Lo psicologo di quartiere fa boom

Riceve gratis in farmacia. Un intervento su 4 è per problemi di coppia Successo per il progetto "Lo psicologo di quartiere", partito in due farmacie milanesi nel febbraio del 2009 ed esteso dall’ottobre scorso in altre 22. Sono stati effettuati 2.625 colloqui, tanto che altre farmacie andranno ad aggiungersi prossimamente, mentre alcune delle 24 farmacie già in prima linea ha dovuto raddoppiare le ore di consulenza psicologica. L’iniziativa prevede la ossibilità di una consulenza gratuita con uno psicologo, direttamente in farmacia, ed è nata dalla collaborazione tra l’assessorato alla Salute del Comune, il Laboratorio di Psicologia Clinica dell’Università Cattolica di Milano, diretto dal professor Enrico Molinari, e le Farmacie Comunali del Gruppo Admenta e con quelle private aderenti a Federfarma. "Il successo del progetto si deve – spiega l’assessore alla Salute del Comune Giampaolo Landi di Chiavenna – al fatto che abbiamo intercettato il bisogno di sostegno psicologico e fornito le risposte scientifiche adeguate a ripristinare il benessere interiore". Identikit Da febbraio 2009 a marzo 2010 gli psicologi hanno effettuato 2.625 colloqui, in media 3 per utente, e 750 situazioni problematiche. Si è trattato di incontri individuali, ma anche in coppia e familiari. Ad affidarsi agli psicoterapeuti sono state prevalentemente le donne (79,4%) e i giovani sino ai 29 anni (14,6%). A ricorrere alla consulenza psicologica sono stati soprattutto coloro che hanno un discreto livello d’istruzione: quasi la metà dei casi, 48,6%, è in possesso del diploma di scuola media superiore ed il 26,4% di quello di licenza media inferiore. Molto meno attratti da quest’opportunità si sono rivelati i laureati e coloro che non hanno completato le scuole dell’obbligo. A richiedere l’aiuto dello "psicologo di quartiere" sono per maggior parte le persone occupate. Probabilmente stress e mobbing fanno sì che ben il 42% dell’utenza sia composto da lavoratori: la percentuale dei disoccupati è bassissima: solo 8,2%. A confessare il malessere psicologico sono poi gli anziani con il 36,3%, mentre le casalinghe si aggiudicano, con il 3,5%, l’ultimo posto. Ma quali sono le condizioni di disagio che spingono ad entrare in farmacia per un consulto con lo psicoterapeuta? “Soprattutto – risponde il professor Enrico Molinari – le problematiche familiari e di coppia (27,4%), seguite dalle sintomatologie ansiose (16,6%), da quelle depressive (14,9%), dalla gestione di situazioni critiche (10,1%) e dall’abuso di alcol e sostanze stupefacenti (1,7%». Il servizio, conosciuto dall’utenza prevalentemente grazie alle informazioni dei farmacisti ed alle locandine esposte in farmacia, viene scelto soprattutto dal 32,5% per la gratuità e dal 31,5% per la vicinanza a casa o al posto di lavoro. Decisamente rincuoranti gli esiti degli interventi. «Nel 36,8% dei casi la problematica iniziale è stata risolta. Nel 41,2%, invece, si è reso necessario il ricorso ai servizi territoriali specifici. Il 22,1%, infine, non ha completato il ciclo di psicoterapia», dice ancora Molinari. (vita.it)