M5s Ipf. Scissione fatta, è scontro Di Maio-Conte anche nelle regioni. Cosa succede

Eletti i capigruppo di Insieme per il futuro di Senato e Camera. Il ministro degli Esteri leader: «Molti hanno chiesto di aderire alla nostra formazione, ci dovremo dedicare ai territori»
Quando andavano d'accordo. L'allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a sinistra, con l'allora leader del M5s Luigi Di Maio, sul palco dell'Arena Flegrea di Napoli per celebrare i 10 anni dalla fondazione del Movimento 5 stelle, 12 ottobre 2019

Quando andavano d’accordo. L’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a sinistra, con l’allora leader del M5s Luigi Di Maio, sul palco dell’Arena Flegrea di Napoli per celebrare i 10 anni dalla fondazione del Movimento 5 stelle, 12 ottobre 2019 – Ansa

Con il passare delle ore il partito di Luigi Di Maio prende forma e quota. Primo Di Nicola e Iolanda Di Stasio sono stati oggi eletti capigruppo di Senato e Camera, della nuova formazione Insieme per il Futuro, costituita dai parlamentari che hanno abbandonato il Movimento 5 stelle e il suo leader Giuseppe Conte. La riunione degli eletti 5 stelle passati a Ipf si sono riuniti nel pomeriggio a Montecitorio. Pasquale Maglione è stato invece eletto vice capogruppo vicario di Ipf a Palazzo Madama.

Nel corso dell’incontro Di Maio ha definito la posizione dei due gruppi alla Camera e al Senato. “Basta sovranismi e populismi” e “I nostri parlamentari daranno stabilità al governo” sono io due punti principale sui quali ha ruotato il suo intervento. Dal punto di vista organizzativo il leader ha detto che “molti hanno chiesto di aderire a Ipf, in questi mesi si valuteranno le istanze e ci dovremo dedicare ai territori”.

Il punto adesso è capire come sarà accolto Insieme per il futuro nel Paese. È sul territorio che la sfida si fa importante per garantire una durata alle due forze nate dalla lotta antipolitca di Grillo e Casaleggio, antipolitica ormai esaurita. Il parlamentare visto come portavoce dei cittadini sembra ormai un ricordo vecchio e sbiadito.

Ma l’operazione politica lanciata da Di Maio al momento appare più un disegno pensato e messo in atto a Roma senza il coinvolgimento delle forze periferiche. Il leader di Insieme per il futuro al momento non sembra avere un seguito reale nel Paese, se si fa eccezione per la Campania, dove la scissione avrà certamente ripercussioni sulle istituzioni, dalla Regione ai Comuni. Alle elezioni politiche ormai manca poco, i prossimi mesi saranno a dir poco intensi, sia per Di Maio che per Conte.

Vediamo cosa succede nelle regioni.

Nessuna fuoriuscita sul fronte del Movimento 5 stelle toscano dopo la scissione. In Toscana, fanno sapere dal gruppo in Consiglio regionale, non ci saranno scissioni: né la capogruppo Irene Galletti, né la consigliera Silvia Noferi intendono seguire Di Maio nel suo nuovo progetto politico. Ieri la stessa Galletti, sulla sua pagina Facebook, aveva scritto che “il Movimento 5 Stelle Toscana prosegue il suo lavoro a fianco del presidente Giuseppe Conte e di tutta la comunità politica da lui rappresentata. La delusione e il disappunto per la scelta compiuta dagli ex parlamentari pentastellati è innegabile, ma la volontà di perseguire gli obiettivi del nostro mandato restano immutati”. Dello stesso avviso anche i consiglieri comunali fiorentini pentastellati Lorenzo Masi e Roberto De Blasi (capogruppo) e in Palazzo Vecchio non nascerà un gruppo legato al nuovo movimento di Di Maio.

Sono tutti fedeli alla linea Conte i pentastellati nei consigli della Regione Piemonte e della Città di Torino e la stessa dichiarazione ha fatto l’ex sindaca del capoluogo piemontese Chiara Appendino. Il gruppo in consiglio regionale, formato da Sarah Disabato (capogruppo), Ivan Marinetti e Sean Sacco, “sostiene, compatto, il percorso intrapreso dal presidente Giuseppe Conte ed appoggiato a larghissima maggioranza dagli iscritti della nostra comunità”. Tre anche i consiglieri nell’assemblea cittadina, Andrea Russi (capogruppo), Valentina Sganga (candidata sindaca alle Amministrative di ottobre) e Dorotea Castiglione. “il gruppo consiliare di Torino è compatto – rimarcano – e la nostra permanenza nel Movimento 5 Stelle guidato da Giuseppe Conte non è in discussione”.

Di Maio sembra avere una roccaforte nella sua Campania. Le fibrillazioni legate alla scissione nel Movimento 5 Stelle avranno ripercussioni in tempi brevi all’interno delle istituzioni locali in Campania, con effetti sia sugli assetti politici delle assemblee che, in alcuni casi, sulle giunte. In Regione, dove gli M5s erano sei, sono sicuramente passati con Di Maio sia Valeria Ciarambino, legata politicamente da tempo al ministro degli Esteri, che Salvatore Aversano. Nelle ultime ore si è diffusa la voce dell’adesione del consigliere regionale Luigi Cirillo mentre sarebbe in corso una riflessione da parte di Gennaro Saiello. Resterebbero sicuramente con Conte sia Michele Cammarano che Vincenzo Ciampi. In queste ore si parla anche di un passaggio in maggioranza dei dimaiani mentre finora in Campania i 5 Stelle sono all’opposizione. Al Comune di Napoli il gruppo di 6 consiglieri si è spaccato in due. Da un lato i fedelissimi del presidente della Camera, Roberto Fico, che sono Ciro Borriello, Claudio Cecere e Salvatore Fiocco. Dall’altro i dimaiani, Gennaro Demetri Paipais e Fiorella Saggese mentre è ancora in corso una riflessione da parte della vice presidente del Consiglio comunale, Flavia Sorrentino. Il gruppo dei consiglieri vicini al ministro degli Esteri potrebbe anche rivendicare una presenza nella giunta Manfredi. In provincia è in corso lo scouting dei consiglieri comunali da parte di alcuni dei deputati più legati a Di Maio: con lui è passato l’intero gruppo consiliare di Pomigliano.

Non lasciano il movimento e si schierano apertamente con Giuseppe Conte anche i due consiglieri regionali della Calabria del Movimento 5 stelle, il capogruppo Davide Tavernise e Francesco Afflitto.

Anche in Trentino Alto Adige tutti con Conte. Qui ci sono solo due consiglieri pentastellati, uno Alex Marini in consiglio provinciale a Trento, e un altro Diego Nicolini in consiglio provinciale a Bolzano: entrambi non seguiranno il ministro di Di Maio.

Il divorzio tra Luigi Di Maio e il M5S provoca conseguenze a livello di rappresentanza nazionale del movimento in Liguria, dove resterà solo un parlamentare pentastellato a rappresentare la Regione a Roma, Roberto Traversi, rispetto agli 8 eletti alle elezioni politiche nel 2018. Nessuna conseguenza invece a livello locale: sia il capogruppo in Consiglio regionale Fabio Tosi sia il consigliere regionale del M5S Paolo Ugolini confermano il loro sostegno alla leadership di Giuseppe Conte, così come il capogruppo in Consiglio comunale a Genova Luca Pirondini, unico dei cinque consiglieri comunali uscenti rieletto lo scorso 12 giugno. E Pirondini chiede l’immediata uscita del M5S dal Governo Draghi. “Facciamo tornare Alessandro Di Battista’, sollecita.

“Non c’è alcuna fuoriuscita, andiamo avanti e lavoriamo per il Movimento 5 Stelle”. Lo afferma il capogruppo pentastellato al Consiglio regionale della Lombardia, Nicola Di Marco, che critica la scissione del ministro Luigi Di Maio. “Riteniamo sbagliato farlo – dice – proprio nel momento in cui un certo sistema cerca di picconarlo. Avere, oggi, queste picconate anche dall’interno non fa bene al nostro gruppo politico”.

Gli esponenti del Molise del Movimento 5 Stelle fanno quadrato attorno a Giuseppe Conte e non seguono Luigi Di Maio nella sua nuova avventura. È quanto emerge finora a livello locale: nessuno ha annunciato l’addio al Movimento. L’unico parlamentare 5 Stelle della regione, Antonio Federico (gli altri eletti Rosa Alba Testamento, Fabrizio Ortis e Luigi Di Marzio da tempo non fanno più parte dei Movimento) è stato da qualche giorno nominato coordinatore regionale e oggi nel confermare la sua scelta di fedeltà all’ex premier afferma: “Le difficoltà sono tante, ma nessuno pensi che il nostro peso diminuirà, anzi. Ora, senza più fardelli, abbiamo finalmente occasione di poter affermare con maggior nettezza e chiarezza la nostra linea politica”. Fa lo stesso il sindaco di Campobasso Roberto Gravina che critica Di Maio. Nessun addio finora anche tra i consiglieri regionali 5 Stelle: Valerio Fontana, Fabio De Chirico, Patrizia Manzo Angelo Primiani, Vittorio Nola e Andrea Greco. Quest’ultimo proprio venerdì scorso ha cenato a Isernia con Di Maio. È attesa una sua dichiarazione nelle prossime ore.

Tutti con Conte anche nel Lazio, dove il gruppo regionale è rimasto compatto con l’ex premier: i sette consiglieri, comprese le due
assessore Lombardi e Corrado, sono stati tra i primissimi la sera dell’annuncio di Di Maio a rinnovare al loro fiducia all’attuale presidente M5S. Il Lazio è stato il primo esempio di campo largo: il presidente Zingaretti ha infatti allargato la maggioranza a M5S includendo due assessore pentastellate. Diversa e molto più fluida la situazione in Campidoglio dove la pattuglia di 4 consiglieri capitanati dall’ex sindaca Virginia Raggi, più uno della lista civica, sta decidendo sul da farsi e non si è finora espresso né per Di Maio né per Conte. Certo è che al comune di Roma i pentastellati in realtà hanno sempre seguito una loro via: ovvero la corrente ‘raggiana’.

Anche la Sardegna è con Giuseppe Conte. I quattro consiglieri regionali M5s restano fedeli al movimento. Lo conferma il capogruppo nell’Assemblea sarda Roberto Li Gioi. Meno netta la situazione nelle città, in particolare a Sassari, seconda città della Sardegna. Il presidente del Consiglio comunale Maurilio Murru è un pentastellato della prima ora e dovrebbe restare con il movimento. La consigliera Patrizia Zallu resterà sicuramente con Conte”. Un altro consigliere comunale e un’assessora, raggiunti al telefono dall’Ansa, hanno preferito non rispondere alla domanda se intendano seguire Di Maio, magari fondando un gruppo Insieme per il Futuro. Cagliari non ha, invece, consiglieri comunali del M5s.

Stessa cosa in Puglia tutti i componenti del gruppo in Consiglio regionale hanno deciso, al momento, di restare nel Movimento 5 Stelle. La scissione prodotta dall’abbandono del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, non ha quindi avuto per ora effetti in Puglia. I cinque consiglieri regionali, Marco Galante, capogruppo, Cristian Casili, vicepresidente del Consiglio regionale, Rosa Barone, assessora al Welfare, Grazia Di Bari e Antonella Laricchia non abbandoneranno il gruppo pentastellato. In Puglia il M5s, ad eccezione di Laricchia, sostiene la maggioranza di centrosinistra guidata da Michele Emiliano. Per quanto riguarda il comune di Bari, i tre consiglieri del Movimento 5 Stelle restano con Conte. A San Giovanni Rotondo, il paese dove è cresciuto il leader pentastellato, l’unica consigliera M5S, Nunziata Palladino, rimane al fianco di Conte.

Pure in Emilia-Romagna non sembra raccogliere adesioni il nuovo movimento fondato dal ministro degli esteri Luigi Di Maio, con i rappresentanti nelle istituzioni che si dividono fra la fedeltà a Conte e un timido attendismo. I parlamentari più in vista, dal riminese Marco Croatti alla reggiana Mariaedera Spadoni restano con il Movimento 5 Stelle. “In tutta la Regione – ha detto Croatti al Resto del Carlino – non mi sono arrivate da esponenti del Movimento lamentele o tensioni che richiamassero a una divisione. Quanto sta accadendo è un’operazione nata a Roma, studiata da tempo”. Anche l’unica consigliera regionale, la bolognese Silvia Piccinini al momento non si sposta, pur ammettendo che “questo per noi è un periodo di grande disorientamento”. Nessuna posizione ufficiale nemmeno da Max Bugani, storico esponente bolognese, già vicino a Casaleggio e Raggi, oggi assessore della giunta di Matteo Lepore a Bologna. Il M5s in Emilia-Romagna, la regione dove di fatto è nato con il primo ‘V-day’ e con l’elezione dei primi consiglieri e sindaci, sta vivendo un momento di profonda crisi: alle regionali del 2020 il candidato presidente prese il 3,48% e alle comunali del 12 giugno è andata ancora peggio: a Piacenza e Riccione ha preso il 2%, a Parma (dove dieci anni fa festeggiò l’elezione di Federico Pizzarotti) non si è nemmeno presentato.

Nelle Marche in Consiglio regionale, dopo il passaggio al Gruppo misto di Simona Lupini quattro mesi fa, il M5s è rimasto monogruppo con Marta Ruggeri che rimarrà nel M5s e non seguirà Di Maio in Insieme per il Futuro. “Sto dalla parte delle migliaia di elettori marchigiani che, alle regionali del 2020, hanno votato simbolo e lista M5s, nella quale ero candidata”, scrive Ruggeri. Nessuno scossone neanche nei gruppi consiliari dei capoluoghi dove finora non si segnalano passaggi di consiglieri a Ipf.

Dei sei consiglieri regionali in Abruzzo l’unico che sembra destinato a passare a Insieme per il Futuro è la capogruppo Sara Marcozzi.

Anche in Friuli Venezia Giulia quattro consiglieri regionali restano tutti nel Movimento. Stessa decisione anche di Alessandra Richetti, candidata sindaco di Trieste per il M5s all’ultima tornata elettorale.

Come in Veneto dove l’unica consigliera regionale, Erika Baldin, resterà con Conte.

E in Basilicata i tre consiglieri regionali resteranno al fianco di Conte, così come il sindaco di Matera.

Lo stesso in Umbria: “Il Movimento 5 Stelle in Umbria resta compatto al fianco di Giuseppe Conte”, si annuncia in una lettera firmata da 26 rappresentanti del movimento ai vari livelli politici.

Infine la Sicilia, un importante serbatoio di voti per il Movimento 5 stelle: i 15 deputati regionali non seguiranno Di Maio nel
nuovo progetto politico.

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