L’eterno ritorno del diritto naturale

di Miguel Delgado Galindo
Sottosegretario del Pontificio Consiglio per i Laici

Nell’autorevole discorso pronunziato da Benedetto XVI al Bundestag, il Parlamento federale tedesco, il 22 settembre 2011 a Berlino, in occasione del suo terzo viaggio apostolico in Germania, il Papa volle affrontare la questione dei fondamenti del diritto negli Stati democratici, mettendo a confronto la ragione aperta al linguaggio dell’essere con la ragione positivista, e incalzando, al contempo, un dibattito pubblico sull’argomento.
Nel suo intervento, il Papa ebbe a citare il celebre filosofo del diritto Hans Kelsen (1881-1973). Nato a Praga, in seno a una famiglia ebrea, Kelsen è stato, senza dubbio, il giusfilosofo più influente del ventesimo secolo. L’intento di questo giurista era quello di restituire al diritto il suo carattere di scienza, ristabilendo la purezza del suo oggetto proprio.
La storia del XX secolo ha palesato chiaramente cosa accade quando la politica e il diritto si allontanano dalla legge di natura; il regime nazista e quello comunista ne sono esempi eclatanti. Un anno fa, il Papa fece presente ai parlamentari tedeschi che, nelle materie che riguardano la dignità dell’uomo, in uno Stato democratico di diritto, il principio della maggioranza – pur essendo necessario nell’adottare una decisione – non è sufficiente: il politico deve interrogarsi sulla giustizia di un dato provvedimento. E in questo processo viene in aiuto il diritto naturale.
Quando il diritto si dissocia dall’etica, immediatamente prendono il sopravvento ideologie totalitarie. A prima vista, sembrerebbe che nel XXI secolo le ideologie siano scomparse dal nostro pianeta; ma non e così. Al giorno d’oggi esiste un’ideologia più sottile e camuffata, portatrice di pseudo diritti, che è quella dell’egoismo morale, la quale tende a promuovere una legislazione – ad esempio in materie come la bioetica e la famiglia – che si adatti ai capricci etici di ogni momento.
Allo stesso modo, quando l’economia viene scissa dall’etica sociale, sono i più potenti della finanza mondiale a prendere in mano il governo (cfr. Benedetto XVI, Caritas in veritate, nn. 36 e 45). Ma questa strada conduce al despotismo dei più forti nella società in ogni tappa della storia.
Il discorso di Benedetto XVI al Bundestag ha messo in evidenza che il diritto naturale coadiuva il politico nella sua ricerca di ciò che è giusto, che è appunto il compito essenziale della politica. È per questo che il diritto naturale ritorna, e ritornerà sempre. Dopo la sua fine che alcuni avevano preconizzato, non ci resta null’altro che ritornare proprio al diritto naturale.

(©L’Osservatore Romano 21 settembre 2012)