Protezione civile. Allerta gelo, attivate le strutture operative

Allerta gelo, attivate le strutture operative

Si è riunito questa mattina a Roma il Comitato operativo della Protezione civile per fare il punto sulla capacità di risposta del sistema di prevenzione e soccorso in vista dell’ondata di maltempo prevista sull’Italia e indicata come particolarmente
eccezionale, con neve e gelo, a partire da domani.

«Abbiamo voluto verificare, dopo i numerosi contatti dei giorni scorsi, lo stato di prontezza del Sistema – dice in una breve dichiarazione il capo del Dipartimento, Angelo Borrelli – e il Comitato operativo di questa mattina ha confermato l’avvenuta attivazione preventiva delle componenti e strutture operative del Servizio nazionale di Protezione Civile». All’incontro hanno partecipato in video collegamento i rappresentanti di tutte le Regioni e a quelle interessate dal sisma del 2016, dove è attivo un pronto dispositivo di volontariato locale, ho chiesto la massima attenzione sulle aree Sae, Mapre e container per limitare gli eventuali disagi alla popolazione assistita. Voglio, dunque, ringraziare tutte le componenti e strutture e specificatamente i tanti volontari che, in queste e nelle prossime ore, si metteranno a disposizione del Sistema con la consueta dedizione e professionalità».

Comunità di Sant’Egidio: non lasciamo soli i senza dimora

Di fronte al freddo di queste ore e a quello, ancora più forte, annunciato per i prossimi giorni, il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, lancia un appello per la vicinanza e la protezione, in tutta Italia, dei senza dimora, particolarmente a rischio in questo fine febbraio, soprattutto di notte: «Non aggiungiamo al gelo anche l’indifferenza, che è il primo nemico di chi vive per strada: invitiamo tutti a prestare attenzione a chi passiamo accanto ogni giorno, nelle vie delle nostre città, senza fermarci», afferma.

Proprio contro l’indifferenza, in occasione dei suoi 50 anni, la Comunità ha scelto di collocare, davanti all’entrata della propria sede, in piazza Sant’Egidio, a Roma, la scultura Homeless Jesus. Per non dimenticare i tanti, che hanno bisogno di un amico che li aiuti nel momento del bisogno: «La strada – spiega Impagliazzo – non è una condanna: lo è la solitudine. E anche l’emergenza di un freddo che si preannuncia eccezionale può essere risolta offrendo un po’ del proprio tempo e, soprattutto della propria umanità».

A partire da oggi Sant’Egidio lancia una raccolta straordinaria di coperte, cappelli di lana, sacchi a pelo e altri generi di conforto per affrontare il gelo. A Roma si possono portare ogni giorno, dalle 19 alle 20, in via Dandolo 10. Saranno distribuiti durante le cene itineranti, che la Comunità svolge durante tutto l’anno portando bevande e pasti caldi, e che in questi giorni verranno moltiplicate. Verrà anche ampliata l’accoglienza notturna nella chiesa di San Callisto, a Trastevere, riaperta a chi ne ha bisogno all’inizio dell’inverno. Inoltre, chiunque lo desideri può dare una mano alla Comunità offrendosi, come volontario, per conoscere e aiutare i senza dimora. «Ma accanto a questa mobilitazione della società civile – osserva Impagliazzo – è necessario che si diano da fare anche le istituzioni aprendo con urgenza nuovi ripari notturni. Occorre allargare la rete di protezione sociale per i più fragili, ancora troppo debole nelle nostre città, in modo da evitare nuovi drammi, non solo del freddo, ma dell’esclusione».

Coldiretti: allarme nelle campagne

Dai cappotti per i baby vitellini alle coperte per le verdure fino alle torce anti gelo per i vigneti. Nei campi e nelle stalle d’Italia è iniziata la corsa alle difese contro l’assalto del freddo siberiano. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che è allarme nelle
campagne per salvare piante e animali da Burian. Gli allevatori stanno mettendo i cappotti ai vitellini e hanno acceso le lampade termiche a luce rossa, mentre l’acqua negli abbeveratoi – spiega la Coldiretti – viene scaldata fino a una temperatura di 20 gradi oppure lasciata sgocciolare per evitare il congelamento delle tubature e i rubinetti sono foderati in modo che il ghiaccio non blocchi le valvole di apertura. Inoltre il pasto degli animali è stato rinforzato per garantire una razione supplementare di energia e calorie. A
rischio anche gli impianti di irrigazione nelle serre con il congelamento dell’acqua; per questo le tubature vengono svuotate, mentre le piantine di verdura sono difese con un doppio strato di coperte. Negli uliveti sono state sospese le potature e protette le ferite mentre per i vigneti – sottolinea la Coldiretti – ci si sta preparando ad accendere fuochi e torce anti gelo per creare uno scudo di aria tiepida che protegga le piante dall’assalto del ghiaccio, in modo da rimescolare l’aria ed evitare che il freddo ristagni al suolo. In Liguria – continua la Coldiretti – la maggior parte delle mimose per la festa delle donne l’8 marzo è stata già raccolta per sottrarla alla morsa del gelo, ma si teme per i fiori ancora rimasti sui rami. Quello che si teme è il ripetersi di uno scenario come quello del 1985 quando le gelate hanno compromesso il 90% degli ulivi toscani, ma danni superiori al 50% si verificarono in Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Molise e Basilicata con una strage di almeno 30 milioni di piante.

da Avvenire