Putin: «Entro un anno possibile un golpe contro il vecchio tiranno»

LE PREVISIONI DELL’ANALISTA CHE FU VICINO AL CREMLINO in un’analisi di Marta Ottaviani su Avvenire:

“Abbas Gallyamov: «La guerra è persa, l’economia peggiora, la gente comincerà a chiedersi perché» Dubbi anche sulle elezioni del marzo 2024. Il disertore della Wagner: «Reclute uccise se recalcitranti». Mancano tre settimane al primo anniversario dell’”operazione speciale” ma per il presidente Putin c’è poco da festeggiare. I risultati al fronte non sono quelli in cui sperava il Cremlino e a rischiare è lo stesso capo di Stato. A dirlo, non è uno dei canali Telegram legati alla dissidenza che da mesi descrivono un capo di Stato sempre più debole e instabile, ma il suo ex speechwriter, Abbas Gallyamov – uomo-ombra dello “zar” nei primi anni del suo mandato, che da tempo vive in Israele con la famiglia –, secondo il quale, entro un anno, sarebbe persino possibile un golpe contro il presidente. Una previsione che contrasta con i primi cartelloni elettorali, che sono già comparsi nelle principali città della Russia, e che annunciano le elezioni nel marzo 2024. Eppure, secondo l’analista, che ha parlato alla Cnn , il potere di Putin è ben lungi dall’essere sicuro. «L’economia russa sta peggiorando – ha spiegato Gallyamov –. La guerra è persa. Ci sono sempre più cadaveri che tornano in Russia, quindi i russi incontreranno maggiori difficoltà e cercheranno di trovare una spiegazione del perché tutto questo sta accadendo. Si risponderanno da soli che questo sta succedendo perché il paese è governato da un vecchio tiranno, un vecchio dittatore». Sempre secondo l’ex speechwriter, Putin potrebbe anche decidere di cancellare le elezioni presidenziali e dichiarare la legge marziale nel Paese per riuscire a mantenere l’ordine. Il quotidiano Kommersant scrive che la Russia nel 2022 potrebbe anche segnare una timida crescita dello 0,2%, anziché una rovinosa contrazione dell’8% come previsto a inizio conflitto. Ma sono dati che non risentono ancora dell’effetto delle sanzioni. Il potere d’acquisto della classe media si sta deteriorando rapidamente, e molte aziende sono state costrette a rallentare o fermare la produzione, proprio a causa della mancanza di componentistica che non arriva più dall’Occidente. Il Cremlino continua a fare la voce grossa e all’interno del Paese la tensione cresce, anche per la possibile seconda ondata di mobilitazione la prossima primavera. I centri di reclutamento sono oggetto di attentati da mesi e ieri è arrivata la notizia che 9.000 uomini sono stati mandati al fronte per errore, anche chi, per motivi di salute, non avrebbe potuto andarci. Andrei Medvedev, ex mercenario del gruppo Wagner che ha disertato e chiesto asilo alla Norvegia, ha raccontato, sempre alla Cnn , da Oslo, il trattamento brutale cui i russi sottoponevano i miliziani, specialmente le reclute: «Riunivano quelli che non volevano combattere e gli sparavano davanti ai nuovi arrivati – ha rivelato –, poi li seppellivano nelle trincee». Il ministro degli Esteri, Sergeij Lavrov, ripete la versione della propaganda, parlando di una Russia che non soccomberà al desiderio dell’Occidente di distruggerla. Ma l’impressione è quella di un Paese che si sta giocando il tutto e per tutto. A iniziare dalle poche alleanze che gli sono rimaste. Con la Bielorussia sono all’avvio centri di addestramento. Il raggruppamento russo che parteciperà al training oltreconfine sarà composto almeno da 9mila soldati, 170 carri armati, 200 autoblindo e fino a 100 pezzi di artiglieria e mortai di calibro superiore a 100 millimetri. Un particolare, questo, che da mesi preoccupa l’Ucraina, perché teme che in primavera le truppe di Mosca potrebbero attaccare anche da lì, puntando in quel caso dritte su Kiev. Un aiuto, seppure indiretto, arriva anche dalla Turchia di Recep Tayyip Erdogan, che per motivi politici interni, ossia l’estradizione di presunti terroristi di matrice curda e gulenista, sta bloccando l’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia, cancellando anche il meeting previsto in febbraio. Resta poi il ruolo ambiguo della Cina. Ieri il Cremlino ha annunciato che in primavera il presidente Xi Jinping sarà in Russia per una visita ufficiale, che suggella la grande alleanza fra i due Paesi. Ma Pechino non ha confermato e soprattutto prima deve pensare alla visita del segretario di Stato americano, Antony Blinken, prevista nei prossimi giorni”.

(Fonte: avvenire.it)