Sassuolo: traslate nella chiesa del Carandino le spoglie mortali del Servo di Dio don Alfonso Ugolini

Nella mattina di lunedì 7 settembre, alla presenza del Vicario generale della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla don Alberto Nicelli, della postulatrice Francesca Consolini e dei membri del Tribunale istituito per la causa di beatificazione, le spoglie del Servo di Dio don Alfonso Ugolini sono state trasferite dal cimitero di San Prospero in Sassuolo alla chiesa del Carandino, adiacente alla parrocchiale San Giorgio, dove è stata predisposta una nuova sepoltura.

Cerimonia 7 settembre 2015

La data scelta per la cerimonia coincide con il 42° anniversario della sua ordinazione presbiterale. La fase diocesana del processo di beatificazione si è conclusa a Sassuolo l’8 dicembre 2011.

Prescritta dalla Congregazione delle cause dei santi come momento liturgico da svolgere in forma privata, la traslazione del corpo del venerato sacerdote ha comunque suscitato nei fedeli sassolesi, accorsi fin da subito, un moto di gioia e di preghiera.

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Alfonso Ugolini nacque a Thionville (Francia) il 22 agosto 1908; la sua famiglia si trasferì a Sassuolo intorno al 1915 dove, terminate le scuole elementari, Alfonso iniziò a lavorare come garzone. Affidato alla direzione spirituale di don Giuseppe Zanichelli, arciprete di Sassuolo, sperimentò un’intensa vita spirituale – preghiera, meditazione, frequenza regolare ai sacramenti – ed entrò nel movimento Scout. Verso i diciassette anni fu attaccato dalla tisi da cui guarì dopo una novena a Maria Santissima.

Assunto come aiuto sacrista nella chiesa parrocchiale di Sassuolo, cominciò un periodo fondamentale nella sua vita spirituale, svolgendo questo compito con fede, disponibilità, zelo; amato e conosciuto da tutti, ispirava fiducia e sapeva avvicinare i fedeli al sacerdote e al confessionale. Curò i giovani, in particolare i chierichetti. Divenne valido catechista ed esercitò questo ministero per più di vent’anni. La parrocchia era la sua casa e la sua famiglia. Apostolo della devozione alla Madonna, diffuse la venerazione alla Medaglia miracolosa e riuscì, grazie ad una vincita alla lotteria, ad edificare un piccolo santuario mariano. Nel maggio 1950, desideroso di consacrarsi più pienamente a Dio, entrò nell’Istituto secolare “Servi della Chiesa”, restando comunque sacrista in parrocchia. Fra le varie attività va ricordata la sua assidua partecipazione ai pellegrinaggi dell’Unitalsi, di cui nel 1956 fondò la sottosezione di Sassuolo.

Sepoltura Ugolini nuovaAnimato da profonda carità, si faceva spesso intermediario di pace fra le famiglie in lite, e cercava di provvedere ai bisogni dei poveri, in particolare agli immigrati che arrivavano a Sassuolo attirati dalla fiorente industria della ceramica. Per venire incontro alle nuove povertà il Servo di Dio istituì e sostenne il F.A.C. (Fraterno Aiuto Cristiano), coinvolgendovi numerosi collaboratori. Si stima che in quindici anni abbia operato interventi assistenziali per circa mezzo miliardo di lire.

Nel 1972 il vescovo di Reggio Emilia Gilberto Baroni, spronato da alcuni sacerdoti che stimavano Ugolini, lo esortò ad abbracciare il sacerdozio. Considerata anche la propedeutica maturata in tanti anni di servizio alla Chiesa, la preparazione definitiva, adattata alla sua età e alle sue condizioni, si concluse il 7 settembre 1973 con l’ordinazione presbiterale.

Da sacerdote, don Ugolini rimase nella chiesa di Sassuolo, dove si distinse per l’assiduità al confessionale, la carità verso gli ammalati e la semplicità e il fascino spirituale che invitavano ad aprirgli la coscienza. Svolse il suo ministero con fedeltà e semplicità nella più completa dedizione fino al 25 ottobre 1999, giorno della morte.

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