Papa ai giovani di Notre-Dame: in un’epoca di virtualità e solitudine, lavorate in squadra

Papa Francesco insieme ad alcuni giovani delle Equipe di Notre-Dame

Francesco incontra le équipe giovanili che fanno parte del movimento di spiritualità coniugale nato in Francia nel 1938 e invita a fare comunità e camminare insieme, “perché Dio ci salva facendo di noi un popolo”. L’invito a imitare la Vergine che “si alzò e andò in fretta” da Elisabetta: come Lei, incoraggia il Pontefice, prendetevi cura degli altri e del creato mentre vi preparate alla Gmg di Lisbona
Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Ogni giovane è una speranza per Gesù: una speranza di amicizia, una speranza di cammino insieme, una speranza di missione insieme. E quindi ognuno di voi è anche una speranza per la Chiesa.

Parla così Francesco al movimento giovanile delle Èquipe Notre Dame – ricevuto in udienza stamani nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico – che si propone di vivere secondo i principi della dottrina cattolica, per “crescere nella relazione con Cristo e con la Vergine Maria”, e “in missione nella vita quotidiana”. Ai giovani partecipanti all’Incontro Internazionale delle “Equipas de Jovens de Nossa Senhora”, che in team e guidati da coppie si incontrano per pregare, condividere, discutere e definire obiettivi da raggiungere, il Papa offre una riflessione sulle tre parole che compongono il loro nome: équipe, Notre-Dame e giovani. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Equipe
A proposito dell’esperienza di gruppo dei giovani di Nostra Signora, il Pontefice definisce un dono il “far parte di una comunità, di una famiglia di famiglie che trasmette una fede vissuta” e aggiunge:

Siamo tutti in relazione, per imparare a fare squadra. Dio ha voluto entrare in questa dinamica di relazioni e ci attira a sé in comunità, dando alla nostra vita un senso pieno di identità e di appartenenza. Perché il Signore ci salva facendo di noi un popolo, il suo popolo. Non permettete al mondo di farvi credere che sia meglio andare da soli.
Francesco avverte che da soli si può “raggiungere forse qualche successo, ma senza amore, senza compagnia, senza appartenenza a un popolo, senza l’esperienza impagabile che è sognare insieme, rischiare insieme, soffrire insieme e fare festa insieme”. Da qui l’invito ad aprirsi, a rischiare, a non avere paura degli altri. E “se è vero che ci sono il bullismo, gli abusi, le menzogne, i tradimenti”, aggiunge il Papa, occorre più preoccuparsi “di difendere le vittime”. Quindi il Pontefice loda la scelta di “crescere in équipe” e “in questa epoca del virtuale e della conseguente solitudine in cui cadono” molti giovani, esorta i gruppi giovanili di Notre-Dame ad andare avanti in équipe, a costruire ponti e a fare squadra.

Notre-Dame
Soffermandosi poi, sulla parola “Notre-Dame”, che richiama la particolare devozione alla Madonna dei giovani del movimento e il desiderio di seguirne l’esempio – “ponendosi sotto la sua materna protezione” – e di comprenderne il posto privilegiato nel mistero di Cristo e della salvezza, il Papa evidenzia che quando si accoglie Maria nella propria vita, “non si perde mai il centro, che è il Signore. Perché Maria non punta mai a sé stessa, ma a Gesù e ai fratelli”, invita sempre a guardare Cristo. Per questo sollecita i giovani ad affidarsi alla Madonna.

Vi incoraggio a vivere in un affidamento quotidiano alla Vergine Maria, che vi aiuterà anche a crescere come équipe, condividendo i doni ricevuti in uno spirito di dialogo e di accoglienza reciproca. Vi aiuterà ad avere un cuore generoso, a scoprire la gioia del servizio nella gratuità, come fece lei quando andò da santa Elisabetta.
L’invito a prepararsi alla Giornata Mondiale della Gioventù
E citando l’episodio evangelico, Francesco ricorda che da qui è tratto il tema della prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolgerà a Lisbona fra un anno, “Maria si alzò e andò in fretta”. E confida di amare il titolo di “‘Madonna in fretta’, che non perde tempo, per aiutare”.

Alzarsi per servire, uscire per prendersi cura degli altri e del creato: questi sono valori tipici dei giovani. Vi esorto a praticarli mentre vi preparate alla GMG di Lisbona.

Giovani
Infine, la terza parola: “giovani”. Il Papa la usa per affermare che “il futuro è dei giovani”, ma che occorre avere “ali per volare, sognare, creare” e “radici per ricevere dagli anziani la saggezza”, per restare uniti ai nonni – le proprie radici -, perché, avverte Francesco, se non si è capaci di parlare con i nonni non si saprà volare, e su questo invita a riflettere.

Gli adulti testimoni di ascolto, dialogo, servizio e preghiera
Terminando il suo discorso Francesco indirizza un suo pensiero agli adulti che seguono i giovani delle Équipe Notre-Dame: le coppie di sposi e i sacerdoti assistenti.

Penso che è una grande gioia per voi accogliere e accompagnare questi giovani. Possiate essere per loro dei testimoni, con umiltà e semplicità. Testimoni di amore a Cristo e alla Chiesa, testimoni di ascolto e dialogo, testimoni di servizio gratuito e generoso, testimoni di preghiera. Grazie per la vostra presenza accanto ai giovani: per il tempo e la cura che dedicate a loro.