilità in questa fase della trasmissione della fede, sanno che la testimonianza di vita è elemento privilegiato per la credibilità della loro missione”.

Sollecitato dalle domande dei giornalisti, monsignor Fisichella ha toccato vari risvolti del tema della catechesi. La formazione di questi ultimi è un lavoro complesso, pieno di luci e ombre: in positivo va rilevato il buon livello della catechesi “tradizionale” legata alla formazione sacramentale; il rovescio della medaglia è l’insufficiente sviluppo della catechesi familiare e destinata alle persone che hanno completato il ciclo dell’iniziazione cristiana.

“A livello europeo – ha aggiunto Fisichella – una nota dolente è la formazione degli adulti. La catechesi non comporta una formazione generica, né uno studio teorico ma deve coniugare la maturazione della fede con la testimonianza della vita”. La catechesi, quindi, non deve essere legata a uno “schema scolastico” ma alla “vita concreta delle persone”.

Il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione ha inoltre sottolineato la preminenza femminile tra i catechisti. “In molte diocesi se non ci fossero le donne, chiuderebbero migliaia di parrocchie”, ha commentato Fisichella.

Il presule si è infine soffermato sul ruolo dei catechisti laici che in molti paesi, in particolare in Africa e in America Latina, svolgono una vera e propria “evangelizzazione ed opera di pastorale”.

Un aspetto, quest’ultimo, rimarcato anche da monsignor José Luis Ruiz Arenas, che ha detto: “I catechisti non sono molto numerosi ma per i parroci sono i collaboratori più importanti. In molte piccole comunità sono gli unici a diffondere il Vangelo, in mancanza di sacerdoti o religiosi”.

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