Messaggio del Parroco don Daniele Casini per il prossimo Natale

Carissimi parrocchiani di Santo Stefano e San Zenone, la grazia, la misericordia e la pace di Dio Padre e del Signore Gesù Cristo siano con tutti voi.

   Con l’ingresso nell’Eucaristia solenne la sera del 10 ottobre 2015 in Santo Stefano è iniziato il mio cammino in mezzo a voi come parroco, mandato con tanta fiducia e benevolenza dal Vescovo Massimo. Con due novità non da poco: il nuovo parroco non risiede in parrocchia, ma nella canonica di Santa Teresa, insieme al Vescovo emerito Adriano e alle Suore dell’Imitazione di Cristo, provenienti dall’India. L’altra novità, più forte, è che la parrocchia di Santo Stefano e San Zenone da ottobre cammina con altre tre: la Cattedrale, San Prospero e, appunto, Santa Teresa, formando una nuova Unità Pastorale, che abbiamo avuto la gioia di intitolare la domenica 25 ottobre ai Santi Crisanto e Daria, due giovani della Chiesa di Roma del III secolo, uniti dal martirio. Ringrazio Don Fabrizio Crotti, parroco emerito e collaboratore per le parrocchie, che ha favorito la comprensione e l’accoglienza di questa nuova realtà pastorale, che penso abbia già dato i primi frutti di unità e collaborazione nella catechesi e nelle celebrazioni intense delle Sagre. Come detto la sera dell’ingresso, ho avuto la grazia di iniziare questo cammino di parroco alla vigilia del Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco e che in Diocesi abbiamo inaugurato con l’apertura della Porta della Misericordia la domenica 13 dicembre. E proprio la porta è l’immagine che mi sta più a cuore in queste settimane. Innanzitutto come rendimento di grazie perché mi avete aperto la “porta” del vostro cuore e mi avete accolto con gioia, a partire da Don Fabrizio con i suoi sapienti consigli, dai diaconi Enrico e Benito, dalla disponibilità a collaborare delle Figlie di Gesù, delle Suore della Carità, delle Figlie di San Paolo, di Fabrizia e Maura che animano insieme l’accoglienza e la vita di preghiera nella canonica di San Zenone, di Giuseppe e Albana che seguono la segreteria parrocchiale, l’oratorio, la chiesa e il sito internet. Grazie per gli incontri col Consiglio pastorale e i collaboratori per gli affari economici, l’equipe dei Catechisti e gli animatori dei gruppi di Vangelo, il gruppo Liturgico coi Lettori, ministri straordinari della Santa Comunione, le donne che puliscono e addobbano la chiesa… e altri che non ho ancora potuto incontrare ma so che amano e servono questa parrocchia e la sostengono con la preghiera e l’offerta della sofferenza. L’immagine della porta è stata al centro del ritiro dei gruppi di catechismo nella prima domenica di Avvento e nella preparazione della Novena del Natale: il mio intendimento era di annunciare la  grazia del Giubileo a partire dai più piccoli e, per mezzo di loro, ai genitori e alle famiglie. Giubileo è un invito ad aprirsi all’amore e alla tenerezza di Gesù che dice a ciascuno di noi: «ecco io sto alla porta e busso» (Apocalisse 3,20). E, come abbiamo fatto nei gruppi di Vangelo nelle case in Avvento, abbiamo fatto conoscere le parabole della misericordia: Gesù non si stanca mai di venirci a cercare, come il pastore con la pecorella smarrita. Coi piccoli è stato facile e bello! Spero riusciamo anche con gli educatori dell’Unità Pastorale, quest’anno con l’aiuto di alcuni seminaristi, a trovare il linguaggio per entrare nel cuore dei giovani che sembrano vivere su un altro pianeta!

   L’8 dicembre, quando abbiamo avuto la gioia di celebrare gli anniversari di matrimonio, di professione religiosa e il centenario dell’Istituto delle Figlie di San Paolo (Suore Paoline), coincideva con l’apertura della Porta Santa in San Pietro da Papa Francesco, il Papa che ci ha arricchito nel 2015, anno del Sinodo della Famiglia, con delle semplici quanto stupende catechesi sulla famiglia (la raccolta di esse è stata donata agli sposi festeggiati). Tra le catechesi, una era dedicata alle tre parole che fanno camminare la famiglia: “permesso”, “scusa” e “grazie” (riportate su una simpatica calamita donata anch’essa agli sposi). E con queste parole del Papa, richiamate nella mia omelia, ho voluto iniziare un tema che spero di portare avanti nel 2016: la porta di ogni casa, ogni soglia delle nostre abitazioni dovrebbe diventare l’entrata nella scuola della comunione e dell’amore. E come vorrei che le porte delle nostre parrocchie diventassero “porte di misericordia”, spalancate verso chi si è allontanato per svariati motivi o si è sentito allontanato dai nostri comportamenti! E sperimentare così la gioia di felici ritorni, che attendiamo e per i quali preghiamo!

   Concludo con il pensiero agli ammalati e agli anziani che forse non potranno recarsi alla Porta Santa, pur essendo in questo Giubileo molto vicina, perché aperta anche nella nostra Cattedrale, come detto. Papa Francesco ha scritto loro che «sarà di grande aiuto vivere la malattia e la sofferenza come esperienza di vicinanza al Signore che nel mistero della sua passione, morte e risurrezione indica la via maestra per dare senso al dolore e alla solitudine. Vivere con fede e gioiosa speranza questo momento di prova, ricevendo la comunione o partecipando alla santa Messa e alla preghiera comunitaria, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione, sarà per loro il modo di ottenere l’indulgenza giubilare». Insomma, un Giubileo per tutti. Grazie, Papa Francesco che l’hai voluto per noi!   A tutti Buon Natale, rinnovata manifestazione della tenerezza di Dio!       d. Daniele Casini

(testo preparato per il Diario di Avvento-Natale 2015)