Morta a 20 anni Nazifa Noor Ahmad, la ragazza afghana premiata da Mattarella

el 2018, per il suo impegno come volontaria nella Croce Rossa, Nazifa Noor Ahmad aveva ricevuto dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, l’attestato di Alfiere della Repubblica dopo che, nel 2008, era giunta a Bagnacavallo nel Ravennate, dall’Afghanistan grazie ad un intervento congiunto fra il contingente militare Italiano in campo a Herat e la Protezione Civile della Bassa Romagna, al tempo guidata da Roberto Faccani che l’aveva accolta nella sua famiglia per offrirle la possibilità di curarsi da una grave forma di linfoma di Hodgkin toracico-cervicale. E’ morta a venti anni, mercoledì – come riporta la stampa locale ravennate – a qualche giorno di distanza dal trapianto di polmoni cui era stata sottoposta a Padova sabato scorso.

Nel corso degli anni, la giovane – giunta in Romagna a poco più di sei anni e divenuta bagnacavallese d’adozione – aveva dovuto sostenere cure complesse, a causa delle sue condizioni di salute, ed era stata ricoverata diverse volte al reparto di onco-ematologia pediatrica dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Di recente il ricovero a Padova per un intervento ai polmoni, dopo le cure cicliche cui era costretta. Nazifa, che avrebbe dovuto sostenere l’esame di maturità posticipato a settembre, al liceo scientifico di Lugo, era stata accompagnata dalla mamma e una delle sorelle adottive, al suo fianco sempre come il babbo adottivo, Roberto Faccani, da cui aveva tratto la passione per il volontariato, svolto nelle fila della Croce Rossa lavorando anche come interprete nei Centri di accoglienza per migranti. Un impegno che le era valsa l’onorificenza del Presidente della Repubblica.

«E’ un momento molto difficile e noi della famiglia facciamo fatica a parlare ed esprimere ciò che proviamo per questa grave perdita – ha raccontato lo stesso Faccani nei giorni scorsi a ‘il Resto del Carlino’ di Ravenna -: Nazifa è con noi da 14 anni ed io e la mia famiglia l’abbiamo seguita in ogni suo passo, sia per la cura della malattia, sia per l’inserimento nella vita sociale. Si sentiva perfettamente italiana, romagnola e bagnacavallese tanto che a sette anni ha imparato la nostra lingua in soli quattro mesi. Era legata a tutti e amata da tutti. Gli amici e i compagni di scuola sono increduli di quanto accaduto e negli ultimi mesi l’hanno sempre seguita e sostenuta. Ha dato alla collettività il meglio di se e resterà nei ricordi di molti». E sulla morte della ragazza afghana, si è espresso anche il presidente nazionale della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca. «Non ci sono parole adeguate per la scomparsa della nostra Nazifa – ha argomentato al ‘Carlino’ – ogni commento sembra superfluo. Ma non è così, perché la sua breve vita ha avuto un valore immenso: è stata veicolo di speranza e voglia di dedicarsi agli altri per restituire quanto ricevuto».

La Stampa