Scala, cacciata la ballerina antianoressia

Alla vigilia di Sant’Ambrogio aveva lanciato la sua accusa dalle pagine dell’Observer (il settimanale domenicale dell’inglese Guardian): «Al Teatro alla Scala una ballerina su cinque soffre di disturbi alimentari». Ieri per Maria Francesca Garritano, 33enne solista del Corpo di ballo scaligero, è arrivato il licenziamento «per giusta causa».

La ballerina aveva parlato apertamente di casi di anoressia in compagnia, ma anche tra gli allievi della Scuola di ballo, di competizione esasperata tra i danzatori spinti a ricercare la magrezza, di colleghe che non riuscivano a rimanere incinte proprio per i disturbi legati al cibo.

A suo tempo la Scala si era limitata a smentire seccamente. E diversi esponenti della compagnia guidata da Makhar Vaziev avevano preso le distanze dalla Garritano chiedendo alla direzione, con una lettera aperta esposta nella bacheca del teatro, «di agire per tutelare l’immagine dei ballerini». Ieri, dopo che l’intervista all’Observer è arrivata in mano agli avvocati, il licenziamento. «Il Teatro si è visto costretto a risolvere il rapporto di lavoro con la signorina Maria Francesca Garritano in seguito alle interviste e dichiarazioni pubbliche da lei rilasciate ripetutamente in un ampio arco di tempo» si legge in una nota della Scala, dove si spiega che la decisione è arrivata non tanto per il libro La verità vi prego sulla danza pubblicato due anni fa dalla Garritano, ma per le dichiarazioni rilasciate ai giornali alla vigilia dell’apertura della nuova stagione lirica.

Dichiarazioni nelle quali «si è concretizzata una lesione dell’immagine del Teatro e della sua Scuola di Ballo, nonché la violazione dei doveri fondamentali che legano un dipendente al suo datore di lavoro, facendo venir meno il necessario rapporto fiduciario che è alla base di tale legame» conclude la nota.

Le tensioni tra la Garritano e la Scala non si fermano, però, solo alla questione anoressia. La ballerina è stata firmataria, insieme a due colleghe, di una lettera indirizzata al sindaco di Milano Pisapia, presidente della fondazione Scala, nella quale si denunciava un eccessivo dispendio di denaro per il balletto Raymonda proposto in autunno nella ricostruzione della versione storica del 1898. Il licenziamento della Garritano non ha colto di sorpresa il Corpo di ballo. In rete è già aperta una pagina Facebook di solidarietà.

Pierachille Dolfini / avvenire.it