Fiocco… bianco in Birmania. È nato un elefantino albino, una vera rarità

Junta en Birmania recupera nacimiento de elefante albino como signo de buen  augurio

AGI – Trattata sulla scena internazionale con diffidenza quando non con disprezzo, alle prese con una feroce opposizione interna, la giunta militare birmana è convinta di essere destinata a lunga vita: quella che dovrebbe garantirle la nascita di un raro elefante bianco. Così raro che nel mondo ne esistono appena una trentina.

Da quando ha preso il potere, la giunta ha represso le proteste, ha arrestato la presidente eletta Aung San Suu Kyi ed è stata accusata di crimini di guerra. Ma la nascita dell’elefante – che per la verità è più grigio latteo che bianco – nello stato occidentale di Rahkine è stata salutata come segno di buona sorte.

Gli antichi governanti consideravano gli elefanti bianchi estremamente propizi e il loro aspetto era considerato un simbolo di giusto potere politico. Il piccolo pachiderma comparirà su uno speciale francobollo pubblicato  per celebrare il 75esimo anniversario dell’indipendenza del Myanmar dalla Gran Bretagna e un set di monete d’oro commemorative con l’immagine dell’animale è già stato coniato per l’occasione.

All’elefante è stato dato il nome di “Rattha Nandaka”, dalle antiche parole pali per “Paese” e “felicità”.

Per rafforzare le credenziali del suo ritrovato buon auspicio, i media statali hanno insistito sul fatto che abbia un pedigree quasi impeccabile, con sette delle otto caratteristiche standard per un elefante albino, tra cui “occhi color perla” e “dorso a forma di ramo di piantaggine”.

In Myanmar, dove gli indovini vengono consultati per le decisioni quotidiane e politiche, la mania per gli elefanti bianchi risale a secoli fa. Le cronache tradizionali raccontano di re in Thailandia, Laos e Myanmar – allora noto come Birmania – che combattevano per catturare gli elefanti bianchi dei regni rivali. L’esorbitabnte costo per il loro mantenimento in uno stile opportunamente sontuoso ha dato origine all’espressione moderna in cui un “elefante bianco” è un bene inutile, anche se bello.

Una creatura ereditata da un re birmano del XIX secolo era servita da trenta servi e vestita con un “bel panno rosso abbondantemente tempestato” di rubini e diamanti, secondo la descrizione fatta da un funzionario britannico in visita.

Sui social però la nascta non è stata accolta con lo stesso entusiasmo mostrato dai militari. “Sembra che abbia usato troppa crema solare” ironizza qualcuno, sottolineando il colore grigiastro.

Golpe e regime. Altri sei anni di carcere a Suu Kyi, in Myanmar prima inviata Onu

Inflitti dalla giunta militare sei anni alla leader dell’opposizione che ora dovrà scontarne 17. La responsabile delle Nazioni Unite Noeleen Heyzer è partita oggi
Le proteste per la liberazione di Suu Kyi subito dopo il golpe nel Myanmar nel febbraio 2021

Le proteste per la liberazione di Suu Kyi subito dopo il golpe nel Myanmar nel febbraio 2021 – Reuters

da Avvenire

L’inviata speciale delle Nazioni Unite per il Myanmar, Noeleen Heyzer, è partita oggi per la sua prima visita nel Paese da quando è stata nominata lo scorso ottobre: il viaggio giunge all’indomani della nuova condanna – questa volta a sei anni di reclusione – inflitta all’ex leader Aung San Suu Kyi con l’accusa di corruzione. Heyzer «affronterà il deterioramento della situazione e le preoccupazioni immediate, nonché altre aree prioritarie del suo mandato», ha reso noto l’Onu in una dichiarazione diffusa ieri, senza fornire informazioni su chi incontrerà tra i vertici della giunta o se cercherà di incontrare Suu Kyi. La condanna di ieri porta a 17 il totale di anni di carcere che dovrà scontare adesso Suu Kyi.

La premio Nobel Aung San Suu Kyi ha compiuto a giugno 77 anni

La premio Nobel Aung San Suu Kyi ha compiuto a giugno 77 anni – Ansa

La giunta, al potere dal primo febbraio 2011 dopo l’azione dei militari contro il governo, ha confermato in un comunicato che il viaggio di Heyzer inizierà oggi, ma non ha fornito ulteriori dettagli.
E mentre l’Onu tace invece sulla nuova condanna, a reagire è stata invece l’Unione Europea. «Condanno l’ingiusta sentenza inflitta ad Aung San Suu Kyi di ulteriori 6 anni di detenzione, e mi rivolgo al regime in Myanmar perché rilasci immediatamente e incondizionatamente lei e anche tutti i prigionieri politici e rispetti il volere del popolo», ha scritto su Twitter l’Alto rappresentante della Politica estera Ue, Josep Borrell. La nuova sentenza al carcere per Aung San Suu Kyi da parte del regime militare in Myanmar costituisce «un affronto alla giustizia e allo stato di diritto», ha dichiarato invece un portavoce del Dipartimento di Stato americano, che ha definito «ingiusti» tanto l’arresto quanto la condanna dell’anziana statista birmana Premio Nobel per la Pace.

Birmania: monaci in strada contro la giunta militare

Decine di monaci buddisti pro-democrazia sono scesi in strada della seconda città più grande della Birmania, Mandalay, contro il golpe militare. Nel 14esimo anniversario delle proteste di massa promosse dagli stessi monaci contro il precedente regime della giunta militare, represse nel sangue.

La Birmania è in subbuglio e la sua economia è paralizzata da febbraio, quando i militari hanno estromesso il governo civile di Aung San Suu Kyi, ponendo fine a un esperimento di democrazia decennale. In tutto il Paese si è radicata una resistenza anti-giunta, che ha spinto i militari a scatenare una brutale repressione del dissenso. Secondo un gruppo di monitoraggio locale, più di 1.100 civili sono stati uccisi e 8.400 arrestati.
Storicamente i monaci sono stati visti come un’autorità morale suprema che ha organizzato la comunità, talvolta mobilitando l’opposizione ai regimi militari. Ma dopo quest’ultimo golpe c’è stata una frattura, perché alcuni importanti ecclesiastici hanno dato la loro benedizione ai generali, mentre altri hanno sostenuto i manifestanti. Oggi i monaci hanno sfilato per le strade di Mandalay invocando la liberazione dei prigionieri politici, compresi i membri del partito di Aung San Suu Kyi, che ha vinto in modo schiacciante le elezioni dello scorso novembre. (ANSA).

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