Il santo del giorno 28 Dicembre Santi Innocenti Martiri

Credere significa dare credito al futuro e dare strada alle nuove generazioni

MATTEO LIUT

Dall’Ucraina all’Iran, alla Siria o allo Yemen fino a tutte le altre decine di conflitti in tutto il mondo: a fare le spese delle violenze alimentate dagli interessi di pochi “adulti” sono sempre i tantissimi piccoli. Le voci di queste giovani vittime oggi si levano in tutto il mondo per denunciare la nostra incapacità di aprirci al futuro per la paura di perdere quel poco che possediamo. Sono le stesse voci che il re Erode volle mettere a tacere, spaventato per la nascita di un bambino, il Figlio di Dio, che egli percepiva come una minaccia e non come una promessa. Celebrando i santi Innocenti martiri, la liturgia ci pone davanti agli occhi una scena che lacera il cuore: il re della Giudea, terrorizzato da ciò che Gesù avrebbe potuto diventare, ovvero un nuovo “sovrano” come annunciato dai Magi, decise di far uccidere tutti i bambini nati alla stessa epoca. La provocazione è ancora attuale: gli adulti oggi sono pronti a lasciare che le nuove generazioni diventino ciò a cui sono chiamate o preferiscono soffocare il loro destino per evitare ogni “rischio”? Siamo pronti a lasciare che le nuove generazioni prendano in mano il destino dell’umanità e a lasciarci sostituire da loro nei luoghi dove si prendono le decisioni? Credere significa anche dare credito al futuro, affidarsi a un neonato inerme, nato in una “periferia” e adagiato in una mangiatoia.

Altri santi. San Gaspare Del Bufalo, sacerdote (17861837); santa Caterina Volpicelli, religiosa (1839-1894).

Letture. Romano. 1Gv 1,5-2,2; Sal 123; Mt 2,13-18.

Ambrosiano. Ger 31,15-18.20; Sal 123 (124); Rm 8,14-21; Mt 2,13b-18.

Bizantino. Eb 10,1-18; Mc 11,22-26. t.me/santoavvenire

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28 Dicembre, Santi Innocenti

Grado della Celebrazione: FESTA
Colore liturgico: Rosso

Da Betlemme si scorge, su una collina, una fortezza in rovina: si tratta della tomba del re Erode. Il luogo di nascita di Cristo, invece, era un’umile grotta. Questi due diversi luoghi ben caratterizzano i due diversi re; dobbiamo scegliere tra loro: l’uno era superbo e crudele, l’altro mite e umile. Erode cercava di eliminare ogni rivale, tanto che nemmeno la sua stessa famiglia era al riparo. Di conseguenza, il suo cuore, indurito da lunghi anni trascorsi nel peccato, non provò pietà alcuna per la sofferenza di bambini innocenti, che oggi commemoriamo.
La loro morte ci pone di fronte a un paradosso: essi sono morti al posto di Cristo, venuto a morire per loro!
Cristo, Principe della Pace, era venuto a riconciliare il mondo con Dio, a portare il perdono ai peccatori e a farci partecipare alla sua vita divina. Possiamo dunque essere sicuri che, nonostante non avessero bisogno di perdono, i santi Innocenti, che hanno perso la loro giovane vita per Cristo e per il suo vangelo, sono stati fra i primi a entrare nella gioia della vita eterna.