Leggere favole ai bambini: lo prescrive il pediatra

Immaginiamo di andare dal pediatra per una influenza del neonato. E che il medico, oltre all’antibiotico o all’antipiretico, compili una ricetta con scritto: “Si prescrive che ​i genitori leggano a voce alta favole al bambino almeno un’ora al giorno”. Non sarà proprio una prescrizione, ma un consiglio certamente sì: sono le nuove linee guida dell’Accademia americana di pediatria (62mila professionisti rappresentati), che tra i tanti suggerimenti ora chiede ai medici dei bambini di insistere con le famiglie perché si dedichino alla lettura delle favole accanto al lettino dei propri figli, fin dai primissimi mesi di vita. Un suggerimento che ha molti fondamenti: il cervello incamera informazioni fin dalla nascita e un’area importante si sviluppa dai 3 mesi ai 3 anni, ed è provato che i bambini che hanno goduto di questa attenzione si distinguino per ampiezza del vocabolario già a partire dalla scuola materna.

C’è poi un problema di divario sociale: se è probabile che un bimbo di una famiglia di classe sociale alta già in pancia ascolti Mozart e meravigliose poesie, è altrettanto probabile che chi viene al mondo in ceti più bassi non veda nemmeno un libro in casa sua. Dalle statistiche americane, in effetti, si apprende che il 60 per cento dei bambini di famiglie con reddito superiore ai 95mila dollari l’anno ascolta favole dalla voce dei genitori dalla nascita ai 5 anni di età, mentre solo uno su tre gode dello stesso piacere nelle famiglie sotto la soglia di povertà, fissata in 23 mila dollari.

Porre l’accento sull’importanza della lettura a voce alta delle favole può responsabilizzare i genitori più distratti, magari gli stessi che mettono in mano ai figli ancora in fasce tablet e smartphone per fargli passare il tempo. “La verità è che che siamo in competizione con i media digitali portatili”, brontola sul New York Times la pediatra Alanna Levine. Non solo: se si diffondesse la pratica della lettura a voce alta delle favole nei primi mille giorni di vita, si risparmierebbero molti guai nel percorso scolastico di tanti ragazzi, proprio per i benefici che questa attività familiare, per altro piacevole, porta alla crescita intellettiva dei bambini.

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