La musica è nutrimento dell’anima, e può accadere che renda attuale e vivo qualcosa che sembrava appartenere a un passato ormai sepolto

da Avvenire Apre gli occhi, spalanca il cuore, permette di sperimentare la bellezza di eventi accaduti nel passato rendendoli nuovamente presenti e operanti, può diventare una memoria capace di rivitalizzare l’esistenza. Lo ha toccato con mano il musicista italo-brasiliano Marcelo Cesena quando, al termine di un concerto tenuto in una casa di riposo, un anziano si è avvicinato e ha chiesto di parlargli: «Sono sposato da sessant’anni, mia moglie è stata aggredita dal morbo di Alzheimer, da tempo non mi riconosce più. Vengo qui a trovarla ogni giorno ma è come se non mi vedesse neppure. Durante il concerto lei ha suonato alcuni brani che fanno parte della nostra storia e mentre li ascoltava mia moglie ha cambiato improvvisamente espressione. Lo sguardo si è illuminato, ha cominciato a cantare, ricordava la musica e persino le parole. È accaduto qualcosa che le ha fatto tornare alla mente una parte del nostro passato: si è voltata verso di me ed è come se dopo tanto tempo mi avesse riconosciuto. Ci siamo guardati negli occhi, in quel momento lei era presente come non accadeva da anni. Quella musica ci ha ridato un po’ della vita trascorsa insieme».