Le banche “salvano” Parco Ottavi dal crac

REGGIO EMILIA. Vendita entro dieci anni del patrimonio immobiliare e pareggio del passivo da 23 milioni di euro tramite un accordo bilaterale con le banche. È questa la strada scelta da Gli Olmi spa, società proprietaria del 44% dell’area di Parco Ottavi, la più grande opera di urbanizzazione creata a Reggio, che si estende per 525mila metri quadri, realizzata solo in parte dopo il default nel 2012 della Cmr di Reggiolo, locomotiva dell’iniziativa deragliata a causa della crisi.

Nel marzo scorso Gli Olmi spa aveva avviato una procedura di concordato a termine. Opzione cassata però il 12 giugno scorso dal tribunale di Reggio, che ha dichiarato inammissibile la richiesta. Dietro il diniego c’è in realtà l’avvio di una ristrutturazione dei debiti (ex articolo 182 bis): in pratica la società evita la procedura concordataria tentando un piano di rientro in autonomia. Per farlo ha avviato un confronto diretto con le banche: Carisbo (la più esposta con 12 milioni di euro di crediti), Mps e Bper.

L’operazione è difficile da digerire data la posta in gioco, ma dalla Olmi – di proprietà di Ir Investimenti Reggiani e di Conabit – assicurano che la vendita dei terreni edificabili sta andando avanti nonostante il periodo di fiacca. Parco Ottavi, infatti, è nato sull’onda del risiko immobiliare che ha caratterizzato Reggio nel ventennio che ha preceduto la grande crisi. Il progetto prevedeva la costruzione di villette di pregio su un’area che lambisce anche Cavriago, costruite secondo gli standard del basso consumo energetico, con annesso parco urbano da 90 mila metri quadri, laghetto, asilo nido con quattro sezioni, scuole elementari con 15 classi e negozi, supermercati e addirittura una linea ferroviaria dedicata. «Contiamo di chiudere entro l’estate l’accordo con le banche – dichiara l’avvocato Gian Paolo Barazzoni, incarico da Gli Olmi spa di occuparsi della procedura – La società è proprietaria di una parte dei terreni che vengono urbanizzati e infine venduti ai privati che vogliono costruire la propria casa. Quindi non costruisce direttamente ma lottizza e rivende. L’area verso Cavriago è già avanti con i lavori, ora ci sposteremo verso la Villa dei Baroni. E devo dire che abbiamo già diversi contratti per la cessione dei lotti».

Il resto di Parco Ottavi (56%) è in mano al Ccfs, finanziaria del sistema cooperativo che si è sobbarcata buona parte degli oneri per riportare a galla il progetto finito nelle sabbie mobili della crisi della Cmr. Proprio il Ccfs ha messo sul piatto 2 milioni di euro per rilevare 10 lotti offrendo così un sostegno anche al Conad, catena di supermercati che si era impegnata ad aprire un punto vendita che potrebbe funzionare da volano per attrarre clienti. Sullo sfondo resta la trattativa avviata anche con gli enti locali. Per incentivare la compravendita dei lotti, le società coinvolte sperano nell’avvio di una sorta di “piano casa” per stimolare l’interesse dei privati. Dall’altra parte del tavolo ci sono la Regione e il Comune di Reggio, quest’ultimo deciso a portare a conclusione il progetto immobiliare per evitare di lasciare scoperta un’area colma di cartelli, barriere ed erbacce. Uno schiaffo all’entusiasmo con il quale era stato varato il progetto, presentato in pompa magna e diventato ormai una spina nel fianco dell’amministrazione. (e.l.t.)

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