L’amore per il prossimo richiede la messa in gioco di tutto il tesoro dell’esperienza umana: commento alle letture di don Fabrizio Crotti

Commento alle letture di Domenica 4  Novembre 2012

L’amore per il prossimo richiede la messa in gioco di tutto il tesoro dell’esperienza
umana. Tale tesoro è la forza più grande che ci spinge all’incontro con il prossimo. Impiegato sullo sfondo dell’amore per Dio, mosso da quello che Dio ha operato per noi, ci permette l’accesso al luogo in cui Dio afferma il suo regno. È suggestivo avvicinare lo scriba “non lontano dal regno di Dio” a Giuseppe d’Arimatea “che aspettava anche lui il regno di Dio” (15,43). Queste ultime parole, oltre a caratterizzare storicamente il personaggio, sono un’allusione al fatto che il gesto
coraggioso d’amore porta Giuseppe vicino al compimento della sua attesa (certo solo dopo la morte di Gesù).
Nel rapporto tra la pericope evangelica e il testo di Dt conviene notare una differenza istruttiva. Il testo evangelico propone due soli comandamenti, unificati in una prospettiva unitaria e considerati i più importanti per l’intera vita religiosa. Esplicitamente lo scriba afferma la superiorità di questi sugli stessi precetti cultuali. Il Dt cerca invece la completezza del rapporto con Dio nell’osservanza della totalità dei comandamenti.
Si tratta di due prospettive e sensibilità del tutto legittime se adeguatamente approfondite. È innegabile però anche una evidente diversità!

don Fabrizio Crotti