L’immensa mattina di Pasqua. Che sia una Pasqua in cui, in un mattino di cominciamento, l’immenso possa illuminare ogni singolo uomo, come nella famosa poesia di Ungaretti.

Che sia una Pasqua in cui, in un mattino di cominciamento, l’immenso possa illuminare ogni singolo uomo, come nella famosa poesia di Ungaretti.

Mattina

Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917

 

M’illumino

d’immenso

Che sia una Pasqua di cominciamenti e nuovi inizi, come e più del mattino di ogni giorno, come fu allora quando le donne andarono al sepolcro «All’alba del primo giorno della settimana»: doppio inizio in poche parole, per dire che la novità non è consueta, ma dilatata; non è tradizionale, ma straordinaria. Un nascere doppio, che supera l’impossibile: l’origine di ogni inizio, l’inizio che si fa eterno. A ciascuno sia dato di fare Pasqua, di riprendere, risorgere, rinascere.

Che sia una Pasqua di luce, questa del 2017, dove i rumori di guerra soffocano il canto degli «Alleluia», esattamente come cento anni fa. Che sia una luce feconda, come quella che il seme del sepolcro non tiene per sé, ma dona, affinchè tutti possiamo, al pari dell’angelo, essere bianchi «come la neve».

Non curiamoci del risultato, ma sulla bilancia del mondo buttiamo un po’ di luce, per compensare le tenebre, che sappiamo già vinte.

Che sia una Pasqua d’immensità, un’immensità che possa abitare ogni uomo che vive il nostro tempo e superare i limiti angusti delle nostre piccole fragili vite, da subito: «vi precede in Galilea» dice l’angelo alla donne. E se proprio non ce la facciamo, il Risorto viene dove le porte sono chiuse, nei piccoli cenacoli dove custodiamo sicurezze che tengono prigionieri.

Che sia una Pasqua in cui, in un mattino di cominciamento, l’immenso possa illuminare ogni singolo uomo.

Preghiamo la nota poesia di Ungaretti, usiamola come augurio: buona Pasqua fratello e sorella, chiunque tu sia, che tu possa essere illuminato d’immenso e trasformare la tua vita in un mattino.

vinonuovo.it