La politica superi la stagione dell’odio. Il Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes

Adista

Domenica scorsa la Chiesa cattolica ha celebrato la 105.ma Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, intorno al tema scelto da papa Francesco per il suo Messaggio: “Non si tratta solo di migranti”.

A due giorni dalla ricorrenza annuale, il 27 settembre presso l’Oratorio del Caravita di Roma, Caritas Italiana e la Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana hanno presentato il XXVIII Rapporto immigrazione 2018-2019, che porta lo stesso titolo del Messaggio papale.

I flussi migratori verso il Belpaese sono complessi, diversificati e stratificati, nonostante una certa narrazione mediatica e politica abbia imposto negli ultimi anni una rappresentazione semplificata dei fenomeni migratori, dovuta all’ossessione nei confronti dei migranti del mare i quali, seppur in aumento, non sono che una porzione del tutto marginale della presenza straniera in Italia. Accanto a chi fugge da situazioni insostenibili ci sono, infatti, circa 5 milioni e 255mila cittadini stranieri residenti regolarmente e stabilmente sul nostro territorio, l’8,7% della popolazione nazionale. Un dato non irrilevante, che impone alle istituzioni pubbliche riflessioni serie e politiche adeguate d’integrazione e di cittadinanza, lontano da slogan facili e mal di pancia.

I numeri sfatano il pregiudizio dell’Italia come terra d’approdo (e d’invasione) privilegiata d’Europa. Secondo il Rapporto Caritas-Migrantes, nei 28 Paesi dell’Unione risiedono (dati 2018) poco meno di 40 milioni di stranieri, 9 milioni dei quali in Germania. Al secondo posto si colloca il Regno Unito e, solo al terzo posto, il nostro Paese, seguito da Francia e Spagna.

Ancora, restando nell’Italia che certi media e certi leader politici hanno descritto come invasa dagli africani e dai musulmani, il Rapporto stila la classifica delle provenienze: la comunità straniera più consistente, ancora una volta, è quella rumena, con un milione e duecentomila presenze (23% del totale di immigrati); seguono albanesi (circa 441mila) e marocchini (circa 423mila). I musulmani residenti in Italia crescono del 2% nell’ultimo anno e si attestano a 1 milione e 580 mila presenze. Ma resta cristiana la maggioranza degli stranieri in Italia, con 2 milioni e 815 mila presenze (1 milione e 560mila ortodossi, 977mila cattolici, 183mila evangelici, ecc.).

Gli immigrati regolarmente e stabilmente residenti, vivono principalmente nelle zone più ricche del nord e del centro (Lombardia e Lazio al primo posto), dove evidentemente le possibilità di lavoro e di occupazione sono più alte.

5 milioni di stranieri «vivono e lavorano accanto a noi, non si tratta solo di migranti ma della società italiana», ha sottolineato il curatore del RaportoSimone Varisco di Migrantes. «Esiste il rischio di focalizzare l’attenzione sul problema dei profughi, che sono solo una parte del fenomeno. Un fenomeno che non è certo quel fiume in piena che si è cercato di descrivere». La presenza dei figli di stranieri nelle scuole italiane è ferma da dieci anni, le nascite di bambini stranieri in Italia è in leggera ma progressiva flessione, lancia l’allarme Varisco. Un dato non certo rassicurante per la tenuta demografica ed economica del Paese.

Caritas e Migrantes, dati alla mano, attaccano duramente i provvedimenti legislativi voluti dall’ex ministro Matteo Salvini e adottati dal precedente governo. I decreti “sicurezza” hanno introdotto «modifiche restrittive» (si pensi all’esclusione di 90mila stranieri dal Reddito di Cittadinanza) sulla base di «indebite semplificazioni», precarizzando ulteriormente il godimento dei diritti dei cittadini stranieri e «offrendo la sponda ad atteggiamenti di intolleranza». A tal proposito, interessante l’analisi e la condanna dell’hate speach nei social network, di cui i cittadini stranieri sono vittime privilegiate.

Per gli immigrati la vita in Italia non è affatto semplice e i problemi della quotidianità come scuola, lavoro, burocrazia, sanità, ecc. – che certo sono di tutti – per loro «sono forse più complicati che per molti altri». Per questo Caritas Italiana e Fondazione Migrantes chiedono al nuovo governo giallo-rosso «politiche realmente inclusive e volte all’integrazione», per consentire ai cittadini stranieri residenti di uscire dal cono d’«ombra» nei quali permangono dal punto di vista istituzionale e culturale.