Pasqua. Papa Francesco: portiamo Gesù risorto nella vita di tutti coi gesti di pace

Francesco non presiede la Messa, ma pronuncia l’omelia e si rivolge in ucraino ad alcuni politici di Kiev presenti in San Pietro: preghiamo con voi nel buio della guerra

Il Papa: non possiamo fare Pasqua se continuiamo a rimanere nella morte

Il Papa: non possiamo fare Pasqua se continuiamo a rimanere nella morte – Reuters

L’annuncio del Papa scuote la notte di Pasqua. «Cristo è risorto», dice in ucraino rivolgendosi al sindaco di Melitopol. E poi l’appello: «Facciamo risuscitare Gesù, il vivente, dai sepolcri in cui lo abbiamo imprigionato». Portiamolo invece «nella vita di tutti i giorni: con gesti di pace in questo tempo segnato dagli orrori della guerra; con opere di riconciliazione nelle relazioni spezzate e di compassione verso chi è nel bisogno; con azioni di giustizia in mezzo alle disuguaglianze e di verità in mezzo alle menzogne. E soprattutto, con opere di amore e di fraternità».

Nell’omelia della Veglia pasquale – che Francesco pronuncia pur lasciando la presidenza della lunga e ricca liturgia al cardinale decano, Giovanni Battista Re – è sempre il pensiero alla guerra a catalizzare l’attenzione. E alla fine, rivolgendosi direttamente al sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov (rapito dai russi e poi rilasciato) e a tre parlamentari ucraini, che ieri erano stati ricevuti dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e che sono presenti alla celebrazione, aggiunge a braccio: «Con Gesù, il Risorto, nessuna notte è infinita; e anche nel buio più fitto, brilla la stella del mattino. In questo buio che voi vivete, signor sindaco e signore e signori parlamentari, il buio oscuro della guerra e della crudeltà, tutti noi preghiamo, con voi e per voi questa notte, preghiamo per le tante sofferenze, noi soltanto possiamo darvi la nostra compagnia, la nostra preghiera, incoraggiarvi. Quindi conclude in ucraino: «Cristo è risorto».

Avvenire