La Somalia dei rifugiati

ADDIS ABEBA

Il popolo somalo è sempre più formato in parte rilevante da profughi. I rifugiati nel campo di Adollo Ado, nel sud dell’Etiopia, sono ormai oltre 150.000, secondo quanto riferito dall’alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr). “Quest’anno sono giunti 8.500 rifugiati. I nuovi arrivati dicono di temere le condizioni di insicurezza della Somalia, altri dichiarano di aver paura del reclutamento e della coscrizione forzata da parte del gruppo ribelle di al Shabaab”, ha detto ieri il portavoce dell’Unhcr, Adrian Edwards, specificando che ad Adollo Ado ogni settimana continuano ad arrivare centinaia di persone. Edwards ha poi riferito che le condizioni di vita nei campi in Etiopia e in Kenya (dove nella sola Dadaab ci sono oltre mezzo milione di somali, la più alta concentrazione di rifugiati al mondo) sono molto peggiorate negli ultimi giorni a causa delle forti piogge che hanno provocato allagamenti e danneggiato centinaia di rifugi e strade, oltre ad aver ostacolato l’assistenza ai rifugiati da parte delle agenzie umanitarie.
Nel frattempo in territorio somalo si annuncia una nuova strategia dell’Amisom, la missione dell’Unione africana, nella quale di recente sono state integrate le forze kenyane che nei mesi scorsi avevano avviato una propria operazione militare. Dopo un vertice dell’Unione africana ad Addis Abeba, l’inviato speciale dell’Onu in Somalia, Augustine Mahiga, ha precisato che i contingenti dell’Amisom presenti nella capitale Mogadiscio spingeranno i miliziani di al Shabaab verso sud, mentre le truppe kenyane attaccheranno la parte meridionale.
Mahiga ha espresso comunque stupore per la capacità militare dei ribelli, e delle armi sofisticate di cui sono in possesso. Onu e Unione africana hanno anche elaborato una tabella di marcia politica che prevede la formazione di un nuovo Governo ed elezioni libere entro agosto. Secondo Mahiga, “la prospettiva di pace in Somalia non è mai stata così reale”.

(©L’Osservatore Romano 29 aprile 2012)