Milano saluta Martini. Monti al Duomo

MILANO – Sono oltre trentamila le persone che questa mattina sono entrate nel Duomo di Milano per rendere un omaggio a Carlo Maria Martini, l’ex arcivescovo morto due giorni fa a Gallarate. La camera ardente rimarrà aperta oggi tutto il giorno, mentre domani la cattedrale verrà chiusa alle 11,30 in preparazione dei funerali fissati per le 16. Sarà l’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, a presiedere la cerimonia e a pronunciare l’omelia, mentre il cardinale Angelo Comastri, rappresentante del Papa, leggerà un messaggio di Benedetto XVI. Il Duomo resterà aperto fino alle 23 per l’omaggio alla salma del cardinal Martini, ma se il flusso dovesse essere consistente non è escluso che l’orario venga prorogato ulteriormente. Inizialmente l’orario di chiusura della cattedrale era stato fissato per le 19 ma vista la costante affluenza di persone la curia ha deciso per questa proroga. Fuori dal Duomo di Milano si sono formate due lunghissime code di persone che aspettano di poter entrare in chiesa per rendere omaggio al cardinal Martini, con tempi di attesa che arrivano a un’ora e mezza. Un ramo della fila, che si divide in due, esce da piazza del Duomo per superare l’Arengario, mentre dall’altra parte la fila entra in via Santa Margherita per arrivare fin quasi al Teatro alla Scala.

L’OMAGGIO DI MONTI – Il presidente del consiglio Mario Monti ha appena lasciato il duomo di Milano dove ha reso omaggio alla salma del cardinale Carlo Maria Martini. Entrato in Duomo, il premier si è avvicinato alla sorella di Martini, Maris, e si è fermato a parlare con lei e con gli altri familiari. Poi ha detto una preghiera davanti alla bara, di fronte all’altare maggiore. Monti è stato accompagnato dall’arciprete della cattedrale, monsignor Luigi Manganini.

CREDENTI E NON IN FILA PER IL CARDINALE  di Salvatore Lussu – Credenti e non credenti, tutti in fila. Per lui, per il Cardinale. L’amore che Milano sta tributando a Carlo Maria Martini ha una forma materialmente visibile: è un serpentone calmo e continuo, che sembra non volersi arrestare. Sono decine di migliaia di giovani, vecchi, di laici e di religiosi che da ieri si mettono in coda fuori dal duomo, pazienti, per dare un ultimo saluto al vescovo che per 23 anni ha ricoperto il ruolo di guida spirituale della città. Questa mattina, fanno sapere dalla Curia, sono già arrivati in 30 mila, dopo i circa 60 mila di ieri. In tanti vogliono anche riportare a casa qualcosa che rappresenti e ricordi il momento, il fugace attimo di vicinanza alla bara che ospita il cardinale: ecco allora l’ immagine scattata con la macchina fotografica o, lo si è visto fare anche a diversi religiosi, tra cui una suora, con il cellulare. Una selva di scatti per quel feretro collocato davanti all’altare centrale. Una scena che si era vista già ieri, quando la salma di Martini è rimasta esposta per tutta la giornata, ma che è proseguita anche oggi, dopo che alle sei del mattino il corpo è stato chiuso nella bara che lo custodirà sotto il crocifisso di S.Carlo, in una delle navate della cattedrale. “Per me lui era una persona santa, come ce ne sono tante nella Chiesa – dice ad esempio Sandro, dopo aver scattato una foto al feretro – e conserverò questa immagine come qualcosa di prezioso”. Ma, come detto, non sono solo i credenti a fare la fila. “Sono venuta perchè Martini è stato il cardinale della mia giovinezza anche se non sono una di chiesa – spiega una signora di mezza età con una gonna beige e una maglietta gialla. Uno che ha contribuito al colloquio tra persone diverse merita rispetto, comunque la si pensi”. e c’é chi ricorda episodi non prettamente religiosi “mi ricordo – racconta davanti alle telecamere un signore sui sessanta anni – che era sempre in mezzo alla gente ed è stato tra i primi ad intervenire per vedere cosa era successo e portare conforto dopo un attentato anni fa qui a Milano”. Fuori dal Duomo, intanto, c’é un serpentone di gente che, ordinata, attende il proprio turno per entrare, poi un passaggio veloce, magari inginocchiandosi per qualche istante davanti alla bara. In molti non trattengono la commozione. Ma è una commozione composta, come era nello stile del cardinale. “La compostezza, quasi la ieraticità, era un suo tratto – dice Giovanna mentre aspetta in coda – ma questo non faceva che dare più forza alle sue parole”. I fedeli avranno ancora un giorno per salutare Martini: domani il duomo sarà aperto ancora fino alle 11,30, poi nel pomeriggio le esequie e l’estremo saluto della città

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