Simone Cristicchi. “Il teatro mi salva dalla grande menzogna”

“Ci siamo abituati a un linguaggio violento, all’orrore”. E al mondo “pericoloso” dello spettacolo e della discografia: “Troppi messaggi dannosi”


Sereno. Nessuna rabbia, né rimpianto. Semmai dignità e libertà e nessun timore di raccontare come stanno le cose, di spiegare che “anche io ero diventato come tanti miei colleghi dipendente da numeri e classifiche”, però “mi sono accorto quasi subito del grande inganno”. Simone Cristicchi ha trovato il suo “modo di sopravvivere ed essere felice” nel teatro, in un’arte che “faccia crescere le persone”. Troppi “linguaggi diabolici, direi demoniaci – spiega – e che provocano gravi danni, specie nei bambini e nei ragazzi. Chi ci protegge?”.

Non si è arreso, però. Né ha voglia di guerre sante, è convinto invece che “dobbiamo contrastare con l’arte e la bellezza questo disegno”, che “non è complottista, ma qualcosa a cui ci siamo abituati”. Il mondo dello spettacolo “è molto pericoloso, mette al centro l’ego, l’arroganza” e “avere sempre i riflettori puntati ti spinge ad avere un’autorità, più che un’autorevolezza”.

Ma tutto questo “è destinato a crollare, è una grande menzogna. Un grande spettacolo che ci abbaglia con le sue luci e le sue scenografia di plastica e cartapesta”. Ecco, a Cristicchi piacerebbe, attraverso l’arte, “smontare queste scenografie e ritornare all’essenza”.

Avvenire