Reggio Emilia, Ligabue prima del concerto al Campovolo: “Felice di inaugurare la Rcf Arena”

Il rocker si smarca da un ruolo di direttore artistico della struttura ma poi lascia aperto uno spiraglio: “Non mi viene da pensarlo, ma mi sono sempre smentito”. Forfait di Piero Pelù dopo la caduta al palco dell’Alcatraz di Milano: “Oggi il buonsenso mi impone di stare di molto ma di molto calmino. Divertitevi”

Reggio Emilia. “Sono felice di inaugurare questa Arena. Per quello che sarò il mio futuro in questo spazio… è uno spazio a cui tengo un po’… dopodiché non mi viene da pensare di fare il direttore artistico. Ma mi sono sempre smentito”. Il Campovolo si sta lentamente riempiendo. E la Rcf Arena sta pian piano accogliendo i 103mila fans di Luciano Ligabue, pronti a festeggiare il rocker di Correggio in “Trent’anni in un giorno”.

Un concerto atteso da due anni, dal Liga in prima persona, che ha sempre dato il meglio di sè durante le sue perfomance live, soprattutto durante i megaeventi del Campovolo. E’ lo stesso Liga a parlare della sua “astinenza” da concerti, nella conferenza stampa che precede il suo quarto Campovolo, in parte trasmessa in diretta da Telereggio.

Durante la conferenza stampa, alla quale hanno partecipato Ferdinando Salzano di F&P Group, il sindaco di Reggio, Luca Vecchi, il numero uno di Coopservice Roberto Olivi, e il manager del Liga, Claudio Maioli, è stata illustrata nel dettaglio la Rcf Arena da un punto di vista tecnico: una struttura pensata per ogni tipo di spettacolo, modulabile, in grado di contenere fino a un massimo di 103mila spettatori, tanti quanti sono coloro che sono impazienti di tornare ad ascoltare dal vivo il Liga e i suoi trent’anni di canzoni.

A cominciare da “Non cambierei questa vita con nessun’altra”, l’ultimo singolo del rocker, nato – come ha spiegato lo stesso Liga – sull’onda della sua prima autobiografia “Una storia”, scritta durante le limitazioni imposte dalla pandemia (“La prima volta in cui ho avuto modo di fermarmi e vedere cosa avevo fatto e che vita avevo vissuto. Una cosa rigeneratrice”). Un libro nel quale il cantautore si è messo completamente a nudo: “La cosa più forte che c’è nel libro, c’è un sentimento di gratitudine fortissimo per chi mi ha permesso di vivere questa vita fino ad adesso – ha ammesso Ligabue –  al punto che ho avuto voglia di scrivere una canzone”.

Nel testo dell’ultimo singolo, c’è la frase “Che abbiamo vinto noi” che si annuncia già come un nuovo inno per i “ligalizzati”, pronti ad urlare contro il cielo dopo due rinvii a causa del Covid.

Quanto al progetto dell’Rcf Arena, il Liga ha lasciato chiaramente intendere come sia stato volutamente “fuori” dall’iter di realizzazione della struttura (“faccio un altro mestiere”), che rappresentava da sempre comunque il sogno impossibile ma ora realizzato del suo amico e manager, Claudio Maioli.

“Da quando si è cominciato a favoleggiare di quest’Arena, a Reggio si dice che è l’Arena di Ligabue, ma non lo è”, ha spiegato il Liga, non nascondendo ovviamente il suo amore per il Campovolo, un luogo dell’anima, tirandosi fuori dall’ipotesi di una sua direzione artistica ma lasciando comunque aperto uno spiraglio.

Intanto sul palco della Rcf Arena ha dovuto dare forfait Piero Pelù.  “Mi dispiace non essere con te stasera caro Luciano ma nonostante io confonda lo stare sul palco col mestiere dello stunt man oggi il buonsenso mi impone
di stare di molto ma di molto calmino. Divertitevi e fate divertire anche per me, alla prossima Omo!”.

Piero Pelù, dopo la caduta sul palco del concerto a Milano, non sarà – come annunciato – tra gli ospiti di Luciano Ligabue stasera a Campovolo.   “Non è nulla di grave, ma non potrà essere con noi”, ha aggiunto Ferdinando Salzano, organizzatore dell’evento che celebra i 30 anni di carriera del rocker.

Gazzetta di Reggio