Nel giorno dell’Assunzione Maria ci richiama a rendere forte la fede e sicura la speranza

di Salvatore M. Perrella

Il 15 agosto la cristianità intera celebra, sin dal secolo VIII, l’avvenimento dell’assunzione al cielo di Maria di Nazaret, madre del Crocifisso-Risorto, icona di coloro che accolgono nella fede la promessa di Dio in un futuro e in una “dimora” di luce e di pace, che a lei sono state donati in modo anticipato rispetto a noi. Ecco perché la liturgia del giorno pone come antifona d’inizio il noto brano di Apocalisse: “Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna ammantata di Sole, con la Luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di stelle” (12, 1).
La celebrazione liturgica rilegge questo brano apocalittico e lo rafforza nella prospettiva escatologica che tutti coinvolge con la proclamazione della prima Lettera ai Corinzi (15, 20-27), dove si afferma Cristo risorto come primizia di coloro che sono morti: grazie a lui e al suo mistero di Pasqua, la morte non fa più paura, non tiene più l’ultima mesta parola, in quanto tutti coloro che muoiono in Cristo riceveranno per mezzo suo la vita immortale, quella che ha come orizzonte permanente la comunione dei santi in Dio.
In questo giorno Maria ci richiama a rendere forte la fede e sicura la speranza. Tutti quelli che come lei “sono di Cristo” saranno con lui per sempre. Questa “bella notizia”, passa però, per il pungiglione della morte (cfr. 1 Corinzi, 15, 55). Mentre per molti di noi la morte è un dramma, una iattura, una cancellazione del nostro essere, per la Vergine Maria non è stato, non è così. Per lei la morte, ha insegnato Giovanni Paolo II, è stata causata (ella è Immacolata, la resa Innocente dall’Amore trinitario), dal suo essere creatura umana, immersa nel cammino che inevitabilmente porta alla morte e a cui lo stesso Gesù si è volontariamente assoggettato. Per lei la morte, o Dormitio come la definisce l’Oriente cristiano, ha realizzato il ricongiungimento stabile con l’amato, con il Dio dell’alleanza e della promessa. Per cui il corpo mortale di Maria è stato rivestito di immortalità, compiendosi così in lei la parola della Scrittura: “La morte è stata inghiottita nella vittoria (…) Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo” (1 Corinzi, 15, 55-57).

(©L’Osservatore Romano 14 agosto 2013)

15 Agosto: Solennità di Maria Assunta in cielo

AssunzioneL’assunzione di Maria è un dogma definito solennemente da Pio XII il 1° novembre 1950 con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus che così recita: “L’Immacolata Madre di Dio sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo. Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica” (nn. 44-45).

Secondo tale costituzione il dogma dell’Assunzione non è stato inventato dal Papa ma trova il suo fondamento nella tradizione patristica che a sua volta ha interpretato la Sacra Scrittura.

I due testi biblici che implicitamente contengono il dogma dell’Assunzione sono: 1) “Porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccierà la testa e tu le insidierai il calcagno” Gn 3,15. La donna del Protovangelo in senso pieno è Maria e la sua piena vittoria sul peccato e sulla morte si realizza con l’Immacolata Concezione e con la sua Assunzione corporea; 2) “Piena di grazie” Lc 1,28 perché in lei Dio ha disposto grazie in sovrabbondanza, per tale motivo i Padri e la Chiesa hanno concepito i dogmi dell’Immacolata Concezione e dell’Assunzione.

Dunque, se la donna delle origini, Eva, ascoltò il serpente con tutte le conseguenze negative che se ne sono avute, la nuova Eva, Maria, con Cristo suo Figlio partecipò intimamente alla sua opera redentrice nella lotta e nella vittoria contro il demonio, il peccato e la morte. Perciò, come la resurrezione fu l’epilogo della salvezza operata da Cristo, così, si ritenne opportuno che la partecipazione di Maria a questa lotta fosse coronata dalla glorificazione del suo corpo verginale.

La definizione del dogma da parte del Papa non fu comunque un atto improvviso o arbitrario, piuttosto si può considerare come quella tappa finale di un lungo periodo di studi e di una fede già professata dal popolo di Dio. Alcuni Santi tra il IV e il V secolo affermarono che Maria dopo la morte non subì corruzione e che la sua anima, subito dopo la morte, si riunì nuovamente al suo corpo.

Nel VI secolo in oriente cominciò a diffondersi la celebrazione liturgica del Transito o Dormizione di Maria, che venne fissata con decreto particolare dall’imperatore Maurizio al 15 agosto. A Roma, già nel VII sec. si celebrava la festa della dormizione della Vergine, associata ad altre feste. Ciò pose il problema della risurrezione immediata del corpo di Maria, provocando una scissione tra gli assertori e coloro che la negavano. Ancora oggi in ambito teologico si discute circa la resurrezione immediata o meno dei corpi.

La festa di oggi in ogni caso vuole essere un grande ringraziamento a Dio poiché la grandezza di Maria è un onore per tutti quanti. La sua Assunzione nella gloria del cielo è speranza e garanzia del nostro glorioso destino. Maria da parte sua, in quanto Arca dell’Alleanza, poiché stella del mattino ci ricorda che Dio ha fatto grandi cose per lei e per tutti quanti noi: ci ha innalzati alla dignità di suoi figli, fatti a sua immagine e somiglianza e ci ha destinati alla felicità eterna.