«La Rete, spazio pastorale d’incontro»

Chiuso a Subiaco il convegno sull’agire della Chiesa nell’era digitale

SUBIACO. Dal convegno «Parabole mediatiche» del 2002 a «Testimoni digitali» dello scorso aprile sono cambiati i territori dell’umano, gli scenari della relazione, l’agire pastorale. È quanto sottolineato da monsignor Domenico Pompili, sottosegretario e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, a conclusione della Settimana residenziale per seminaristi teologi che si è chiusa ieri a Subiaco sul tema «L’agire della Chiesa nel tempo del digitale». L’iniziativa è stata promossa dall’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali insieme col Servizio nazionale per il Progetto culturale, il Servizio informatico della Cei e il Centro interdisciplinare lateranense. La Rete, ha detto Pompili, apre «opportunità straordinarie alla pastorale per la possibilità di raggiungere le persone» comprese quelle che non si avvicinano alla Chiesa «D’altra parte – ha aggiunto – il bisogno di relazione e di essere ascoltati emerge chiaramente, anche se rischia di accontentarsi di risposte banali. È intercettando questo bisogno che una pastorale, anche giovanile, può svilupparsi mostrando una capacità di autentico avvicinamento, che non può non passare per l’ascolto, e che può diventare la premessa di un incontro su un altro terreno». Internet, dunque, consente di avvicinarsi alle persone là dove esse sono, così come «Dio si è avvicinato a noi attraverso Gesù e Gesù continua ad avvicinarsi al mondo attraverso la Chiesa».

Vincenzo Grienti

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