L'etica viene prima di tutto

"Piena fiducia nell'Istituto per le Opere di Religione nonostante le vicende nelle quali è stato trascinato". Lo ha ribadito con fermezza il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, all'Executive Summit on Ethics for the Business World, apertosi questa mattina, 16 giugno, in Vaticano nella sede della Pontificia Accademia delle Scienze. Al termine del suo intervento inaugurale, il cardinale ha risposto a domande di alcuni esponenti del mondo economico e finanziario invitati a partecipare a questo importante appuntamento. La prima riguardava il rapporto di fiducia tra banche e clienti incrinatosi dopo la crisi degli ultimi anni. Il segretario di Stato, dopo aver precisato di "non essere un banchiere" in grado di "programmare attività in questo senso" ma "soltanto il presidente del comitato cardinalizio di vigilanza", ha ribadito piena fiducia verso lo Ior, "e non solo mia – ha voluto aggiungere – ma quella di tutta la Segreteria di Stato".
È soltanto una questione di fiducia, "di quella stessa fiducia – ha spiegato – che io personalmente ho sempre nutrito nei confronti dei dirigenti delle banche alle quali di volta in volta mi sono rivolto per attività inerenti allo svolgimento della mia missione pastorale, per esempio quando sono stato arcivescovo a Vercelli e poi a Genova. A volte però la fiducia viene meno. Viene meno perché alcune indicazioni che danno certi dirigenti di istituti finanziari, di banche, si rivelano ingannevoli. Dunque la fiducia viene meno davanti a comportamenti di persone disoneste. Ed è sotto gli occhi di tutti la responsabilità di questi comportamenti nei recenti crac bancari".
"Io credo – ha detto ancora il segretario di Stato – che oggi ci sia bisogno di recuperare soprattutto i principi di rettitudine e di etica. Rettitudine ed etica nella finanza: un binomio che non può mai essere scisso perché se non c'è coerenza etica tra l'operatore e il suo operato ci si perde in deviazioni che finiscono per rovinare la vita economica e finanziaria. E questi sono valori che devono essere condivisi da tutti gli operatori finanziari, dal più alto dirigente all'ultimo impiegato allo sportello della più piccola filiale di una banca".
Il cardinale Bertone ha poi risposto a una domanda circa la diffusione della conoscenza dell'enciclica Caritas in veritate nel mondo economico e finanziario, sottolineando innanzi tutto che si tratta di una conoscenza profonda, dimostrata da ripetuti convegni e appuntamenti culturali volti a favorire una riflessione sui principi in essa contenuti. "E questo è già di per sé – ha detto il porporato – un fatto estremamente positivo, perché dimostra l'interesse suscitato dalle parole del Papa nel mondo al quale si è rivolto. Ora però credo che sia giunto il momento di interiorizzare quei principi. Questo è il passo ulteriore da compiere. Suggerirei tre modi per farlo. Prima di tutto rispettando l'etica, da considerare sempre superiore al profitto e a qualsiasi altro interesse personale, poiché tutti debbono usufruire dei beni prodotti. In secondo luogo, assumendo le proprie responsabilità nella formazione delle coscienze di quanti sono chiamati a operare nel mondo economico e finanziario. Prima di qualsiasi passo, prima di prendere qualsiasi decisione è bene ascoltare la propria coscienza. Per questo bisogna formarla rettamente. Infine, agendo sempre per l'unico scopo del bene comune. E questo in sostanza significa assumere atteggiamenti etici nel proprio comportamento. Ci sono tante istituzioni finanziarie, anche banche, che già lo fanno. E che devono essere di stimolo per tutti".

di Mario Ponzi / osservatore romano

Sabato 18 Giugno 2011