Liturgia DOMENICA di Pasqua Risurrezione del Signore (ANNO B)

Grado della Celebrazione: Domenica

Colore Liturgico  Bianco

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Che cos’è che fa correre l’apostolo Giovanni al sepolcro? Egli ha vissuto per intero il dramma della Pasqua, essendo molto vicino al suo maestro. Ci sembra perciò inammissibile un’affermazione del genere: “Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura”. Eppure era proprio così: non meravigliamoci allora di constatare l’ignoranza attuale, per molti versi simile. Il mondo di Dio, i progetti di Dio sono così diversi che ancor oggi succede che anche chi è più vicino a Dio non capisca e si stupisca degli avvenimenti.
“Vide e credette”. Bastava un sepolcro vuoto perché tutto si risolvesse? Credo che non fu così facile. Anche nel momento delle sofferenze più dure, Giovanni rimane vicino al suo maestro. La ragione non comprende, ma l’amore aiuta il cuore ad aprirsi e a vedere. È l’intuizione dell’amore che permette a Giovanni di vedere e di credere prima di tutti gli altri. La gioia di Pasqua matura solo sul terreno di un amore fedele. Un’amicizia che niente e nessuno potrebbe spezzare. È possibile? Io credo che la vita ci abbia insegnato che soltanto Dio può procurarci ciò. È la testimonianza che ci danno tutti i gulag dell’Europa dell’Est e che riecheggia nella gioia pasquale alla fine del nostro millennio.

Gesù dell’Anno B, commenti ai Vangeli domenicali

di: Bruno Scapin

anno b

Non ha bisogno di una lunga e dettagliata presentazione questo testo di commenti ai vangeli domenicali del prete vicentino Battista Borsato, già noto ai nostri lettori per aver firmato anche i commenti dell’anno A (Il Padre che ama, 2019) e dell’anno C (Non maestri ma discepoli, 2018) sempre per conto delle EDB. L’autore, infatti, sinterizza nella Premessa i criteri che lo hanno guidato nella riflessione: il coraggio di pensare e di leggere, l’invito all’umanizzazione, mettere in piena luce l’umanità di Gesù.

«I libri non servono per sapere, ma per pensare» scrive Umberto Galimberti nel libro Il gioco delle opinioni. Il lettore non deve rinunciare «al rischio dell’interrogazione» per non turbare la tranquillità della propria coscienza. A partire da questa citazione, don Battista continua: «C’è bisogno di una fede adulta, di una fede intelligente che si nutra e si domandi». In un mondo diventato adulto solo una fede illuminata «può incidere nella sua crescita». E qui siamo in ritardo, perché «siamo stati educati ad avere risposte, ma non ad amare le domande», per non mettere in pericolo le nostre “certezze”. Occorre quindi lasciarsi interrogare dalla Parola del Signore.

Quanto all’invito all’umanizzazione, l’autore si sofferma sull’invito di Gesù agli apostoli a diventare «pescatori di uomini» (Mt 1,17), cioè a far crescere l’umanità delle persone, a renderle capaci di pensare in proprio, ad essere responsabili, ad agire secondo coscienza. Se poi uno possiede anche il dono della fede, è proprio questa che «deve spingerlo ancora di più a essere uomo e a creare un mondo di uomini liberi». La Parola abbellisce e fa crescere la propria umanità.

La Parola ci consegna poi Gesù vero Dio e vero uomo. Secondo don Battista, l’idea «che Gesù fosse più Dio che uomo è presente ancora oggi nella maggioranza dei credenti». In tal modo viene messa in ombra la sua umanità, viene negata la sua soggettività, la sua responsabilità e la sua libertà e il Figlio di Dio (e dell’uomo) viene esonerato «dalla fatica di cogliere il pensiero del Padre e di vivere il suo progetto». Solo la vera e affascinante umanità di Gesù «può diventare stimolo e attrazione per noi uomini e donne a giocare arditamente e impavidamente la nostra vita». E i testi evangelici abbondano nel riferire i tratti umani del Figlio di Dio.

L’autore struttura i suoi commenti su uno schema consolidato: il testo del vangelo domenicale, la scelta di tre versetti sui quali sviluppare le riflessioni e, infine, “Due piccoli impegni” per tradurre nella vita il messaggio ascoltato e commentato.

Il commento ai versetti è ricco di riferimenti alla vita, di citazioni di autori di ieri e di oggi, di annotazioni piene di concretezza. In questo, don Battista è facilitato dal fatto di essere direttore di Casa Mamre che, oltre a offrire consulenza matrimoniale, è centro diocesano di educazione all’amore e alla affettività. Lì si incontra la vita vera con i problemi da affrontare e i nodi da sciogliere. Forte di questa esperienza, l’autore ci aiuta a capire quanto la Parola sia indispensabile per illuminare la vita e indicare la strada.