Pace e riconciliazione in Myanmar

Yangon, 9. Maggiore impegno ecumenico delle Chiese per rispondere ai conflitti, più coinvolgimento e partecipazione cristiana nelle comunità per la riconciliazione e la costruzione della pace in Myanmar e nel mondo. Questo, in sintesi, il messaggio lanciato nel corso di una consultazione internazionale svoltasi a Yangon, in Myanmar, sul tema: “Pace, sicurezza e riconciliazione in Myanmar “, organizzata dalla commissione delle Chiese per gli affari internazionali del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec), in collaborazione con la Christian Conference of Asia e al Myanmar Council of Churches (Mcc). All’evento, al quale hanno preso parte numerosi leader religiosi, è intervenuta il premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, secondo la quale è indispensabile l’accettazione profonda degli altri e la volontà di essere aperti all’unità nella diversità per difendere i valori della riconciliazione, della pace e della sicurezza in ogni società e comunità.
Suu Kyi, nel corso del suo intervento, ha sottolineato che “bisogna andare oltre i confini dell’odio e della gelosia. Solo allora possiamo pensare alla riconciliazione e alla pace. Una volta raggiunta la riconciliazione si potrà ottenere la pace e sarà garantita la sicurezza. Una società che non riesce a raggiungere la riconciliazione non sarà pacifica”.
Suu Kyi, che è stata agli arresti domiciliari per oltre 15 anni fino alla sua ultima liberazione nel novembre del 2010, ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 1991, ma ha potuto ritirare il premio soltanto lo scorso giugno a Oslo. Durante la cerimonia di consegna, nel discorso di ringraziamento, Suu Kyi ha affermato che la strada verso una piena libertà politica è ancora lunga nel suo Paese. “Ricevere il Nobel per la pace significa per me estendere le mie preoccupazioni per la democrazia e i diritti umani al di là dei confini nazionali. Il Nobel ha aperto una porta nel mio cuore”.
Nel corso della consultazione, i partecipanti hanno più volte ribadito la necessità di sviluppare nuove strategie per la costruzione della pace nel Myanmar evitando odi e rancori.

(©L’Osservatore Romano 10 agosto 2012)