«Serviva un piano, non c’è stato» Il capo dei presidi Giannelli: «Ricominciamo come se il Covid non esistesse»

«Allo stato attuale, l’anno scolastico riprenderà regolarmente come se il Covid non ci fosse. Ma il problema è che, invece, c’è». Se non interverranno provvedimenti in queste settimane, dal 1° settembre si tornerà in classe senza mascherina, senza distanziamento e senza ingressi scaglionati. E la cosa preoccupa abbastanza il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. Che aspettava interventi sulla ventilazione nelle aule e, invece, per gli esperti dell’Istituto superiore di sanità sarà sufficiente tenere aperte le finestre per contrastare la diffusione del Covid.

Insomma: si passerà il terzo inverno in classe con sciarpa e cappotto?

Sostanzialmente sì. Sulla ventilazione meccanica nelle aule non si è mai fatto nulla, anche perché per far qualcosa servono risorse ingentissime, che non ci sono e dovrebbero essere gestite unicamente dagli enti locali. Il che comporta una discrepanza, una diversificazione di competenze e di atteggiamenti enorme, dal Nord al Sud. Ci sono enti locali molto efficienti e in grado di fare queste cose e altri che, invece, non sono nelle condizioni di farlo. Insomma: questo problema della ventilazione meccanica è stato sottovalutato e non è facilmente gestibile con l’attuale assetto legislativo. Aggiungo che si è sempre pensato che la pandemia, in qualche modo, sarebbe passata abbastanza rapidamente, nel giro di 2-3 anni. I tempi di realizzazione di questi im- pianti non si calcolano in termini di giorni o settimane, ma di molti mesi. Se si vuole che le scuole comincino a dotarsene si deve avere un piano di attuazione della durata di anni. Si tratta di un investimento a lungo termine che, come al solito, nella scuola non si fa. Perché la scuola viene sempre gestita con l’occhio alle prossime elezioni politiche e non alle prossime generazioni, per citare De Gasperi.

Come avverrà, allora, la ripartenza?

Si ricomincerà con le finestre aperte e il mio timore è che possa essere di nuovo reso necessario l’utilizzo della mascherina. Perché la dove la pandemia dovesse avere una recrudescenza, questa potrebbe essere una misura adottata.

Con tutti i fastidi che sappiamo. Aggiungo che la platea degli alunni è relativamente poco vaccinata, perché quelli che si erano immunizzati erano gli alunni più grandi, dai 15 anni in poi. Chi ha fatto la Maturità è uscito e abbiamo circa il 50% degli alunni dai 5 agli 11 anni che non è vaccinato.

Chiusa la struttura commissariale, non c’è il rischio che le Regioni, alla fine, facciano un po’ da sé, magari decidendo di chiudere le scuole in caso di aumento dei contagi?

La normativa emergenziale non è più in vigore e quindi anche le Regioni non possono arbitrariamente disporre la sospensione del servizio scolastico. Questo rischio, al momento, lo vedo secondario. Però indubbiamente c’è perché abbiamo un assetto legislativo dei poteri dello Stato che non è mai stato ben chiarito e questo fa sì che, in ambito regionale, si possano prendere decisioni discutibili.

Che cosa vi aspettate per un avvio sereno del prossimo anno scolastico, da qui alle prossime settimane?

L’auspicio migliore che si può fare è che le famiglie facciano vaccinare i loro figli. La vaccinazione è la principale arma di cui disponiamo e l’ha dimostrato risparmiando tantissime vite umane. Rivolgo un caloroso appello alle famiglie affinché questa possibilità venga sfruttata, perché il miglior argine contro la pandemia resta il vaccino. Sulla ventilazione non credo ci saranno sviluppi e quindi dobbiamo davvero sperare che non ci sia una ripresa della pandemia.

Per quanto riguarda mascherine e quarantene?

Al momento, dal 1° settembre tutto questo non c’è più e l’anno scolastico riprende in modo regolare.

Non si rischia che, anche tra i presidi,

ci siano comportamenti diversi e ognuno faccia da sé?

Assolutamente no. Il dirigente scolastico non ha competenze in questa materia: non si può imporre l’utilizzo della mascherina in assenza di ragioni sanitarie fondate. Si poteva fare nell’emergenza ma non nell’ordinaria gestione scolastica e amministrativa. Non ci saranno più nemmeno gli ingresso scaglionati.

Comincerete senza i 50mila docenti e Ata dell’organico Covid: questo potrebbe creare problemi?

Bisogna distinguere. L’organico Covid sui docenti era stato pensato per far sì che si prendesse una classe e la si smembrasse in due classi con meno alunni. Il che, però, presupponeva la disponibilità di un’aula in più, aspetto che è sempre stato problematico. Venuta meno l’esigenza del distanziamento, la possibilità di disporre di docenti in più per questa specifica ragione cade. Invece, il discorso è diverso per quanto riguarda il personale Ata. Perché le scuole hanno un organico inadeguato e l’organico Covid consentiva alle scuole di funzionare un po’ meglio con più risorse umane. Questo è un serio problema che abbiamo rappresentato al Ministro in più occasioni, sollecitando la revisione dei parametri di assegnazione del personale. A soffrire sono soprattutto le segreterie, che dovranno gestire tutti i fondi per la ripresa del Pnrr, spesso senza il Dsga. Con enormi problemi e disfunzioni.

Paolo Ferrario

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Antonello Giannelli