Presidente Anne Frank Fund, inchiesta traditore piena di errori

 © ANSA

Il presidente della fondazione creata dal padre di Anne Frank, John Goldsmith, critica duramente l’inchiesta che secondo i suoi autori avrebbe portato all’identificazione di uno sconosciuto notaio ebreo, Arnold van den Bergh, come colui che nel 1944 rivelò dove si nascondeva la celebre autrice del ‘Diario’, poi uccisa nel campo di Bergen-Belsen.

Per Goldsmith, citato dal giornale svizzero Blick am Sonntag, la ricerca condotta da un team che comprende l’ex agente Fbi Vincent Pankoke nonché una ventina tra storici, criminologi ed analisti dati è “piena di errori” e non offre prove convincenti.

Il libro con i risultati della ricerca è uscito martedì scorso.
“Non è stata prodotta alcuna prova – attacca il presidente dell’Anne Frank Fund -. Seminare un’affermazione che poi diventa oggetto di pubblica discussione è un’azione che rasenta la teoria del complotto. L’affermazione è ‘Ebrei tradivano ebrei’.
Quello solo resta ed è inquietante”. (ANSA). 

Anna Frank diventa mito grazie ad Ari Folman. Fuori concorso a Cannes il film del regista israeliano

 © EPA

Una volta si diceva cartone animato e si pensava subito a un film solo per bambini; poi si è cominciato a parlare di graphic novel e tutto è cambiato sintonizzando il mondo degli adulti su temi e storie che hanno a che fare più con la realtà che con la favola. E poi arrivò l’israeliano Ari Folman che oggi porta fuori concorso al festival il suo nuovo lavoro DOV’E’ ANNA FRANK.

La prima sorpresa, mentre sullo schermo scorrono le immagini, pulite e levigate da un tratto lieve proprio come in un’antica favola, viene dalla scelta di spostare l’obiettivo sull’amica del cuore, l’immaginaria Kitty a cui Anna Frank indirizzava le lettere raccolte nel celebre diario scritto durante l’occupazione nazista dell’Olanda. Nel film Kitty si ritrova trasportata nel tempo all’Amsterdam di oggi, proprio nella casa abitata oltre 70 anni fa dalla sua coetanea. Se Kitty è viva e vegeta -pensa lei stessa – la stessa sorte deve essere toccata ad Anna, nonostante le paure, la caccia nazista agli ebrei, i bombardamenti e la guerra ancora non decisa. Così Kitty esce di casa, incontra un ragazzo, Peter, che si batte per portare in salvo irregolari, immigrati, perseguitati, e con lui va alla ricerca dell’amica più cara. A guidarla è il prezioso diario che il papà di Anna, Otto, le aveva regalato e che ora è fitto di ricordi, speranze, storie quotidiane. Ma ciò che Kitty trova fuori dalle mura della vecchia casa non è il sogno di pace e libertà che ha diviso con l’amica: brutalità, polizia, indifferenza, paura del diverso stanno ancora lì e salvare anche un solo perseguitato sembra un’impresa. Il giovane Peter (lo stesso nome dell’unico ragazzo che Anna ha amato) sa cosa deve fare, Kitty scopre che oggi la sua amica vive ovunque e da nessuna parte perché dove un solo individuo è in pericolo, lì c’è anche lei. (ANSA).