Obiettivo: asili per tutti: “Presto riusciremo a soddisfare le richieste. Ma manca il personale”

Obiettivo: asili per tutti: "Presto riusciremo a soddisfare le richieste. Ma manca il personale"
Nando Rinaldi (direttore Istituzione scuole e nidi d’infanzia del Comune):
Nando Rinaldi – direttore Istituzione scuole e nidi d’infanzia del Comune di Reggio Emilia – il sindaco Luca Vecchi durante l’evento fine mandato sabato 20 gennaio al Teatro Valli, nel quale ha ripercorso i suoi dieci anni di primo cittadino, ha dato qualche indicazione sulle sfide del futuro per la nostra città. Tra queste la piena scolarizzazione della fascia 0-3 anni. Quanto manca per raggiungere questo obiettivo?

“Il tema lanciato dal sindaco Vecchi è in realtà un obiettivo che questa amministrazione si era già dato. Non resta quindi che continuare a lavorare in questa direzione. Dal dopo Covid abbiamo registrato un sensibile aumento della domanda per fa fascia 0-3, un boom di richieste non proporzionato rispetto a un costante calo di nascite: a cui pensiamo di rispondere, con una serie di misure già in atto, già a partire dal prossimo anno scolastico”.
“Parto da alcuni dati: a oggi sono 1821 i posti disponibili per la fascia 0-3, comprendendo strutture pubbliche e convenzionate. Anagraficamente, ora i bambini di quell’età residenti nel comune sono 3097. Va detto che storicamente la platea delle famiglie che richiedeva il servizio era del 42 per cento. Una percentuale in aumento, negli ultimi anni. Ecco, attraverso il Pnrr stiamo ormai completando al Parco Ottavi un polo per l’infanzia che farà aumentare di 59 posti l’offerta. Recentemente poi alcuni lavori di ristrutturazione e organizzazione degli spazi in scuole per l’infanzia, quelle rivolte alla fascia 3-6, ci hanno consentito di creare nuovi spazi da dedicare ai più piccoli. Complice anche il fatto che sono diminuite le richieste per i bambini da 3 a 6, per effetto del calo delle nascite. In questo modo riusciremo presto a soddisfare l’intera richiesta, che al primo gennaio 2023 contava una lista di attesa di 38 domande in graduatoria. Va però considerato che a un aumento di posti disponibili corrisponde la maggiore necessità di personale, che va reclutato e pagato. Costi che vanno tenuti in giusta considerazione”.
Tra gli obiettivi c’è anche la possibilità di azzerare le rette, almeno per famiglie in bassa fascia di reddito?

“Già dal 2019, attraverso contributi regionali con fondi europei, si è applicata una scontistica sulle rette dei nidi del 50, 30 e 20 per cento in base all’Isee. Se a questa riduzione si aggiunge il bonus nido erogato dall’Inps (che è cumulabile con la riduzione) per chi ha un basso reddito, di fatto, c’è la quasi o totale gratuità. Inoltre nella nostra regione, e quindi anche nella nostra provincia, esiste già l’opportunità nella zona montana di mandare i bambini della fascia 0-3 al nido senza alcuna spesa a carico della famiglia”.
Fino a non troppo tempo fa, si credeva che la socializzazione del bambino avesse inizio solo intorno ai tre anni. E che quindi mandare un figlio al nido fosse una pura necessità per i genitori. Le scoperte scientifiche hanno smentito questa credenza…

“Assolutamente sì. Non solo, oltre ai fattori di socializzazione, equità e apprendimento è stato accertato che i bambini che frequentano il nido poi difficilmente abbandonano la scuola”.
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