Caterina e Antonino Vinci, 74 anni in due, sono stati eletti dall’Aibi (l’ente Amici dei Bambini che si occupa di adozioni e affidi) la famiglia più accogliente del 2013. Dopo l’adozione di un bimbo africano i due ragazzi hanno deciso di aderire all’appello dell’associazione ad accogliere i profughi minorenni arrivati a Lampedusa e hanno aperto le braccia ad Haamid, un diciassettenne somalo, primo di cinque fratelli, con una storia difficile alle spalle.
“Dopo la tragedia di Lampedusa – spiega Antonino – abbiamo sentito la necessità di impegnarci in prima persona. E senza troppo riflettere abbiamo dato la nostra disponibilità. Ma non avevamo bene in mente in cosa potesse tradursi il nostro impegno”. Quando è partito il progetto di affido dei minori stranieri non accompagnati, grazie all’accordo con il Comune di Lampedusa e Messina, i Vinci hanno chiesto di accogliere un bambino che non avesse più di otto anni. Ma con il trascorrere dei giorni, si sono resi conto che quel paletto non aveva senso. E così si sono affidati dell’associazione.
Haamid si porta dietro un bagaglio di soggerenze: in casa nessuno ha un lavoro fisso e lui sa che cercare un lavoro è il suo primo dovere. Anche se fin dal primo giorno ha chiesto ai suoi ospiti di poter studiare: ha voglia di imparare l’italiano.
“Il più grande atto di giustizia che una persona possa compiere nella sua vita – commenta Marco Griffini, presidente di Aibi – è accogliere un minore in difficoltà. Questi giovani così innamorati hanno adottato un bimbo e con slancio si sono imbarcati in un nuovo progetto di accoglienza. Sono l’Italia migliore, quella che l’integrazione interculturale e interetnica la fa senza proclami, giorno per giorno, dentro casa”. Alla famiglia sarà inviata come omaggio un’icona in lamina d’oro realizzata a mano dalla suore Benedettine del monastero Mater Ecclesiae di San Giulio, isola circondata dalle acque del lago d’Orta in provincia di Novara.