Papa all’Angelus: la trasfigurazione ci fa capire la Pasqua di Gesù

La trasfigurazione di Gesù davanti ai discepoli è “un’apparizione pasquale anticipata” che aiuta loro e noi a capire che la passione di Cristo è un mistero di sofferenza, ma è soprattutto un dono di amore infinito da parte di Gesù. Così Papa Francesco parla all’Angelus dell’episodio raccontato da Marco nel Vangelo di questa seconda domenica d’avvento.

Non un Messia potente, ma un umile servo di Dio

Racconta che Pietro e i discepoli erano stati messi in crisi dall’annuncio della passione e risurrezione da parte di Cristo stesso. Loro infatti respingevano “l’idea che Gesù venisse rifiutato dai capi del popolo e ucciso”. Infatti “attendevano un Messia potente e dominatore, invece Gesù si presenta come umile e mite servo di Dio e degli uomini, che dovrà donare la sua vita in sacrificio, passando attraverso la via della persecuzione, della sofferenza e della morte”.

Come poter seguire un Maestro e Messia la cui vicenda terrena si sarebbe conclusa in quel modo? La risposta arriva proprio dalla trasfigurazione: un’apparizione pasquale anticipata.

Così Gesù prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, e su un alto monte mostra loro la sua gloria, Gloria di Figlio di Dio. Così permette ai discepoli di non esser travolti dall’evento della passione di Gesù. “Lo hanno visto come sarà dopo la passione: glorioso. E così Gesù li prepara alla prova”.

La trasfigurazione aiuta i discepoli, e anche noi, a capire che la passione di Cristo è un mistero di sofferenza, ma è soprattutto un dono di amore infinito da parte di Gesù. L’evento di Gesù che si trasfigura sul monte ci fa comprendere meglio anche la sua risurrezione.

La Croce non è solo mistero di sofferenza

Così è chiaro che la passione è un dono d’amore

Senza la trasfigurazione e la dichiarazione di Dio “Questi è il Figlio mio, l’amato” chiarisce il Papa, la risurrezione e il mistero pasquale di Gesù non sarebbero stati facilmente compresi. Così invece i discepoli sanno che Colui che soffre e poi è glorificato è il Figlio di Dio, non soltanto un uomo.

I discepoli, conclude Francesco “sono chiamati a seguire il Maestro con fiducia e speranza, nonostante la sua morte”, perché la divinità di Gesù deve manifestarsi proprio sulla croce, proprio nel suo morire “in quel modo”. Affidiamoci fiduciosi al materno aiuto di Maria, la creatura umana trasfigurata interiormente dalla grazia di Cristo, per proseguire con fede e generosità il cammino della Quaresima.

radio vaticana