Putin non è la Russia. I potenti fanno guerra noi possiamo non odiare

Lo ha detto anche Alexey Navalny: «Putin non è la Russia». Navalny, dissidente politico e avversario giurato del Cremlino, lo urla dal carcere in cui è rinchiuso dal 2019. Putin non è la Russia. Non è il popolo russo. Questa è la sfida più grande, la sfida che viviamo tutti. Non marchiare gente innocente per le scelte insensate e disumane di quelli che li comandano, che oggi come ieri sono disposti a mandarli al macello. Vladimr Putin non è il popolo russo, come non lo era Stalin. Come Hitler non era tutt’uno con i tedeschi, e Mussolini con gli italiani. Lasciarsi andare all’odio è profondamente sbagliato, e non è al passo con i tempi.

Viviamo in un nuovo millennio, l’umanità è enormemente progredita e oggi più che mai consapevole. Inoltre, abbiamo gli strumenti per parlare, confrontarci, discutere. Questa è la vera sfida da vincere. Per la prima volta, qualunque cosa si decida nelle stanze dei bottoni, abbiamo la reale possibilità di togliere fiato al potere e ai potenti, far parlare i popoli, la gente, dire ‘No’, dal profondo della civiltà umana, ‘No’. No alla vostra guerra. No all’odio che intossica cuori e menti, facendo di una nazione intera il nemico. No. I russi sono nostri fratelli. Come gli ucraini. Non la vogliono questa guerra. Allora si dia fiato alla disubbidienza, attraverso qualsiasi strumento di comunicazione si dica forte e chiaro da che parte si sta. Una madre che piange per il figlio in battaglia, o morto, o prigioniero, non ha nazione, ha un sangue che è uguale a quello di ogni altra madre.

Facciamo valere tutto quello che ci unisce, l’amore, la fratellanza. Io non voglio odiare nessuno. Voglio la pace per me e per ogni altro essere umano in ogni angolo di questo pianeta. Facciamo sentire l’urlo del popolo, dell’uomo che si riconosce in ogni altro uomo. Finalmente possiamo farcela. Putin e tutti quelli come lui, gli osceni semidei che perdono il lume della realtà, spariscano dal nostro orizzonte, senza violenza alcuna, semmai con tanta pietà. E inizi da questa guerra qualcosa di veramente nuovo. Un mondo con un solo popolo. La guerra per sempre ripudiata, come la fame, come ogni ingiustizia compiuta da uomo ad altro uomo. Un popolo finalmente degno, di se stesso e di Dio.

Avvenire