LA PAROLA 29 febbraio 2016 Lunedì

bibbia

3.a di Quaresima
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente
Liturgia: 2Re 5,1-15a; Sal 41 e 42; Lc 4,24-30

PREGHIERA DEL MATTINO
Naaman il Siro è sceso nelle acque fangose del Giordano e tu, Verbo fatto carne, tu non hai temuto di scendere nel fango dei miei peccati. Ero straniero come Rut la Moabita e come la vedova di Zarepta, e tu sei venuto proprio da me. Non lasciarmi, Signore, come sei partito da Nazaret; io ti grido che non sono degno di accoglierti sotto il mio tetto, ma voglio riconoscere l’inaudito miracolo della tua misericordia e dirti: Resta con noi, Signore, poiché la notte dell’odio e della disperazione già ricopre il mondo.

ANTIFONA D’INGRESSO
L’anima mia sospira e languisce, desidera gli atri del Signore. Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente.

COLLETTA
Con la tua continua misericordia, o Padre, purifica e rafforza la tua Chiesa, e poiché non può sostenersi senza di te non privarla mai della tua guida. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA (2Re 5,1-15a)
C’erano molti lebbrosi in Israele, ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro.
Dal secondo libro dei Re
In quei giorni Naamàn, comandante dell’esercito del re di Aram, era un personaggio autorevole presso il suo signore e stimato, perché per suo mezzo il Signore aveva concesso la salvezza agli Aramèi. Ma quest’uomo prode era lebbroso.
Ora bande aramèe avevano condotto via prigioniera dalla terra d’Israele una ragazza, che era finita al servizio della moglie di Naamàn. Lei disse alla padrona: «Oh, se il mio signore potesse presentarsi al profeta che è a Samarìa, certo lo libererebbe dalla sua lebbra». Naamàn andò a riferire al suo signore: «La ragazza che proviene dalla terra d’Israele ha detto così e così». Il re di Aram gli disse: «Va’ pure, io stesso invierò una lettera al re d’Israele».
Partì dunque, prendendo con sé dieci talenti d’argento, seimila sicli d’oro e dieci mute di abiti. Portò la lettera al re d’Israele, nella quale si diceva: «Orbene, insieme con questa lettera ho mandato da te Naamàn, mio ministro, perché tu lo liberi dalla sua lebbra». Letta la lettera, il re d’Israele si stracciò le vesti dicendo: «Sono forse Dio per dare la morte o la vita, perché costui mi ordini di liberare un uomo dalla sua lebbra? Riconoscete e vedete che egli evidentemente cerca pretesti contro di me».
Quando Elisèo, uomo di Dio, seppe che il re d’Israele si era stracciate le vesti, mandò a dire al re: «Perché ti sei stracciato le vesti? Quell’uomo venga da me e saprà che c’è un profeta in Israele». Naamàn arrivò con i suoi cavalli e con il suo carro e si fermò alla porta della casa di Elisèo. Elisèo gli mandò un messaggero per dirgli: «Va’, bàgnati sette volte nel Giordano: il tuo corpo ti ritornerà sano e sarai purificato».
Naamàn si sdegnò e se ne andò dicendo: «Ecco, io pensavo: “Certo, verrà fuori e, stando in piedi, invocherà il nome del Signore, suo Dio, agiterà la sua mano verso la parte malata e toglierà la lebbra”. Forse l’Abanà e il Parpar, fiumi di Damàsco, non sono migliori di tutte le acque d’Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per purificarmi?». Si voltò e se ne partì adirato.
Gli si avvicinarono i suoi servi e gli dissero: «Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una gran cosa, non l’avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti ha detto: “Bàgnati e sarai purificato”». Egli allora scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola dell’uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato.
Tornò con tutto il seguito dall’uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 42 e 43)
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.
Come la cerva anèla
ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anèla
a te, o Dio.
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.
L’anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò
il volto di Dio?
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.
Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora.
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.
Verrò all’altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio.
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.

CANTO AL VANGELO (cf. Sal 130,5.7)
Gloria e lode a te, o Cristo.
Io spero, Signore; attendo la sua parola.
Con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione.
Gloria e lode a te, o Cristo.

VANGELO (Lc 4,24-30)
Gesù come Elìa ed Elisèo è mandato non per i soli Giudei.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Parola del Signore.

OMELIA
L’Autore della lettera agli Ebrei, nel descrivere l’efficacia e la forza della Parola di Dio, afferma: “la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Non v’è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto”. Quando i doni di Dio ci vengono offerti come doni e strumenti di salvezza o li accogliamo con gratitudine e li viviamo nella fede o diventano il nostro interiore tormento. Non si può impunemente opporre resistenza alla luce. Essa mette a nudo le nostre incoerenze, ci scruta in profondità, svela i segreti dell’anima e tutto il bene che ci adorna, ma anche tutto il male che ci opprime. È per questo che scribi e farisei e gli stessi compaesani del Cristo, non possono resistere alle sue parole, si riempiono di sdegno e minacciano di gettare Gesù da un precipizio. L’orgoglio ferito si trasforma in minacciosa vendetta. Colui che proclama la verità deve tacere, chi osa toglierci la maschera, accuratamente modellata a protezione di eclatanti falsità, deve scomparire ed essere precipitato nel nulla. La falsità, la grettezza, l’ipocrisia si organizzano a fatica nell’animo umano; è un lavoro diuturno con cui le verità, anche quelle di Dio, si smontano pezzo a pezzo e a fianco si ricostruiscono false verità personali, sostitutive. La voce di Cristo si scontra violentemente con queste realtà umane. Non esistono possibilità di accomodamento o di compromesso. La verità è una e non può essere frammentata. Viene data gratuitamente ed è motivo di beatitudine, di grazia e di salvezza: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». Il Signore è ancora vivo in mezzo a noi, la sua Parola palpita nel cuore e nella vita della Chiesa e dei suoi fedeli, ma ancora sono tanti coloro che si sentono interiormente disturbati da Cristo e dai suoi messaggeri. C’è ancora chi vorrebbe farci tacere e precipitarci in un precipizio. Dobbiamo augurarci che lo steso Signore, cogliendoci superficiali e distratti se non addirittura ostili, non debba ripeterci con le stessa amarezza di allora: “Nessun profeta è ben accolto in patria”. (Padri Silvestrini)

PREGHIERA SULLE OFFERTE
Accetta, o Dio, l’offerta che ti presentiamo, segno della nostra devozione, e trasformala per noi in sacramento di salvezza. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Popoli tutti, lodate il Signore, perché grande è il suo amore per noi.

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Questa partecipazione al tuo sacramento ci purifichi, Signore, e ci raccolga insieme nella tua unità. Per Cristo nostro Signore.

PREGHIERA DELLA SERA
Signore, fa’ che la mia carne ridiventi come quella di un bambino, purificami dalla lebbra del peccato che ha oscurato la bellezza originaria della tua creazione, riconciliami con te affinché io, forte della tua forza, interceda, per tutte le lebbre del mondo, perché siano liberati dalla contaminazione del corpo e dell’anima tanti uomini e donne che si sono perduti per aver ascoltato voci diverse dalla tua, per aver abitato ovili diversi da quelli per cui, tu, buon pastore, doni la vita. Pietà per noi, Re del mondo, sole dell’amore, che porti la guarigione nei tuoi raggi.

laparola.it