Allegria è il nome di Dio

in settimananews

È un vero e proprio “inno alla gioia” quello che il parroco napoletano, docente di teologia pastorale e scrittore, innalza di fronte a Dio e al mondo degli uomini che cercano speranza e motivo per camminare con senso nei giorni loro donati sulla terra. Un inno all’“allegria”, per meglio dire. Perché egli si immagina che questo sia uno splendido nome che si addice meravigliosamente al Dio dei cristiani.

Troppo tempo perso dietro ad un una spiritualità di tristezza, dolore, macerazione, tesa fra bastone e carota. Tradimento di un Dio che è Padre di Allegria, la gioia del mondo. All’inizio egli «Vide che tutto era molto buono», e fu felice. E la sua allegria l’ha donata agli umani con Gesù, il cui nome è Allegria.

In undici lampi di luce, capitoletti di allegria liofilizzata, Matino ripercorre la storia della salvezza dall’inizio della creazione fino all’annuncio del vangelo della gioia portato da Gesù e affidato ai suoi discepoli.

«Se qualcuno ha deciso di essere felice – afferma Agostino – deve assicurarsi ciò che rimane per sempre e non ci può essere tolto da nessuna circostanza sfortunata. E se Dio è eterno e non viene mai a mancare, chi ha Dio con sé è felice» (De vita beata, 2,11: PL 32,966I; cit. a p. 96).

«Rallegrati, piena di grazia», annuncia l’angelo a Maria all’alba di una nuova storia.

Splendida la poesia che l’amico Erri De Luca ha fatto avere all’autore su un semplice foglio di carta. “Il vento di marzo, si intitola.

Il Padre di Allegria ha inviato il suo angelo a Miriam, ebrea di Galilea. Maria è invitata alla gioia piena, ad accogliere il piano di Dio di iniziare un percorso nuovo nel mondo, per devastare il male e ridonare vita ai cuori prosciugati dalla tristezza. «Non è strano in natura inseminarsi al vento come fiori. Fiore è il nome del sesso delle vergini, coglierlo è deflorare. Maria rimase incinta di un angelo in avvento a porte spalancate, a mezzogiorno. Il vento si è seduto al suo fianco, ha sciolto la cintura lasciando seme in grembo. Maria fu salita senza scostare l’orlo del vestito. Benedetto il vento che scuote spighe e copre di pagliuzze quelli che vanno dietro i mietitori. Ha raccolto del grano, lei contava tre mesi dal maestrale di marzo che le baciò il respiro facendola matrice di un figlio di dicembre, che è luna di (Kisler [sic; Kislew o Kisleu]) per lei Miriam, Maria, ebrea di Galilea» (pp. 26-27).

L’allegria si spande nell’annuncio e nei segni compiuti da Gesù. Non un’allegria ridanciana e superficiale, che nasconde tristezza interiore, ma luce nelle tenebre, forza nel cammino, speranza certa negli occhi.

Quando l’allegria “acchiappa” la vita (come ama dire l’autore), i giorni si fanno sereni dentro, la vita contagia, le difficoltà sono prese su da Gesù e da tanti altri che mi accompagnano nei miei giorni. «Cos’altro sono i servi di Dio, se non quasi suoi giullari, che debbono levare in alto i cuori degli uomini (corda hominum) e muoverli alla letizia spirituale?» si domandava Francesco d’Assisi. «Si guardino i frati dall’apparire fuori ravvoltati e ipocritamente tristi – aggiungeva altrove –, ma sempre si mostrino allegri nel Signore, sorridenti e gai, e convenevolmente graziosi» (cit. pp. 93-94).

Il volto del cristiano è quello di uno abitato da Allegria. Abita come tutti il tempo che gli è dato, le sofferenze, i mali del mondo, il travaglio della morte. Ma il suo cuore è sereno e contagia allegria, il volto vero del cristianesimo per troppo tempo dimenticato (splendide su questo le pagine di Matino nel primo capitolo). «La lotta per la felicità può diventare lotta per un’umanità nuova che, oltre le differenze, creda possibile una rivoluzione che cambi il corso della storia e renda possibile una terra come casa abitata da fratelli» (p. 95).

Gesù è dalla nostra parte, sempre, per sempre (cf. Rm 8,32). Perciò, «Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripete: siate lieti», afferma l’Apostolo (Fil 4,4). Paolo lo fu, come innamorato di Cristo, anche se per me, a differenza di Matino, sulla strada di Damasco non lasciò nessun cavallo… (cf. p. 87).

Pagine davvero splendide.

Gennaro Matino, L’allegria (Le ispiere s.n.), EDB, Bologna 2018, pp. 104, € 8,00, ISBN 978-88-0-56913-9.

Un video davvero particolare, dove domina l’allegria


Per celebrare gli 800 anni di vita dell’ordine mendicante la Provincia romana dei Domenicani Santa Caterina da Siena hanno avuto l’idea di girare un video davvero particolare, dove domina l’allegria. Titolo: “Dietro le quinte – Frati Domenicani”

Il video realizzato in chiave autoironica narra in poche istantanee e frammenti il senso della vita fraterna oggi dei domenicani, i religiosi spesso conosciuti fin dai tempi di Dante Alighieri come i “cani del Signore” (Domini canes).

Il filmato racconta soprattutto lo stile di annuncio festoso di questa famiglia religiosa chiamata, come il suo fondatore san Domenico di Guzman, ad annunciare il Vangelo in ogni frontiera del mondo, secondo il motto dei frati: Laudare, benedicere, praedicare (lodare, benedire e predicare) .
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L’anno giubilare dei frati predicatori è iniziato il 7 Novembre 2015 (festa di tutti i santi dell’ordine) e si concluderà il 21 Gennaio 2017 (in coincidenza dell’approvazione della bolla nel 1217 Gratiarum omnium largitori da parte di papa Onorio III).

D’altronde, come dice papa Francesco – si legge nel testo di presentazione del video -, «la festa è una categoria teologica della vita. E non si può vivere la vita consacrata senza questa dimensione festosa».

Avvenire