Nella festa dell’Assunta, alcune parole del cardinal Martini possono aiutarci a cogliere il senso profondo di una festa che guarda oltre il tempo

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La festa di Ferragosto, ancora una volta – in questo tempo per tutti così fragile, tra passato e futuro, in mezzo a sentieri sconosciuti –, interpella i cristiani con l’invito a guardare al volto e alla vita di Maria, nella luce della comunione definitiva della sua vita con la Vita del Figlio. Vorrei condividere alcune parti dell’omelia che il card. Martini ha pronunciato in Duomo, a Milano, il 15 agosto 2001, per aiutare quanti sostano sulla Parola a entrare in questa festa del mezzo agosto.

“La prima e la terza lettura che abbiamo appena ascoltato ci aiutano a penetrare nel significato di questa festa e insieme ci richiamano due insegnamenti fondamentali: uno ci ricorda il carattere conflittuale del nostro cammino di fede e l’altro che allarga gli orizzonti della nostra preghiera.

Nel brano dell’Apocalisse di san Giovanni – con un affresco drammatico, avvincente, ricco di simboli misteriosi – viene descritta la lotta cosmica che si svolge nella storia: la donna rappresenta il popolo di Dio che affronta il dramma di una storia segnata dal peccato e dal rifiuto della trascendenza. Il drago, cioè il serpente antico, è segno della violenza, della morte, simbolo di tutte le forze del male. Secondo la tradizione patristica, fin dai tempi di Agostino, in Maria contempliamo anche l’icona e il modello della Chiesa – e di ogni credente – che giunge alla vittoria attraverso quelle che sono chiamate le “doglie del parto”, attraverso cioè l’incessante lotta contro le forze ostili, contro la menzogna e l’inganno, passando anche attraverso la persecuzione e il martirio. Questa pagina biblica ci insegna che l’esistenza cristiana non è un semplice itinerario che va di luce in luce; è invece uno scontro senza sosta tra tenebre e luce, tra mondanità e valori evangelici, tra egoismo e dono di sé, tra vendetta e perdono, tra violenza e mitezza; non c’è prova che venga risparmiata a chi vive il Vangelo. Ma chi si affida a Dio sarà vittorioso. In questo sabato del tempo la Madonna ci sostiene nella difficile avventura della fede; ci aiuta a contrastare le forze che tentano di opporsi alla legge della Croce, che sa trarre il bene dal male, ci consola nell’impegno quotidiano della testimonianza e della carità; ci protegge e ci infonde speranza certa nella vittoria finale.

Un secondo insegnamento ci è offerto dal testo del vangelo. Alle parole ispirate di Elisabetta che proclama Maria beata perché ha creduto, ella risponde con il Magnificat. Maria ama Dio con un amore grande e lo “magnifica”, vorrebbe cioè che fosse riconosciuta e proclamata pienamente la sua grandezza, perché Dio l’ha colmata di grazia, si è chinato su di lei. Ed esulta, cioè salta di gioia, danza, loda Dio come Signore e salvatore. Nel suo canto Maria loda il Signore della storia, che sa confondere i piani dei potenti e rovesciare la scala di valori a cui i cosiddetti potenti si ispirano. Maria ci consegna così un secondo prezioso messaggio di questa festa: quello del primato della lode nella nostra vita.15
Rivolgiamo allora la nostra invocazione all’Assunta che, con la radicale santità della sua vita, è primizia del mondo nuovo, è la nostra terra promessa.

O Maria, Madre della fede, che ti sei lasciata possedere totalmente da Dio, prega per noi affinché possiamo amarlo come tu lo ami, aiutaci a vedere il mondo come lo vedi tu, a contemplare la storia come luogo della bontà, della misericordia, dell’amore del Padre e di Gesù per tutta l’umanità, per i poveri, gli umili, i sofferenti, gli emarginati, per me, per ciascuno di voi. Madre della speranza, che hai pazientato con pace nel Sabato Santo, mentre il tuo Figlio morto giaceva nel sepolcro, insegnaci a guardare con pazienza e perseveranza a ciò che viviamo in questo sabato del tempo in cui molti, anche cristiani, sono tentati di non sperare più nella vita eterna e neppure nel ritorno del Signore. Tu che sei la Madre dell’amore e della lode, donaci di partecipare ogni giorno della nostra vita alla tua lode, al tuo Magnificat, di esultare con te per le piccole e grandi cose che il Signore continua a operare in mezzo a noi, di gioire con te nella certezza che Gesù Risorto è già presente, pur se in modo velato, nel mondo e nella storia. Amen”.
vinonuovo.it

15 agosto. L’Assunzione di Maria: cosa significa

Franceco Coghetti: Assunzione della Vergine

Ogni anno il 15 agosto la Chiesa cattolica ci invita a guardare con maggiore attenzione alla Madonna, a conoscerla meglio, a pregarla di più. Si festeggia infatti la solennità dell’Assunzione della Vergine Maria. Fu Pio XII con la Costituzione apostolica “Munificentissimus Deus” a proclamare «dogma da Dio rivelato che: l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».

Cosa vuol dire dogma

Folla in Piazza San Pietro per il 50° di proclamazione del dogma

Folla in Piazza San Pietro per il 50° di proclamazione del dogma – Siciliani

Il dogma, come noto, è una verità di fede insegnata dalla Chiesa come rivelata da Dio. I dogmi mariani della Chiesa cattolica sono quattro. Oltre all’Assunzione, quello proclamato dal Concilio di Efeso (431) che attesta che «Maria è la Madre di Dio, visto che ha dato alla luce la Seconda Persona della Trinità, che si è fatta uomo per il nostro bene». Poi la perenne verginità di Maria (Concilio di Costantinopoli del 553) e l’Immacolata Concezione. A proclamare questo dogma fu l’8 dicembre 1854 Pio IX con la Costituzione apostolica “Ineffabilis Deus”, che spiega: «La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale».

Perché il 15 agosto

Folla in Piazza San Pietro per il 50° di proclamazione del dogma

Folla in Piazza San Pietro per il 50° di proclamazione del dogma – Siciliani

La scelta della data del 15 agosto per la solennità delll’Assunta ha un’origine piuttosto complessa. «Sembra dipenda – spiega il biblista e mariologo padre Alberto Valentini – dal fatto che a Gerusalemme, il 15 agosto – a partire dal V secolo – si celebrava il giorno di Maria madre di Dio. Verso l’inizio del VI secolo, anche sotto l’influsso degli apocrifi che cercavano di raccontare gli ultimi giorni della vita di Maria sulla terra, la festa del 15 agosto cambiò nome e significato, e fu designata con appellativi diversi: Assunzione, Transito e in particolare Dormizione, titolo che si imporrà in Oriente a partire dall’VIII secolo».

Il riposo di Augusto

Benedetto Diana: L'Assunzione della Vergine

Benedetto Diana: L’Assunzione della Vergine – Foto Mariga

Abbiamo detto che il dogma dell’Assunta risale al 1950 ma, spiega ancora padre Valentini,tale «proclamazione del dogma dell’Assunzione è il punto d’arrivo di un lungo cammino di fede, pietà e ricerca teologica, non solo della Chiesa cattolica, ma ancor prima dell’antica tradizione bizantina. Ne sono particolare testimonianza, in Oriente, le solenni e vibranti omelie sulla koímesis o dormizione della “Theotókos” (Madre di Dio) e, in Occidente, le tante chiese e cattedrali dedicate, nei secoli, alla Vergine assunta».
Il 15 agosto è naturalmente conosciuto anche come ferragosto, parola che deriva dalle Feriae Augusti, istituite a Roma nel 18 a.C.. Richiamavano il riposo di Augusto in onore dell’imperatore. In realtà veniva chiamata così la prima parte del mese di agosto tradizionalmente dedicata al relax e alle feste .Il 15 agosto come lo intendiamo adesso risale invece al ventennio fascista quando, dal 13 al 15 agosto venivano organizzate gite popolari attraverso treni speciali, inizialmente solo di 3ª classe, con prezzi molto scontati.

L’Angelus del Papa

Papa Francesco all'Angelus

Papa Francesco all’Angelus – Ansa

Il 15 agosto, solennità dell’Assunta, è, come si dice popolarmente, festa di precetto, con obbligo di partecipazione alla Messa. Il Papa reciterà la preghiera mariana dell’Angelus a Mezzogirono.

L’Arcivescovo Morandi nel giorno dell’Assunta: “La Chiesa in cammino canti le grandi opere del Signore”

stampareggiana.it

Per la solenne celebrazione in Duomo, il vescovo sull’altare aveva al suo fianco don Luca Grassi e don Alessandro Ravazzini, parroci del Centro storico: “Di ciascuno, dopo la morte, resta solo ciò che è stato vissuto nell’amore; il resto viene travolto”

Nella vita non mancano certo problemi, difficoltà, chi mette i bastoni fra le ruote, ma il Signore è presente, non abbandona chi gli è fedele.

La vita cristiana – ha sottolineato il vescovo che sull’altare aveva al suo fianco don Luca Grassi e don Alessandro Ravazzini, parroci del Centro storico – , genera in ognuno il Cristo e il cristiano deve portarlo a sua volta a chi è in attesa del Salvatore.

Mons. Morandi ha altresì osservato che in un tempo di riposo – quale è il mese agostano – la Chiesa provvidamente con la festa dell’Assunta propone una meditazione sulle realtà ultime: la vita eterna. La Santa Messa dell’Assunta celebrata in Cattedrale è partecipazione alla liturgia eterna celebrata dei cieli; è uno squarcio di Paradiso.

E’ difficile parlare – ha continuato il presule – di questa realtà: spesso si è Chiesa depressa, incapace di contemplare la meta ultima e non è fuori posto riflettere sulla Resurrezione durante la festività ferragostana. Infatti di ciascuno, dopo la morte, resta solo ciò che è stato vissuto nell’amore; il resto viene travolto. Ecco perché è affascinante la vita cristiana; chi prima chi dopo, ognuno sarà “ al piano superiore”, come ha definito il cielo il vescovo, e lì incontreremo chi abbiamo amato.

L’arcivescovo Giacomo ha riservato un’ultima riflessione alla fretta, che contraddistingue l’uomo d’oggi e può essere definita un peccato, mentre l’urgenza con cui Maria si reca dalla cugina Elisabetta per aiutarla è un atteggiamento necessario.

Sant’Agostino diceva ai suoi fedeli: canta e cammina. Questo l’atteggiamento che deve contrassegnare anche oggi la Chiesa.

REGGIO EMILIA – Una Chiesa che canta le meraviglie del Signore ed è in cammino verso di lui: questa immagine ha proposto nell’omelia della solenne concelebrazione l’arcivescovo Giacomo Morandi ai tantissimi fedeli che oggi, giorno di Ferragosto, hanno gremito la Chiesa Cattedrale.

Come è noto, il Duomo è intitolato a Maria Assunta e dalle letture è venuto un messaggio rassicurante di fiducia: Dio è vicino ad ognuno, lo difende e lo sottrae dagli artigli del drago come recita l’Apocalisse.

 

 

Reggio Emilia / Avvisi per Domenica 15 Agosto 2021. Orari celebrazioni Cattedrale, S. Prospero, S. Teresa e S. Agostino

Domenica 15 agosto 2021 Santa Maria Assunta 

– ore 11.00 Solenne celebrazione in Cattedrale (presiede Vicario)

– ore 11 S. Messa in S. Teresa (presiede Mons. Caprioli

* In S. Prospero e in S. Agostino: Santa Messa dell’Assunta alle ore 9 

* In S. Teresa e in S. Stefano: sospesa la Messa delle ore 10.00

* In S. Agostino: sospesa la Messa delle 11.00

Indulgenza plenaria in Cattedrale il giorno 15 agosto

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