Lula scrive al papa e confessa il suo timore per un secondo turno elettorale e per una transizione pacifica

Lula scrive al papa e confessa il suo timore per un secondo turno elettorale e per una transizione pacifica

Adista

L’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT) ha inviato a papa Francesco, il 20 settembre, una lettera in cui ammette il timore di un secondo turno alle elezioni che si svolgeranno il 2 ottobre, dove affronterà il presidente uscente Jair Bolsonaro. L’esistenza del documento è stata rivelata da Eduardo Suplicy – economista, docente universitario, fra i fondatori del Partito dei Lavoratori (PT), attualmente è consigliere del Comune di São Paulo – in un video in cui informava anche che era incaricato della consegna della missiva.

In essa Lula afferma che «la battaglia è tutt’altro che finita»: «mancano ancora 12 giorni di campagna elettorale per giungere al primo turno, c’è la rischiosa eventualità del secondo turno e poi la necessità, in caso di vittoria, di mettere al sicuro il nostro possesso».

In un altro passaggio, Lula descrive il suo vice, Geraldo Alckmin (Partito Socialista Brailiano), come «uomo di integrità e di religione». «A partire dalla scelta del candidato alla vicepresidenza, Geraldo Alckmin, che è stato il mio avversario nel 2006, uomo di integrità e di religione, cerchiamo di superare tutte le differenze politiche e ideologiche, per costruire questa vittoria che, se Dio vuole, apparterrà a tutto il popolo brasiliano, ma soprattutto dei più poveri e sofferenti».

Eduardo Suplicy ha registrto il video prima di imbarcarsi per l’Italia con la delegazione dei giovani brasiliani che parteciperanno di persona, ad Assisi, da oggi  al 24 settembre, alla Conferenza mondiale sull’economia, voluta dal pontefice, chiamata “The Economy of Francesco”. L’evento è stato preceduto da molte attività che si sono svolte virtualmente in tutto il mondo e con incontri anche in presenza. L’articolazione brasiliana cosiddetta per “L’Economia di Francisco e Clara” (Abefc) è composta dai giovani selezionati per l’evento globale da professori universitari, ricercatori, attivisti sociali, movimenti e soggetti della società civile.