P. Fares: gli Esercizi con Bergoglio, esperienza del cuore straordinaria

E’ in corso nella Casa Divin Maestro di Ariccia, il terzo giorno di Esercizi Spirituali del Papa e della Curia Romana, predicati dal carmelitano Bruno Secondin. Il tema della meditazione giornaliera è “Sentieri di libertà”. Per una testimonianza su quanto gli Esercizi Spirituali siano importanti nella vita e nell’azione pastorale di Papa Francesco, Alessandro Gisotti ha intervistato il padre gesuita argentino, Diego Fares, amico di lunga data di Jorge Mario Bergoglio che ne è stato anche il padrino di ordinazione sacerdotale. Da pochi giorni, inoltre, padre Fares è membro del Collegio degli scrittori di “Civiltà Cattolica”, per la quale ha già firmato tre articoli. In Italia ha pubblicato – per la Ancora Editrice – il volume “Papa Francesco è come un bambù. Alle radici della cultura dell’incontro”:

R. – Io conosco Papa Francesco-Bergoglio da quasi quaranta anni! Da quando mi ha ammesso nel noviziato della Compagnia di Gesù, nel ‘76. Personalmente mi ha insegnato ad accompagnare gli altri negli Esercizi Spirituali. Mi ricordo – io ero studente – quanto mi ha sorpreso una volta che lui, che predicava gli Esercizi annuali agli studenti del Colegio Maximo, mi ha chiesto se me la sentissi di accompagnare col suo aiuto tre miei compagni, perché eravamo in tanti. Io ho detto di sì, me lo sentivo se loro avessero voluto parlare con me e che io parlassi con il Rettore per aggiornarlo su come andavano le cose e se c’era qualche problema. Questi tre hanno accettato, perché era un modo di fare gli Esercizi con Bergoglio, indirettamente diciamo. Lui dava “i temi”- i “punti” diciamo noi –  per fare le preghiere, ascoltava molti che si rivolgevano a Lui ed io, una volta al giorno ascoltavo questi miei compagni. La sera conferivo con Bergoglio. Cosi ho cominciato, da studente, da giovane, a fare la guida spirituale. Questo s’impara non dai libri ma sotto la guida di un maestro spirituale com’era Bergoglio per tutti noi. Per noi dare gli Esercizi fa parte della nostra missione, quello che ci sta più a cuore.

D. – Papa Francesco è un gesuita e ovviamente gli Esercizi Spirituali sono nel Dna di ogni discepolo di Sant’Ignazio di Loyola. Ma quale valore particolare ha che il Papa voglia con sé, come l’anno scorso, i suoi più stretti collaboratori in questo momento forte dell’Anno liturgico, verso la Pasqua, ma anche in un periodo in cui va avanti la riforma voluta dal Papa, la riforma della Curia?

R. – Questa è la vera riforma! Fare insieme con altri gli Esercizi è una esperienza spirituale molto forte. Si condivide molto, anche se ognuno fa i suoi esercizi personalmente. Penso che per un gruppo di collaboratori del Papa fare gli Esercizi con Lui dev’essere qualcosa di molto speciale. Io li farei volentieri! Ma non ho avuto il coraggio di chiedere se potessi andare…Questo è bello! Il Papa pratica quello che nella Compagnia di Gesù chiamiamo “governo spirituale’: è uno stile di governo che sta attento non soltanto a quello che si deve fare, ma a come si fa, con quale spirito, e ad maiorem Dei gloriam. “Si devono fare le cose con buono spirito”, come dice Sant’Ignazio. E per questo suo modo di governare, mi sembra buono che i suoi collaboratori facciano gli Esercizi di Sant’Ignazio, per capirlo. Se Papa Francesco riesce a riformare la Curia e la Chiesa farà una riforma – penso io – che parte dall’interno, dal cuore, non sarà una riforma di cambiamenti puramente esteriori.

D. – Andando ad Ariccia con i collaboratori della Curia, Papa Francesco ha dato anche un esempio a tutti, non solo a vescovi e cardinali. Secondo lei, gli Esercizi Spirituali potranno essere sempre più praticati anche da laici e dalle famiglie, magari con delle proposte adeguate per loro?

R. – Questo è vero, è un esempio. Per me è una provocazione, perché sinceramente delle volte trascuro di fare i miei esercizi con la scusa del molto lavoro. Ma se il Papa trova il tempo, nessun può scusarsi, vero? Gli Esercizi sono una grazia per tutta la Chiesa. Ignazio li dava ai laici e a ogni tipo di persone,  ognuno secondo le sue possibilità e i suoi desideri. Ignazio diceva: “Gli Esercizi sono certamente quanto di meglio io posso concepire, conoscere e comprendere in questa vita, sia per il progresso personale di un uomo, sia per i frutti, l’aiuto e il profitto che egli può procurare agli altri”. Gli Esercizi sono un dono, un regalo per noi, non un obbligo. 

Radio Vaticana