Scienza e fede L’unione di Giove e Saturno illuminò anche i Magi

Oltre duemila anni fa i due pianeti si sovrapposero in prospettiva e accadrà anche questa sera. Sarà come rivivere quella coincidenza che segnò anche la nascita di Gesù
Giotto, "Adorazione dei re magi", 1303-1305. Padova, Cappella Scrovegni

Giotto, “Adorazione dei re magi”, 1303-1305. Padova, Cappella Scrovegni – –

Avvenire

Il cielo dell’inizio d’inverno di questo tormentato 2020 offre uno spettacolo assolutamente da non perdere. Sul far della sera di oggi, 21 dicembre, giorno del solstizio invernale, Giove e Saturno, i due pianeti più grandi del sistema solare, per un effetto prospettico appariranno vicinissimi, molto bassi sull’orizzonte, al punto da sembrar quasi un unico oggetto. Quando due corpi celesti appaiono vicini si parla di ‘congiunzione’, una configurazione per la verità abbastanza frequente tant’è che la congiunzione Giove-Saturno, per esempio, si verifica all’incirca ogni vent’anni. Non tutte le congiunzioni, però, sono uguali. Nel caso di oggi, infatti, la congiunzione è ‘strettissima’ (si parla anche di ‘grande congiunzione’) perché i due pianeti appaiono separati di appena un quinto del diametro apparente della Luna piena. Già dallo scorso mese di luglio Giove e Saturno apparivano abbastanza vicini nel Sagittario e notte dopo notte il loro avvicinamento si è fatto sempre più stretto fino a raggiungere il minimo questa sera nel Capricorno. Basterà dirigere lo sguardo verso sud-ovest dopo il tramonto del Sole e per un paio d’ore sarà impossibile non notarli perché saranno gli oggetti più luminosi del cielo della sera. Ci si augura ovviamente che il fenomeno non sia disturbato da nuvole e da nebbie perché un evento del genere si verificherà solamente fra sessant’anni, il 15 marzo del 2080.

Congiunzioni simili a quella di questa sera si verificarono nel 1623, l’anno in cui Galileo pubblicò il suo ‘Saggiatore’ e nel 1228 e, ancora più indietro, se ne registrò un’altra assai importante e della quale parleremo a breve. Ma prima è bene fare alcune considerazioni. L’osservazione in cielo di due punti luminosi probabilmente non induce grandi emozioni nella gente che spesso liquida il fenomeno con un frettoloso ‘tutto qui?’. Ma quel ‘tutto qui?’, in realtà, sottende importanti significati. Intanto va detto che questa ‘congiunzione’ non è un evento inatteso ma previsto e ciò significa che il nostro universo è governato da leggi ben precise che consentono di fare previsioni. E poi crediamo sia bene ricordare che al momento dell’osservazione Giove, il più luminoso, si trova a una distanza dalla Terra di 886 milioni di km mentre Saturno dista 1,620 miliardi di km. E se i due pianeti appaiono vicini in realtà la loro distanza effettiva è di 733 milioni di km. Ma a margine di questo fenomeno c’è un altro aspetto molto interessante che richiama la congiunzione di cui abbiamo accennato poco fa. In questi giorni che precedono le feste di fine anno sonp entrate in scena fra le luminarie natalizie le caratteristiche ‘stelle con la coda’ perché secondo una ben consolidata tradizione sarebbe stata una ‘stella cometa’ a guidare i Magi alla capanna di Betlemme.

 

L'astropresepe: dalla stella di Betlemme alla congiunzione planetaria del 2020

L’astropresepe: dalla stella di Betlemme alla congiunzione planetaria del 2020 – Alessia Scarso (www.alessiascarso.it)

 

Premesso che le ‘stelle comete’ non esistono (le ‘stelle’, infatti, sono corpi grandissimi e caldi mentre le ‘comete’ sono piccole e fredde e dunque l’espressione ‘stella cometa’ è un ibrido privo di qualsiasi significato astronomico) da sempre gli astronomi hanno cercato di dare una spiegazione scientifica al fenomeno che illuminò il primo Natale della storia. Come è noto, il nostro calendario è viziato da un errore commesso da Dionigi il Piccolo, un monaco vissuto fra il V e il VI secolo, e tenuto conto di questo errore la nascita di Gesù deve essere collocata fra il 7 e il 4 a.C. e proprio nel 7 a.C. si verificò una congiunzione di Giove e Saturno. Il fenomeno è ricordato da Keplero nel suo trattato De Iesu Christi servatoris nostri vero anno natalitio (1606) ma ancor prima era stato segnalato in un documento della Chiesa anglicana del 1285 e annunciato in alcune tavolette babilonesi (l’Alma- nacco di Sippar) del I millennio a.C. come evento di grande importanza. La congiunzione, inoltre, fu ‘triplice’ perché nel corso dell’anno si verificò ben tre volte (in maggio, in settembre e in dicembre) nella costellazione dei Pesci, circostanza che prestò il fianco a una lettura astrologica essendo il pesce anche il simbolo di Cristo.

Non fu, però, ‘stretta’ come quella di questa sera perché i due pianeti arrivarono alla distanza minima di un grado, vale a dire il doppio del diametro apparente della Luna. L’evento, dunque, non fu molto spettacolare ma non sfuggì all’osservazione dei Magi che erano attenti scrutatori del cielo. Del fenomeno si interessò anche Karl Gustav Jung che all’evento dedicò il saggio Il segno dei Pesci . Anche Bartolomeo Garzoni, fratello del famoso poligrafo Tommaso, e perfino Agatha Christie scrissero opere dedicate al fenomeno. Va infine ricordato che la congiunzione non sparirà il giorno dopo ma si potrà osservare anche nei giorni successivi. Va da sé che la congiunzione si farà sempre più ‘larga’. Tempo permettendo, dunque, chi avrà la fortuna di osservare la congiunzione di questa sera vedrà in cielo un fac simile del fenomeno che avrebbe potuto illuminare il Natale di duemila anni fa. Valore aggiunto di un fenomeno che renderà speciale questo clima natalizio