Magia, trappola per creduloni

teologia

«La superstizione è una deviazione del culto che rendiamo al vero Dio. Ha la sua massima espressione nelle varie forme di divinazione e di magia» (Catechismo 2138).
La superstizione è una distorsione del sentimento religioso e del culto. La sua prima manifestazione è entro il culto a Dio: in consuetudini e atti che lo snaturano. Come in riti e devozioni avulse e stravaganti, o in certe pratiche di religiosità popolare, anteposte alla liturgia e alla preghiera della Chiesa o surrogatorie di esse. Pratiche che strumentalizzano i sacramenti. Atti in cui è sacralizzato il gesto, dove il valore è tutto e solo nel compierlo. La superstizione è altresì in una prassi liturgica e sacramentale che attribuisce alla sola materialità dei riti la loro efficacia, a prescindere da ogni coinvolgimento personale di conversione e di fede.
La superstizione è anche fuori del culto a Dio. È in concezioni e pratiche divinatorie e magiche della religione. La divinazione anzitutto, con la quale l’uomo cerca di captare il futuro e tutto ciò ch’è sottratto all’umana conoscibilità. Essa cela una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini, che contraddice l’abbandono fiducioso alla divina Provvidenza, cui la fede e la speranza chiamano l’uomo. Per cui sono da rifuggire, come contrarie all’onore e al rispetto di Dio, la consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, l’evocazione dei morti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium.
Anche la magia è una distorsione superstiziosa della religione. Centrata sulla credenza in forze occulte operanti nell’universo, la magia ritiene di poterle sottomettere a proprio vantaggio (magia bianca) o ad altrui danno (magia nera). Praticare la magia in veste di maghi e fattucchieri o ricorrere a questi come fruitori è contrario alla virtù di religione e alla fede in Dio e perciò proibito e illecito. Lo stesso deve dirsi di credenze e pratiche scaramantiche e dell’uso di amuleti e talismani. Magia e scaramanzia tolgono la libertà dei figli di Dio, sottoponendo le coscienze al giogo di una religiosità vana e credulona.

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