Italia e Belgio ricordano la tragedia di Marcinelle

56 anni fa, l’8 agosto del 1956, nella miniera di carbone di Bois du Cazier, a Marcinelle in Belgio, morivano in un incendio 262 minatori, la maggior parte dei quali italiani. I superstiti furono 13. Soltanto molti giorni dopo, il 22 agosto, terminò l’attesa dei parenti, con la conferma della morte di tutti i lavoratori. La tragedia di Marcinelle, che oggi è stata ricordata con varie cerimonie sia in Italia che in Belgio, e anche nelle parole delle più alte cariche istituzionali italiane, resterà per sempre un importante simbolo della storia dell’emigrazione italiana. Servizio di Francesca Sabatinelli.

Furono 136 gli italiani a morire a Marcinelle, di questi la maggior parte erano abruzzesi, soprattutto di Manoppello. Questo piccolo centro del pescarese pagò il tributo di sangue più alto: 22 i minatori morti nella miniera. Cerimonie di commemorazione si sono svolte in diverse parti in Italia e in Belgio, a Bois du Cazier, che dal primo luglio di quest’anno è patrimonio mondiale dell’umanità riconosciuto dall’Unesco. La tragedia di 56 anni fa ricorda le difficoltà dell’integrazione che gli italiani emigrati all’estero dovettero subire, e ricorda soprattutto le quasi assenti misure di sicurezza che tra il 1946 e il 1955 uccisero nelle miniere belghe circa 500 operai italiani, senza tenere conto delle vittime della silicosi, la malattia tipica dei minatori. La necessità di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori, in un momento in cui la vicenda dell’Ilva ne riporta l’odierna assoluta urgenza, è stata ricordata dal presidente italiano Giorgio Napolitano che, in un messaggio in occasione dell’anniversario di Marcinelle, ha sottolineato come il dramma di allora sia “di stimolo alla incessante ricerca di condizioni di lavoro sicure e dignitose per tutti”. “Un obiettivo, sottolinea Napolitano, che nemmeno oggi può dirsi raggiunto e che deve continuare a impegnare le autorità italiane ed europee”.