La paternità di Dio in Cipriano

L’evangelizzazione cristiana riempì di novità gioiosa l’ambiente pagano sottomesso al triste pensiero del fato e del destino ineluttabile. Lo studioso, docente in vari istituti romani, vuol dare uno piccolo esempio di come la novità cristiana illuminò di luce nuova l’animo delle persone che credettero al Vangelo. Egli studia alcune delle Lettere e degli Opuscoli del vescovo di Cartagine (249 d.C.). Il battesimo immette il cristiano nella possibilità gioiosa di un rapporto filiale col Padre, unitamente alla figliolanza di Cristo. Cipriano invita i cristiani a incrementare questa relazione, perché l’abbraccio e il bacio di Cristo e la visione finale del Padre è il fine gioioso della vita cristiana.

Il Padre ha i tratti del paterfamilias, ricco di misericordia e si offre a tutti come padre. Dio si compiace nei nostri confronti, perché «non è serioso né severo, bensì ricco di misericordia, di bontà e di dolcezza» (p. 61) e desidera che cresciamo in questa configurazione a lui in Cristo. D’altra parte, i cristiani si compiacciono a loro volta in Dio Padre perché si sentono amati e chiamati ad essere discepoli di Gesù per poter un giorno abitare nella sua casa. La vita quotidiana, l’etica, è tutta teologale, tesa ad appropriarsi con gioia del vangelo che permette il reciproco compiacimento a cui si è appena accennato. La “disciplina” che il cristiano imprime alla sua vita battesimale ha i tratti del cuore paterno di Dio ed è vera sua manifestazione al mondo.

Cipriano sottolinea molto la gioia dell’avere Dio come Padre. Lui è equo e paziente e dal Padre è voluta e derivata l’unità della Chiesa. Se Dio è padre, la Chiesa è per il cristiano la madre. In Op. 18-19 a un padre con molti figli e dedito intensamente alla carità, Cipriano invita ad affidare i propri figli a Dio Padre: lui sarà il loro tutore più valido.

Scordamaglia dedica un capitolo anche al Padre nostro come preghiera dell’uomo nuovo rinato nel battesimo, ma il suo intento, mai intrapreso in precedenza, era quello di studiare – come detto in precedenza – la paternità gioiosa del Dio dei cristiani nelle Lettere e degli Opuscoli del grande vescovi di Cartagine, che subì la decapitazione il 14 settembre del 258.

Scordamaglia Domenico, Dio Padre in Cipriano, collana Primi secoli 11, EDB, Bologna 2016, pp. 70, € 8,70.

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