Ministri della Santa Comunione. Non impegno di volontariato ma un mandato della Chiesa

 
Quasi 500 ministri erano presenti in Cattedrale per rinnovare, davanti al Vescovo, il loro mandato di prezioso servizio pastorale. Lo ha sottolineato nella omilia, il Vescovo Ausiliare Lorenzo che ha presieduto l’Eucaristia. Non si tratta di un volontariato, legato alla buona volontà, ma – ha sottolineato il Vescovo – di un mandato della Chiesa che ha accolto la disponibilità per investirla di un compito importante come quello di confermare agli infermi la vicinanza della Comunità e assicurare loro la perseveranza nella comunione eucaristica. In questo modo, tutti i ministeri, anche quello straordinario, sottolineano e confermano che la Chiesa ha come indole il carattere del servizio. Ne è conferma la voce del Padre, nell’episodio della trasfigurazione proclamato come vangelo del giorno. Gesù è il Figlio mandato per essere ascoltato, vale a dire mandato per una missione da accogliere; così deve essere della Chiesa come serva del progetto del Padre. L’incontro è iniziato con l’Adorazione, durante la quale sono stati celebrati i Vespri in forma solenne e meditativa, per lasciare poi spazio alla preghiera personale. E’ stato un momento toccante vedere una Cattedrale, affollata nella navata e nel transetto, in perfetto silenzio adorante. Dopo un’ora di Adorazione il Vescovo ha presieduto la Messa, arricchita da riti ben celebrati, da canti ben partecipati e dalla memoria orante dei ministri defunti. Al termine di oltre due ore di preghiera, ci si è dati l’appuntamento per la “giornata di spiritualità” a Marola il 2 giugno e il Vicario Episcopale per i ministeri ha chiesto ai ministri di aiutare i parroci nella verifica delle scadenze triennali del mandato, nel coordinare bene a livello vicariale eventuali corsi per nuovi ministri, nel promuovere almeno un incontro zonale o vicariale annuale per mantenere contatti più capillari e personalizzati, che il grande numero dei ministri rischia di rendere anonimo e formale. Questa Assemblea era la XXXIII; una lunga tradizione che si è di nuovo confermata come appuntamento desiderato ed opportuno tra i ministri e il proprio Vescovo, utile per dilatare la comunione diocesana in ogni angolo del territorio. Una comunione che ogni anno acquista sempre più la familiarità dei volti concreti che si ritrovano. 
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