Si conclude l’anno liturgico. È legittimo domandarci che spazio abbiamo creato alla regalità di Cristo: commento alle letture di don Fabrizio Crotti

Si conclude l’anno liturgico. È legittimo domandarci che spazio abbiamo
creato alla regalità di Cristo. Il suo Regno ci è stato proposto discretamente
(quanto a rispetto della nostra libertà), ma anche con chiarezza
(per la qualità della risposta richiesta). Forse anche per noi, la
tentazione è stata accontentarci di risposte “pilatesche”, consapevoli
cioè della schiettezza della proposta di Gesù, ma incapaci di prendere
una posizione personale sufficientemente generosa. La fine di un anno
è però anche l’occasione per ringraziare. Ciò è possibile nella misura in
cui possiamo percepire di essere stati, certamente per dono, “dalla verità”.
Il coraggio di affermare (nella preghiera) di essere “dalla verità”
può essere trovato nella verifica dell’obbedienza alla parola di Gesù.
Ci possiamo semplicemente chiedere quali sono stati nei dodici mesi
trascorsi, i gesti, i sentimenti, i doni, le sofferenze, le accoglienze che
possiamo definire segnati vittoriosamente dalla logica del vangelo? La
connessione tra il regno di Gesù e la verità può essere impiegata, nell’orizzonte
della ripartenza per un nuovo ciclo liturgico, per fare appello
ad un orientamento più oggettivo nell’ascolto della Parola. Se la
regalità di Cristo è connessa con la sua realtà di rivelatore accolto, allora
una crescente profondità d’ascolto è indispensabile coefficente per
l’espandersi del suo regno. Non solo “la Scrittura cresce con chi la legge”,
ma la regalità di Cristo nel mondo cresce con l’accrescersi dell’ascolto
credente.

don Fabrizio Crotti

20 Novembre 2012