Oltre la medicina

di Augusto Pessina

 Il premio Nobel 2012 per la medicina e la fisiologia attribuito a John Gurdon e a Shinya Yamanaka ha suscitato interesse per l’enorme portata biologica e le possibili ricadute in campo medico. Purtroppo non sempre una grande scoperta biologica ha avuto effetto sulla pratica medica. Dal 1901 molti premi Nobel per la medicina non hanno portato ad applicazioni significative, e anche pratiche mediche premiate e osannate come eccezionali sono successivamente risultate limitate, inefficaci o dannose.
Anche il Nobel 2012 soffre di qualche problema e lo stesso Yamanaka, in un’intervista a Reuter all’annuncio del premio, ha richiamato prudenza e cautela spiegando che queste ricerche scientifiche dovranno essere applicate su animali per dimostrarne la funzionalità e poi in sperimentazioni cliniche molto controllate per assicurarne l’efficacia e la sicurezza.
Al recente annuncio del premio a Yamanaka molta parte del mondo cattolico ha giustamente sottolineato la positività di questa nuova tecnologia ritenuta rispettosa dell’integrità dell’essere umano. Al contrario, altri (in Italia, specie i radicali) hanno colto l’occasione per dare addosso “all’oscurantismo clericale” che applaude Yamanaka e lascia “marcire” nei congelatori decine di migliaia di embrioni umani da loro ritenuti utili al progresso scientifico e medico.
In questa variegata realtà si mischiano piccole verità e grandi bugie. Se gli auspici e le speranze sono legittime, i progressi nell’applicazione medica esigono conoscenze bio-mediche approfondite che necessitano di tempo e precise regole da rispettare. Molta euforia dovrebbe essere temperata da considerazioni più realistiche di natura medica, biologica oltre che antropologica ed etica. Non va dimenticato, del resto, che ogni scoperta mentre spiega, pone anche nuovi interrogativi che riflettono domande importanti sulla nostra natura umana.

 

 

 

 

 

(©L’Osservatore Romano 10-11 dicembre 2012)