Reggio Emilia, anno pastorale al via
DA REGGIO EMILIA EDOARDO TINCANI
Sarà dedicato al «vigilare» l’anno pastorale 2010 2011 della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. Lo ha annunciato il vescovo Adriano Caprioli presiedendo insieme all’ausiliare Lorenzo Ghizzoni la Messa solenne di mercoledì scorso nella ‘sagra’ cittadina della Vergine della Ghiara, venerata come «Regina di Reggio». Il presule, anticipando alcuni temi della lettera pastorale di prossima pubblicazione, ha indicato nell’Apocalisse il testo di riferimento. Proprio dall’ultimo libro della Bibbia Caprioli ha attinto l’icona della «donna vestita di sole», madre e immagine di una Chiesa che è chiamata, come Maria, «a dare alla luce il Cristo, contribuendo attivamente alla sua crescita lungo la storia». Una storia che il vescovo ha poi definito «drammatica» e «conflittuale tra sviluppo e degrado», derivando appunto da questa consapevolezza la necessità della Chiesa di «vigilare», sul mondo e su di sé. «Vigila una Chiesa – ha detto Caprioli nell’omelia – pronta a riconoscere le colpe dei suoi figli, a rimuoverne gli scandali, difendendo e sostenendo le vittime. Il vigilare su se stessi coinvolge in prima persona la Chiesa, non solo negli interventi del magistero, ma facendosi prassi quotidiana delle parrocchie, dei gruppi e dei movimenti. È una tensione che non può in alcun modo subire allentamenti o scendere a compromessi». Prima che istituzione o modello di efficienza organizzativa, la Chiesa dell’Apocalisse è mistero, grazia, vita di comunità, testimonianza. «Su questa immagine di Chiesa spirituale – mariana – che testimonia la speranza, siamo chiamati tutti a vigilare». Tre, in particolare, gli ambiti di vita sui quali Caprioli ha esortato la Chiesa emiliana ad essere vigilante. Anzitutto l’attuale «sfida educativa, testimoniando nella vita di famiglia, in parrocchia e nella scuola l’unità del processo educativo, superando la scissione tra il mondo oggettivo della razionalità e quello soggettivo dei sentimenti e degli affetti». Un secondo terreno è stato individuato nel ministero pastorale, «perché il fare non sia a discapito dell’essere, e l’agire non sia soffocato dall’immediato, senza la pacatezza di pensare, studiare, formarsi, coltivare qualche amicizia anche tra sacerdoti». Infine il vescovo ha domandato di vigilare nella vita consacrata, che, per la sua stessa «audace rinuncia al matrimonio, al possesso personalizzato dei beni e a una carriera autonoma», è da vedere come «figura di testimonianza che Dio è tutto e viene prima di tutto».
avvenire 10 settembre 2010
DA REGGIO EMILIA EDOARDO TINCANI
Sarà dedicato al «vigilare» l’anno pastorale 2010 2011 della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. Lo ha annunciato il vescovo Adriano Caprioli presiedendo insieme all’ausiliare Lorenzo Ghizzoni la Messa solenne di mercoledì scorso nella ‘sagra’ cittadina della Vergine della Ghiara, venerata come «Regina di Reggio». Il presule, anticipando alcuni temi della lettera pastorale di prossima pubblicazione, ha indicato nell’Apocalisse il testo di riferimento. Proprio dall’ultimo libro della Bibbia Caprioli ha attinto l’icona della «donna vestita di sole», madre e immagine di una Chiesa che è chiamata, come Maria, «a dare alla luce il Cristo, contribuendo attivamente alla sua crescita lungo la storia». Una storia che il vescovo ha poi definito «drammatica» e «conflittuale tra sviluppo e degrado», derivando appunto da questa consapevolezza la necessità della Chiesa di «vigilare», sul mondo e su di sé. «Vigila una Chiesa – ha detto Caprioli nell’omelia – pronta a riconoscere le colpe dei suoi figli, a rimuoverne gli scandali, difendendo e sostenendo le vittime. Il vigilare su se stessi coinvolge in prima persona la Chiesa, non solo negli interventi del magistero, ma facendosi prassi quotidiana delle parrocchie, dei gruppi e dei movimenti. È una tensione che non può in alcun modo subire allentamenti o scendere a compromessi». Prima che istituzione o modello di efficienza organizzativa, la Chiesa dell’Apocalisse è mistero, grazia, vita di comunità, testimonianza. «Su questa immagine di Chiesa spirituale – mariana – che testimonia la speranza, siamo chiamati tutti a vigilare». Tre, in particolare, gli ambiti di vita sui quali Caprioli ha esortato la Chiesa emiliana ad essere vigilante. Anzitutto l’attuale «sfida educativa, testimoniando nella vita di famiglia, in parrocchia e nella scuola l’unità del processo educativo, superando la scissione tra il mondo oggettivo della razionalità e quello soggettivo dei sentimenti e degli affetti». Un secondo terreno è stato individuato nel ministero pastorale, «perché il fare non sia a discapito dell’essere, e l’agire non sia soffocato dall’immediato, senza la pacatezza di pensare, studiare, formarsi, coltivare qualche amicizia anche tra sacerdoti». Infine il vescovo ha domandato di vigilare nella vita consacrata, che, per la sua stessa «audace rinuncia al matrimonio, al possesso personalizzato dei beni e a una carriera autonoma», è da vedere come «figura di testimonianza che Dio è tutto e viene prima di tutto».
avvenire 10 settembre 2010