È il caso serio della vita eterna quello che Pier Giorgio Liverani affronta nel suo ultimo libro. Non un ponderoso trattato per spiegare cosa sia, cosa significhi, in che consista la vita eterna – questione che da sempre sfida l’intelligenza credente al limite delle sue possibilità – ma un agile volume per rispondere alla domanda: «è possibile sperimentare un assaggio concreto, tangibile e gioioso di eternità» già ora, durante la vita terrena? Sì, è possibile. E Liverani – firma nota, e cara, ai lettori di Avvenire, giornale che ha diretto dal 1981 al 1983 e per il quale continua a scrivere – suggerisce alcune esperienze e ‘vie’ grazie alle quali l’eternità ci viene offerta, entra nella storia umana, viene incontro alla nostra quotidianità. Proprio così, Tutti i giorni della vita eterna, s’intitola il libro di Liverani (San Paolo, 104 pagine, euro 9,50),
come a voler dire fin dalla copertina che quelle «vie» all’eternità non chiamano in causa sapienze esclusive o iniziazioni misteriche, ma sono sotto gli occhi di tutti. A tutti aperte, rivolte.
Donate. Quali? «C’è un’eternità – spiega l’autore – che ci viene quotidianamente offerta, anche se con la visibile discrezione di Dio. Ci viene offerta nella preghiera, quando ci mettiamo in ascolto e in dialogo con Dio; nell’Eucaristia, quando – letteralmente – tocchiamo con mano e addirittura mangiamo il corpo di Cristo; nella parola di Dio, che parla direttamente, oggi, a ciascuno di noi; nell’adorazione eucaristica, quando Cristo peregrinante, predicante, torturato, ucciso, sepolto, risorto ci si mostra per guardarci negli occhi e farsi guardare (…); nell’incontro con il povero e il malato, con il solo, l’abbandonato, il senza-casa, il lebbroso, il paria, l’abortito. Ci viene davanti quando ‘due o tre sono riuniti nel mio nome’, perché ‘Io sono in mezzo a loro’. Vi siamo immersi giorno e notte, infine, come membra del corpo mistico di Cristo, vale a dire della Chiesa: membra, dunque, di un corpo eterno ». Queste vie ‘ordinarie’ e mirabili insieme, l’autore rievoca e ripercorre senza volersi sostituire a pastori, teologi, biblisti, bensì offrendo la propria esperienza di «cristiano qualsiasi» – come si presenta all’inizio del libro –, di laico immerso nelle sfide della storia e della società e che tuttavia non rinuncia a lasciarsi provocare dal
caso serio della vita eterna, affidandosi alla «alleanza fede-ragione ». Che il caso sia serio l’autore lo dice attingendo alle parole dell’allora cardinale Joseph Ratzinger che nel 1992 scriveva: «Nell’uomo moderno, anche nei cristiani d’oggi, il senso della vita eterna si è fatto sorprendentemente debole», mentre «è diventato molto, molto difficile ascoltare prediche su paradiso, inferno e purgatorio». Ma è un ‘uomo moderno’ più povero, fragile, disorientato, quello che ha rimosso la questione della vita eterna, come mostrano proprio contraddizioni e fallimenti dei prometeismi del nostro tempo, con la loro pretesa di rompere ogni limite della condizione creaturale ‘liberando’ le tecno-scienze dai ‘vincoli’ dell’etica e della legge naturale. È l’«esperienza» dell’eterno, invece, a condurre l’umano alla sua pienezza, non alienandolo bensì illuminandolo nel proprio cammino storico, nello stile di quei contemplativi itineranti
che sono i laici cristiani in cammino nel mondo, secondo la bella definizione dell’allora presidente nazionale dell’Ac Alberto Monticone citato da Liverani.
A molte fonti attinge il libro: la Bibbia a piene mani, i Padri della Chiesa, il Vaticano II, il Catechismo, il magistero pontificio, le parole della liturgia, autori come Divo Barsotti, Benedetto Calati, Franz-Josef Nocke. Nelle sue ultime pagine – sgorgate all’indomani del tragico sisma dello scorso aprile in Abruzzo – il libro non si sottrae alla provocazione del male chiamando in causa il «Dio compassionato», alternativa cristiana al «Dio tappabuchi». Un Dio che ama talmente l’uomo da giungere a sedurlo «con la promessa dell’eternità con lui». L’eternità come «tentazione di Dio»: un’immagine intrigante per congedare il lettore. E invitarlo a vivere così – con gratitudine gioiosa – tutti i giorni della vita.
La preghiera, l’Eucaristia, la Parola di Dio. Ma anche l’apertura al sofferente e al povero. Nel suo ultimo libro l’ex direttore di «Avvenire», Pier Giorgio Liverani, ripercorre le vie ordinarie all’esperienza dell’eterno
( di Lorenzo Rosoli – avvenire 5 gennaio 2010)