Las Vegas. Strage al concerto: 58 morti, 500 feriti

Si aggrava drammaticamente il bilancio della sparatoria al concerto a Las Vegas, in Nevada: almeno 58 morti e oltre 515 feriti. Le autorità fanno sapere il nome dell’uomo che ha aperto il fuoco sulla folla dall’alto di un edificio. Si tratta di Stephen Paddock, americano bianco di 64 anni.

Il Daesh, tramite il suo organo ufficiale di propaganda, l’agenzia Amaq, qualche ora dopo la strage l’ha rivendicata, sostenendo che Paddack si era convertito pochi mesi fa all’islam e ha agito «rispondendo alla richiesta di colpire i Paesi della coalizione». Ma fonti dell’amministrazione statunitense hanno precisato che”non c’è alcun segnale che indichi un legame del killer di Las Vegas con gruppi di terrorismo internazionale”.

L’uomo è stato trovato morto dalla polizia al 32esimo piano del Mandalay Bay Casinò, accanto al quale si stava svolgendo il concerto. Per ore la polizia ha cercato una donna di 62 anni a lui legata, ma dopo averla contattata ha fatto sapere che «non è più ricercata come persona di interesse». Quella di Las Vegas è la «sparatoria più sanguinosa della storia americana», riporta la Cnn.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump nel suo discorso alla nazione, a poche ore dalla strage definita un “atto di pura malvagità” in un “giorno di choc e dolore per il nostro Paese” non ha fatto riferimenti a legami terroristici. Trump, quindi, fatto sapere che mercoledì visiterà Las Vegas e ha lanciato un appello per l’unità e la pace nel Paese”.

Lo sceriffo: non è un atto terroristico

In conferenza stampa lo sceriffo di Las Vegas, Joseph Lombardo, ha riferito che l’indagine è in corso ma gli inquirenti sono «convinti che l’aggressore primario in questo evento sia spirato, deceduto e non sia più una minaccia». «Riteniamo che si sia trattato di un’azione da lupo solitario». Lombardo ha ribadito che l’uomo ha agito da solo e che l’atto non sembra terroristico.

Il cordoglio del Papa

Papa Francesco è «profondamente rattristato» per «questa tragedia insensata». Nel telegramma inviato a nome del Pontefice dal Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, a monsignor Joseph Anthony Pepe,vescovo di Las Vegas, Francesco dà «la sua vicinanza spirituale», «apprezza gli sforzi della polizia e degli operatori del soccorso», offrendo «preghiere ai feriti e alle vittime».

Armi facili in Nevada

Lo stato del Nevada, dove è avvenuta la strage di Las Vegas, ha una delle leggi meno restrittive degli Usa sulle armi. Le persone possono portarle ovunque e non devono registrarsi come possessori di armi. Quando qualcuno acquista armi sono effettuati dei controlli sul suo passato, ma è possibile vendere armi anche privatamente. Lo stato del Nevada non vieta armi d’assalto, che includono anche quelle automatiche o semiautomatiche.

da avvenire